Ora abbiamo una data certa, giovedì 25 novembre. Entro allora e cioè nel limite dei 10 giorni dalla pubblicazione sull’Albo Pretorio del Comune di Busto (avvenuta ieri) della nomina a consigliere, Patrizia Testa dovrà rimuovere l’ormai arcinota incompatibilità con la carica pubblica lasciando la presidenza della Pro Patria. Compiendo così il primo passo verso la transizione che porterà contestualmente anche alla cessione delle quote del pacchetto di maggioranza del club di via Cà Bianca.
Plausibile che tutto avvenga in apertura della prossima settimana. Consegnando così alla delicatissima sfida di sabato con il Seregno (ore 14.30, stadio “Speroni”) la doppia veste di snodo cruciale della stagione biancoblu e di commiato da chi ha fatto la storia recente (oltre che le fortune) della società tigrotta.

Chi dopo la Testa? Radio Corridoio (va da sé) è in piena fregola. Servizio permanente effettivo cui ci sottraiamo per l’altissimo rischio di prendere buchi. A naso, meglio evitare. L’unico dato inconfutabile risiede nel fatto che l’annata è già sostanzialmente finanziata. Chi farà ingresso nel board della Pro Patria non avrà la necessità (quantomeno nell’immediato) di immettere nuova liquidità. Particolare che garantisce tempo di inserimento e che rassicura squadra e appassionati. Ma anche risvolto che (inutile nasconderlo), può anche comportare una diversa (e più profonda) chiave di lettura nel medio/lungo periodo.

Seregno variabile. “Siamo tutti in discussione”. L’ipse dixit turottiano dopo i 4 salti in padella del “Città di Meda è un chiaro invito all’ecumenismo. Ma (anche qui non raccontiamocela), tra i tutti in discussione ce n’è uno che lo è più degli altri. Evidente allusione a Luca Prina finito sulla piastra dopo il singolo punto nelle ultime 3 uscite. La striscia di 6 risultati utili aveva illuso ma il pettine continua ad incrociare nodi. E anche la comunicazione del Biellese 2 (“Quando servirà, saremo dove dobbiamo essere”) rischia di produrre un discreto cortocircuito se è vero (come è vero) che le giornate passano ma le cose peggiorano.

La squadra non riesce a (ri)trovare la sua identità. Combattuta in un velleitarismo comprensibile ad agosto. Non certo a novembre. La classifica è drammatica. Ma non tragica. C’è ancora del tempo. Anche se non moltissimo. E per citare sempre Turotti (“Bisogna cominciare dal non prendere gol”), l’indicazione è chiara, solo apparentemente banale. Per salvare la C, c’è un solo modo di giocare (per antipatica autocitazione, concetto espresso qui dopo il 3-0 con il Trento del 4 settembre). Tutto il resto è noia. O altra categoria.
Sabato contro il Seregno a quelle ormai consuete di Lombardoni e Piu si sommeranno anche le assenze (per squalifica) di Pierozzi e Saporetti. Ma anche i brianzoli sono in una fase di emergenza. Quindi l’argomento non sussiste. Meglio affidarsi ai presenti. E provare ad invertire la rotta.                                

Giovanni Castiglioni

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