Fabio Seno, 22 anni da compiere il prossimo mese, è un giovane aspirante infermiere che, svestito il camice e posati i libri, porta avanti la passione per il calcio. Passato dalle giovanili del Varese Calcio, ha vestito le maglie di Insubria e Gavirate prima di passare con entusiasmo alla Besnatese nella finestra di dicembre del calciomercato. 

Che cosa ti ha spinto a scendere di categoria e a tornare in Promozione?
“Al Gavirate, società con cui mi sono sempre trovato benissimo, ho avuto poco spazio. In questa stagione ho giocato meno di quanto sperassi e, invece, ho voglia di scendere in campo, di mettermi in gioco, di provare a far vedere le mie qualità. Non mi pesa di essere sceso in Promozione, anche perchè penso ci sia sempre il modo di poter risalire. Se giocherò bene e farò tanti gol sarà più facile e mi piacerebbe farlo magari proprio con la Besnatese”.

Sei da pochi giorni a Besnate, ma sembra che tu abbia già un buon feeling con l’ambiente.
“E’ così. Ho iniziato ad allenarmi con la squadra il 3 gennaio e sono molto contento dell’accoglienza che tutti mi hanno riservato. C’è un ambiente sereno, la dirigenza è competente, ho ritrovato Luca Comani con cui ho giocato al Gavirate e un mister come Rasini che ama far giocare bene le sue squadre. Sono andato a vedere la gara contro la Solese e avevo avuto buone impressioni che ho confermato in questi primissimi giorni”.

C’è qualcosa in particolare che ti ha fatto accettare la Besnatese?
“Avevo altre offerte sia in Promozione che in Prima Categoria ma ho deciso di dire sì alla Besnatese per due motivi: perchè è una piazza importante e perchè quando l’ho affrontata in passato mi ha sempre colpito positivamente il gioco. A Besnate si propone un ottimo gioco, si cerca di far girare la palla e di costruire azioni ragionate, un po’ come al Gavirate. Da altre parti si preferisce lanciare la palla lunga, ma quel tipo di filosofia non fa per me”.

Che cosa potrai portare in più a questa squadra che può dire la sua nelle zone alte della classifica?
“Sono un attaccante che si sacrifica molto per i compagni, lotto su tutti i palloni e gioco spalle alla porta. Spero anche di segnare un po’. Quest’anno non ho giocato molto ma ho comunque realizzato due gol, uno in Coppa Italia contro il Verbano e uno in campionato contro la Sestese. Con un po’ di continuità in più, mi auguro di dare il mio buon contributo anche in termini di reti”.

Davanti la Besnatese ha ad esempio Angelucci e Cinotti, due bomber di categoria.
“Lo sapevo benissimo già prima di accettare, naturalmente, ma credo che ci sia spazio per tutti. Sono due grandi giocatori e potrò anche imparare qualcosa da loro, sono contento di mettermi alla prova. Il mio obiettivo è quello di rimpinguare il mio bottino personale di gol, magari arrivando in doppia cifra. Sarebbe il top”.

Facendo un passo indietro nella tua carriera, hai esordito in Eccellenza con la maglia del Varese. Ed è stato un debutto molto particolare.
“Era la stagione 2018/2019, la mia seconda al Varese. Quell’annata per i biancorossi è stata a dir poco travagliata a livello societario. Ricordo che la prima squadra si è rifiutata di giocare per questioni che riguardavano l’extra campo e quel 10 febbraio 2019 contro la Castanese abbiamo giocato noi della Juniores Nazionale. Abbiamo disputato una partita di grande cuore e abbiamo perso 1-0 incassando un gol negli ultimi minuti. Ho ricordi vivissimi di quella giornata al “Franco Ossola” e conservo con orgoglio anche il giornale. Cerco tuttora di tenermi informato sul Città di Varese e ho contatti con qualche mio ex compagno di allora: in particolare sento M’Zoughi e Mondoni che sono alla Vergiatese, ad esempio, e Travaglini che è all’Olbia in Serie C”.

Dal Varese al Gavirate, com’è avvenuto il passaggio?
“Sono stato al Gavirate già nel 2013 quando ero tra gli Esordienti di mister Genovesi, che ora è il secondo di Caon in prima squadra. Sono passato poi all’Insubria e al Varese e quando la società biancorossa è fallita ho ripreso il mio cartellino e non ci ho pensato due volte a tornare a Gavirate. Il Gavirate sarà sempre nel mio cuore. Con quella maglia ho esordito in prima squadra in Promozione, ho provato la gioia di vincere il campionato di Promozione, purtroppo non festeggiando sul campo causa Covid-19, e di giocarmi le mie carte in Eccellenza. Il livello dell’Eccellenza è indubbiamente più alto ma mi sono tolto qualche soddisfazione come il gol al Pavia la passata stagione partendo da titolare. Sarò sempre grato a sulla società, ma ora ho voglia di rimettermi in gioco dove posso avere più chance di ritagliarmi spazio”.

Dal campo alle corsie degli ospedali, visti i tuoi studi di Infermieristica. Il CRL per ora ha deciso che il campionato ricomincerà a febbraio. Cosa ne pensi?
“E’ un periodo complicato e, visti i tanti casi di positività, penso sia sensato aspettare ancora qualche settimana. Per noi è dura allenarci senza avere una data ravvicinata per la ripartita, ma dobbiamo impegnarci e farci trovare pronti. Siamo una buona squadra in una piazza importante e i playoff sono alla nostra portata”.

Cosa ne pensi dell’obbligo del vaccino anche per i dilettanti?
“Il vaccino è l’unica soluzione possibile per proteggersi da questo virus. Io per primo appena ho potuto ho fatto la terza dose e ne sono contentissimo. I no vax difficilmente riescono ad uscire indenni dal Covid-19 con le loro gambe. Quindi sono decisamente d’accordo con i provvedimenti che sono stati presi”.

Che progetti hai e che augurio ti fai per il 2022?
“Ho cominciato da poco il secondo anno di Infermieristica, una facoltà che mi piace tantissimo. Ho sempre avuto questo pallino e l’anno scorso, pur tra tante difficoltà legate al Covid-19, al tirocinio, alle lezioni a Como e alla difficoltà di conciliare il tutto con il calcio, ho vissuto l’ospedale e ho avuto la conferma che questo mondo mi piace, che fare l’infermiere è la mia strada. Spero di frequentare il tirocinio e che non blocchino questo tipo di opportunità per noi studenti”.

Laura Paganini

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