Era dalla stagione 2014/2015 che ad Angera non si respirava quell’aria frizzante di chi sa di stare vivendo un qualcosa di straordinario. Allora furono il quinto posto ed un piazzamento ai play-off a coronare una stagione fantastica dei rossoblù, che tuttavia non c’entrarono il salto in Seconda. In mezzo, tanti anni di lotte e di battaglie che tuttavia non hanno mai fatto più respirare ai rossoblù quella stessa aria frizzante. Almeno fino ad oggi.
Sì, perché se in questa stagione si passa dalle parti di Angera, in particolare alla domenica, non si può non notare come sul campo di Viale Ungheria ci sia una squadra che di quell’aria frizzante non ne voglia più fare a meno, vivendo domenica dopo domenica (detto rigorosamente a bassa voce) il sogno di arrivare laddove sette anni fa non si è riusciti ad arrivare.

A parlarcene è chi ha vissuto sulla sua pelle tutte questi anni, un denominatore comune a tutte le stagioni dell’Angerese, Alberto Zoia, da otto anni con la divisa rossoblù tatuata addosso, diventato oramai un pilastro, in campo e fuori, di quest’Angerese.

Partiamo da dei dati: 20 punti, 6 vittorie, 2 pareggi e 2 sole sconfitte che valgono il secondo posto in classifica. Vi aspettavate ad inizio anno di poter essere dopo le prime 10 partite lì a giocarvela?
“In teoria non pensavamo di essere lì. Ogni anno partiamo sempre con il pensiero di far bene, ma in otto anni che sono qui all’Angerese, solo una volta siamo riusciti ad arrivare ai play-off. Quest’anno dalla seconda giornata abbiamo iniziato ad ingranare e piano piano abbiamo iniziato a crederci senza volerci più fermare. Naturalmente è ancora presto, siamo solo al termine del girone d’andata, ed il campionato è ancora molto molto lungo”.

Era da un po’ di stagioni che l’Angerese non era così competitiva per le zone alte della classifica. Cos’è cambiato quest’anno che vi ha dato la forza di poter lottare per il primato?
“La cosa principale penso che siano stati gli innesti di alcuni giovani di valore del territorio che hanno saputo dare il ricambio generazionale alla squadra. Non ho paura di citarli, sono Michele Baranzini e Francesco Lamorte, due classe 2003 che si stanno allenando e comportando molto bene, con la giusta umiltà e con la giusta partecipazione all’interno della squadra. In più sono entrati anche giocatori non di Angera, sia in difesa che in attacco, che ci stanno dando una grandissima mano. Penso a Marco Zantomio, che in questa prima parte di stagione ha già segnato 7 gol, ma anche a Marco Talerico e Riccardo Bitonti che hanno saputo blindare la retroguardia”.

Passando a te, in questa stagione sei arrivato già a 3 gol, condite da prestazioni eccellenti praticamente in ogni giornata. Si può considerare la tua migliore stagione a livello personale?
“Direi di sì. Non per fare il modesto, ma quest’anno sto facendo spesso un ruolo che non è il mio, perché sono un falso 9 con il 10. Poi dico di sì anche perché avendo 30 anni non è stato facile ritornare in forma, sia fisicamente che mentalmente, dopo due anni di stop. Molto del merito è proprio di questo gruppo, con il quale si è creata una sintonia fantastica ed in cui si è sempre in tanti ad allenarsi, una cosa che negli ultimi anni non era così frequente: questo dà sicuramente tanta motivazione”.

Oltre ai gol, anche la fascia di capitano contribuisce non poco al tuo status di leader all’interno della squadra. Hai mai avuto un punto di riferimento a cui ti sei ispirato per diventare il calciatore che sei oggi?
“Sicuramente un punto di riferimento per me, sia come capitano che come giocatore, è Walter Cortese, che è il capitano ufficiale di questa squadra e che purtroppo è alle prese con un infortunio che lo sta tenendo fuori da mesi. È il classico giocatore che parla poco e corre tanto, e se devo indicare un giocatore a cui mi ispiro è senza dubbio lui”.

Tornando al campionato, le vostre due uniche sconfitte sono arrivate contro Oratorio San Filippo e Varano, ossia le squadre che insieme a voi compongono il podio al termine del girone d’andata. Credi che la vincitrice del campionato sarà una tra voi tre?
“Beh, io spero vivamente che saremo noi, però si sono entrambe delle belle squadre, così come lo sono però anche l’Ardor e l’OraSport che compongono il gruppetto di testa. Anche il Torino Club lo reputo una squadra che sarà lì a lottare, nonostante sia un po’ indietro credo proprio che rientrerà nei giochi nel girone di ritorno”.

Il vostro campionato ripartirà subito con il botto, il 30 gennaio, con lo scontro diretto proprio contro l’Oratorio San Filippo. All’andata finì 4-2 per loro, cosa servirà per non ripetere quella partita?
“Senza forse, quella contro di loro è stata la nostra peggior partita della stagione, una sconfitta assolutamente meritata. Penso che noi siamo l’unica squadra che dobbiamo temere, perché abbiamo dimostrato che se siamo in giornata non dobbiamo avere paura di nessuno. Per quanto riguarda la gara contro il San Filippo, il nostro punto di forza questa volta sarà giocare in casa: non abbiamo mai perso e vogliamo puntare a fare 10 vittorie su 10 ad Angera”.

Francesco Vasco

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