Dobbiamo fare tutti un passo indietro”. La lucida autoanalisi di Giovanni Fietta dopo il tormentato avvio di stagione tigrotta è un invito al pragmatismo. Un messaggio alla squadra, all’ambiente e chissà (?) forse anche alla guida tecnica. Intervenuto a “Bustosport del Lunedì” su Radio Busto Live a 24 ore dal secondo successo in campionato, l’asolano mette a nudo le criticità del primo scorcio di annata biancoblu.              

Ieri con la Virtus Verona non esattamente uno spot per il calcio. Il fine della salvezza giustifica i mezzi di una gara (eufemismo) discretamente brutta?  
Eravamo i primi ad aspettarci una partita di quel tipo. Mai come ieri non importava il lato estetico. Per chi è venuto a vederla non è stata una bella partita. Me ne rendo conto. Ma abbiamo concesso poco o niente. Siamo stati compatti a differenza di altre volte. Non abbiamo giocato una bella partita ma abbiamo giocato da squadra”.

Per fare una sintesi. Pro Patria bella (nel primo tempo contro il Padova), ma senza i 3 punti. Ieri brutta, ma con i 3 punti. E’ possibile trovare un compromesso? 
Bisogna capire il momento che stiamo attraversando e cosa voleva dire vincere ieri. Non è che però improvvisamente siamo guariti. Siamo ancora in convalescenza. Bisogna continuare con questo atteggiamento e non mollare di un millimetro”.

Si invoca spesso il tempo necessario a cambiare. A volte un alibi. Perché a Busto non lo è?
Io dico che magari non vedremo la squadra degli anni scorsi. Abbiamo cambiato diversi giocatori, l’allenatore. Sicuramente sarà una Pro Patria diversa ma non vuol dire che non sarà vincente. Questo è l’obiettivo di tutti”.

Da Javorcic a Prina. Si dice che sia cambiato il metodo di lavoro. In quali aspetti?
Partiamo da un presupposto. Sarebbe stato difficile per qualunque allenatore arrivare dopo 4 anni così. Prina si è calato a Busto con grande entusiasmo, con la voglia di dimostrare che si può far calcio anche in una maniera diversa rispetto a come si era abituati. A volte questi cambiamenti non sono così immediati. Le difficoltà che abbiamo attraversato in questo inizio di stagione dipendono dal fatto che eravamo abituati ad un altro tipo di gioco e forse anche per colpa nostra non siamo stati così pronti nel recepire gli input del nostro allenatore. L’obiettivo è fare tutti un passo indietro e ripartire magari dalla solidità nel non concedere palle gol facili agli avversari. Quando si trovano i 3 punti c’è serenità per lavorare in maniera diversa. Su questa base si può anche migliorare sull’aspetto del gioco. Ma in questo momento la qualità del gioco non la considero una priorità. La strada da percorrere è quella della concretezza. A partire dalla delicatissima sfida di domenica con la Pro Sesto”.

Centrale difensivo (in mezzo o a destra), regista, mezzala. In questo avvio hai già interpretato almeno 4 ruoli diversi. Stimolo o responsabilità? 
E’ un grandissimo stimolo. La leggo assolutamente così. Mi metto a disposizione dove la squadra ha bisogno. Aver giocato da difensore nella partita contro il Trento che non è andata benissimo a livello generale di squadra ha portato alla bocciatura della prestazione. Ma sono convinto di poter far bene anche nel reparto arretrato. Quella partita mi dà ulteriore stimolo. Per interpretarla nella maniera giusta. Mi piacerebbe riprovare. Per dimostrarlo prima a me stesso che agli altri. In emergenza penso di poterlo fare”.

La sensazione è che ci sia voluto un po’ di tempo per capire la reale dimensione della squadra…
Concordo. Forse dobbiamo fare tutti un passo indietro. Ci eravamo abituati ad altri tipi di campionato e invece penso che ci sia da rimboccarci le maniche. E pensare ad una stagione con obiettivi diversi”.

Chi vince il campionato?
Non vorrei magari gufare il nostro ex allenatore ma penso che possa essere una sfida tra Padova e SudTirol. Lo auguro a Javorcic”.                      

Giovanni Castiglioni

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