Quella di oggi è stata la giornata della svolta per la Pro Patria. Dopo la querelle che ha tenuto banco nelle ultime settimane, con il presidente Vavassori che era pronto a lasciare la squadra, lo stesso ha deciso di cambiare idea. Si è confermato alla guida del timone della società formalizzando proprio oggi l’iscrizione al campionato di Prima Divisione. Un campionato che rischia però di non partire, esattamente come quello Seconda Divisione. Il motivo? L’introduzione del parametro che premierà economicamente le squadre giovani ha messo in allarme i giocatori con qualche anno in più. Proprio oggi l’Associazione Italiana Calciatori si è riunita per discutere la questione. Sono emerse forti criticità: “Contrastiamo con forza questo regolamento che non si basa sulla meritocrazia -le parole di Umberto Calcagno, vicepresidente dell’Aia-. Siamo preoccupati per la regolarità dei campionati. E inoltre crediamo che chi va sugli spalti a vedere le partite meriti rispetto. Così si rischia di illudere ragazzi che mai avrebbero giocato a questi livelli. Cosa chiediamo concretamente? Che vengano tolte queste obbligatorietà. Vogliamo che le scelte su chi mandare in campo non vengano fatte con la calcolatrice per far cassa. Se la situazione non cambierà siamo pronti a bloccare il campionato con uno sciopero”. In programma c’è già un’altra riunione programmata per il mese di agosto. “Oggi c’è stata una folta rappresentanza di giocatori, adesso faremo il giro delle squadre per raccogliere opinioni e pareri”.

e.c.