Una prima parte di stagione davvero solida per il Biandronno, squadra rifondata nel 2019 e subito protagonista in Terza Categoria, a bissare il cammino di due anni fa: dopo il terzo posto (in coabitazione con la France Sport) di due anni fa alle spalle di un irraggiungibile Città di Varese e di un’ottima Valcuviana, i gialloblù si stanno ripetendo.

Traguardi che molte squadre appena rinate fanno fatica a raggiungere: per farlo bisogna creare un gruppo solido, avere la giusta sinergia tra i giocatori, ma per i gialloblù è stato molto semplice. Una decina di giocatori arrivavano direttamente dalla vecchia Ternatese, dopo aver giocato insieme fin dai Pulcini: si conoscevano già perfettamente e lo hanno dimostrato sul campo. Insieme ai giocatori, poi, si sono trasferiti anche molti membri dello staff tecnico capeggiato da mister Davide Zanzi.

Dopo la stagione mozzata del 2020/21, il Biandronno sta mostrando ancora una volta la grinta necessaria per stare in alta classifica e preoccupare squadre come Don Bosco e France Sport. Ottimi risultati, mente fredda e cinismo: questi sono gli ingredienti che la squadra mette in campo ogni volta, dimostrandosi estremamente combattiva.

Uno dei pilastri presenti fin dal 2019 è Andrea Noto, centrocampista classe ’95, che oggi ci parla di un Biandronno da non sottovalutare e che vuole dimostrare di meritare categorie più alte.

Andrea, sei al Biandronno da quando è rinato, nel 2019: raccontaci la tua esperienza.
“Siamo arrivati tutti dalla vecchia Ternatese. Abbiamo scelto di trasferirci perché la neonata società aveva questa voglia di mettersi in discussione e di essere competitiva, cosa che si era un po’ persa negli anni passati. La prima stagione è andata abbastanza bene, almeno fino a marzo… quando è arrivato il Covid. È stato un peccato perché come debutto non potevamo chiedere di meglio dato che eravamo nell’alta classifica insieme al Varese che stava dominando il campionato. È stata una sorpresa anche per noi essere così competitivi da subito, ma avevamo una voglia incredibile e i risultati lo hanno dimostrato. La stagione dopo è iniziata con tutti i dubbi del caso e poi ci hanno lasciati a casa. Quest’anno si spera di finire il campionato… vogliamo evitare i fantasmi dell’anno scorso”.

Qual è la partita del girone d’andata che vi ha visto esprimere il vostro gioco migliore?
“La partita in casa contro il Casbeno ci ha fatto capire che siamo una squadra matura e con esperienza, fatta da elementi giusti. Loro arrivavano da una serie di buone partite e con una bella classifica, ma noi abbiamo affrontato la sfida con la giusta mentalità: abbiamo dimostrato con quella vittoria di misura che possiamo essere precisi e non perdere facilmente l’attenzione, o farsi prendere dall’emozione e commettere piccoli errori dai quali possono nascere gol”.

Avete giocato un campionato solido con pochi punti lasciati al caso, cosa molto difficile da fare in questa categoria perché ogni partita è un mondo a sé. Vorrei che commentassi la partita contro il Ponte Tresa che è finita 3-3: cosa è successo?
“È stata una partita molto strana. Il Ponte Tresa è una squadra che si è presentata con alle spalle una serie di risultati postivi, molta esperienza e un attacco davvero forte, per cui sapevamo che sarebbe stata una partita difficile. L’abbiamo affronta nel modo giusto nei primi 45 minuti: due occasioni e due gol, ci siamo mostrati cinici e solidi. Nel secondo tempo è successo il disastro: abbiamo perso la concentrazione, due falli da rigore in cinque minuti e la partita si è incanalata sul 2-2. Da lì la squadra si è demoralizzata e, infine, è anche arrivato il 3-2 su calcio d’angolo. In quel momento dovevamo alzare la testa per salvare il salvabile e siamo riusciti a riacquistare la concentrazione e la maturità per non farci abbattere da quei tre gol subìti; all’80’ sono riuscito a segnare il 3-3. Nei minuti finali potevamo anche vincere… È stata particolare, molto bella con tanti film: è stato un peccato non vincerla sul 2-0 ma il pareggio sofferto conquistato in rimonta è stato indice di quella maturità e mente fredda che vogliamo tenere per dimostrare che possiamo competere ad alti livelli”.

Qual è la squadra da battere per dimostrare di essere una squadra da Seconda Categoria?
“Le prime due, quando le abbiamo affrontate, ci hanno mostrato di essere al nostro livello. Puntano in alto e le rispettiamo molto. La France Sport mi stupisce sempre perché sono una squadra simile alla nostra, con tanti giovani che corrono ed esprimono un bel calcio; me li ricordo dalla Juniores. Il Don Bosco ha invece degli elementi che fanno la differenza sul campo e possono risolvere la partita da soli. Questi due elementi combinati fanno sì che siano davanti a noi in campionato, ma speriamo di riuscire a ribaltare la situazione entro la fine della stagione; bisogna rimboccarsi le maniche e cercare di impedirgli di fuggire via in classifica”.

Un terzo posto alla fine del girone d’andata è un ottimo risultato, ma è possibile fare di più?
“Visto i due campionato che, di fatto, abbiamo giocato posso dirti che noi vogliamo la Seconda Categoria e abbiamo le carte in regola per conquistarla. Siamo una squadra, seppure giovane anche a livello societario, che ha dimostrato di avere la maturità giusta per puntare a qualcosa di più. Poi chiaramente anche le altre squadre giocano e vogliono la stessa cosa ma noi, per come abbiamo giocato finora, siamo materiale da promozione e possiamo farcela”.

Come avete intenzione di passare la pausa invernale?
“Riposare ci fa male (ride, ndr): dopo il nostro turno di riposo abbiamo perso un po’ il ritmo. Purtroppo, abbiamo subito degli infortuni in attacco che ci hanno messo i bastoni tra le ruote e quella piccola flessione nelle ultime partite, il 3-3 contro il Ponte Tresa e l’1-0 contro il Brebbia, è figlia anche di un po’ di sfortuna. Con il gruppo al completo potevamo vincerle: nel 2022 sono convinto che il Biandronno possa riuscire in tutti i suoi obiettivi. Detto questo, la pausa inverale la passeremo ad allenarci per poter dimostrare sul campo, a noi e agli altri, che siamo una squadra da temere”.

Quindi si punta in alto?
“Come ho già detto, puntiamo alla promozione. Ci sentiamo una squadra pronta a salire e personalmente voglio aiutare il Biandronno il più possibile a raggiungere i suoi obiettivi: dare il massimo per aiutare tutto il gruppo a realizzare qualcosa di importante. Secondo noi ce lo meritiamo”.

Simone Canil

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