La ripartenza dello sport nell’era post pandemia, perché di questo si tratta, continua imperterrita, cercando di barcamenarsi come meglio può tra restrizioni e protocolli, che ormai da due anni segnano la quotidianità di ogni attività sportiva. Per quanto riguarda gli sport al chiuso, la situazione è ancora più complicata, in quanto sono quelli che più sono stati colpiti dalle chiusure e che più hanno risentito di questo blocco.

Tra di esse vi è sicuramente la pallacanestro ed il minibasket, un movimento che per un anno e mezzo è stato completamente bloccato e che ora cerca ed ha bisogno di ripartire, essendo il bacino primario nonché vitale dello sport tutto. La mission è quella di riportare i bambini ad una quotidianità sportiva che hanno perso in questi mesi e che ora fanno fatica ritrovare, per abitudini e modi di fare cambiati rispetto a solo il 2019.

Una missione difficile e complessa che però a Gallarate hanno deciso di cogliere a petto in fuori, cercando di trasformare una situazione di difficoltà in un’opportunità e non considerandola come ostacolo. Così è nato il progetto, partito pochi giorni fa, di portare il minibasket nelle scuole dei paesi dell’HUB Sempione, per consentire a tantissimi bambini di scoprire il mondo della pallacanestro.

Un’idea nata dall’avallo del presidente BBG Thomas Valentino, strutturata e studiata poi dal responsabile minibasket Matteo Rizzo che, in collaborazione con gli allenatori ed i presidenti delle diverse squadre, hanno dato vita a questo piano che porterà per ora nelle scuole di Crenna, Cajello, Cascinetta, Ronchi, Moriggia, Dante Gallarate, Arnate e Madonna in Campagna più di 500 ore di corsi gratuiti di minibasket. E’ proprio Matteo Rizzo a spiegare e raccontare la nascita e le finalità di un progetto tanto grande quanto unico nel suo genere.

Come nasce e si sviluppa questa idea di portare il minibasket gratuitamente nelle scuole?
“Nasce innanzitutto grazie al nostro Presidente Thomas Valentino. Parliamo comunque di un dispendio di risorse non irrilevante, ma al di là di questo non è un problema di soldi, come abbiamo sempre detto. Il progetto è nato da un’esigenza di riportare il minibasket prepotentemente nelle scuole per farlo conoscere a tutti i bambini che negli ultimi due anni sono rimasti lontani dagli sport di squadra. Abbiamo portato all’interno delle scuole i nostri materiali, come possono essere i palloni della Federazioni, in modo tale che i bambini non si facciano male e le insegnanti siano tranquille. Se ce ne sarà bisogno porteremo anche i nostri canestri, abbiamo allestito le palestre con i materiali ed abbiamo mandato i nostri istruttori qualificati per 500 ore che potrebbero aumentare. Siamo sicuramente molto contenti di questo perché abbiamo la fotografia dello sport che c’è a Gallarate e tanti bambini, purtroppo, non praticano niente. Penso però che la parte interessante non sia solo legata alle 500 ore del progetto, approvato da Thomas Valentino e Max Leone dell’Ayers Rock, ma al fatto che sia stato esteso a tutte le consociate dell’Hub. Per cui vuol dire che Casorate Sempione, Arsago Seprio e Besnate vivranno altre 90 ore all’interno dei tre plessi delle scuole ed anche a Cardano speriamo quanto prima di poter cominciare. Nel caso di Casorate e Cardano, interverranno direttamente i presidenti Sartori e Milani per finanziare la cosa”.

E’ giusto dire che il progetto nasce da una disaffezione allo sport di tanti bambini in questi due anni in cui sono stati allontanati dal gioco?
“Sicuramente una delle problematiche principali è questa. Diciamo che nei mesi della pandemia c’è stata una diversità di trattamento tra sport all’aperto, dove tutto è concesso, o al chiuso. C’è stata una confusione infinita e comunque le famiglie, per necessità, opportunità e per non fermare completamente i ragazzi, li hanno indirizzati verso sport individuali. Noi che comunque partiamo da un concetto di gruppo e di squadra ci siamo guardati e ci siamo detti che dovevamo fare qualcosa. Questo qualcosa è riportare il minibasket nelle scuole, mettendo i nostri istruttori qualificati dentro le scuole al servizio dei bambini, facendo capire e conoscere il modo in cui lavoriamo. Se poi hanno piacere rimangono e si iscrivono, se no noi abbiamo comunque fatto conoscere uno sport che a scuola non si pratica. L’idea è stata proprio quella di far vedere che noi ci siamo e ci mettiamo la faccia”.

Come sarà strutturata la proposta dei corsi?
“La proposta è essenzialmente di easy basket, seguendo il modello della Federazione. Parliamo quindi di giochi di potere semplificati al livello scuola. Questo lo possiamo fare perché abbiamo uno staff che può lavorare in questa maniera con competenza, essendo tutti con qualifica Nazionale e che sanno adattare la lezione alla classe ed all’esigenza dei bambini. Quindi, per fare un esempio, in prima o seconda elementare ci sarà una fiaba motoria che guida la lezione, mentre in terza quarta e quinta ci sono giochi di potere o situazione che ti portano poi a conoscere e comprendere il minibasket”.

Alessandro Burin

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