Su i motori! Dopo il semaforo, scatenate l’inferno!! Gas a martello!!! Prima dentro!!!! E andiamo!!!!!”. Le celebri telecronache di Guido Meda hanno ormai fatto scuola nel panorama motociclistico italiano: quanti appassionati sognatori o quanti giovani aspiranti piloti hanno immaginato almeno una volta di essere i protagonisti di quelle telecronache, di vivere, curva dopo curva, sorpasso dopo sorpasso, tutte le adrenaliniche emozioni di un GP?

C’è chi, la maggior parte a dir la verità, quel sogno l’ha già dovuto abbandonare, ma c’è anche chi lo continua a coltivare, giorno dopo giorno, con passione e determinazione, sapendo che prima o poi arriverà il suo momento. È questo il caso, possiamo dirlo, di un’autentica promessa varesina del mondo delle corse che ha davanti a sé una brillante carriera da costruire, da vivere e da riempire di successi. Sì perché il futuro è tutto dalla sua parte. Classe ’08, avete capito bene, la carta d’identità non mente: Josephine Bruno è nata il 20 aprile del 2008, ma vanta già una carriera impressionante sulle due ruote.

Giusto per snocciolare i dati, ecco il curriculum della giovane pilota: 2014/15 Campionato SSBK categoria Minimoto (3ª classificata); 2015/17 Campionato Lorenzo School categoria Minigp 110 (3ª classificata); 2017/18 Campionato Dodici Pollici Italian Cup categoria Minigp 160 (10ª classificata), Campionato Motoestate categoria Minigp Stok 160 (1ª classificata); 2018/19 Campionato Dodici Pollici Italian Cup PitBike Lady (1ª classificata), Campionato Motoestate categoria Minigp Open (2ª classificata), Campionato Motosport categoria PitBike Open (3ª classificata); 2019/20 Campionato Dodici Pollici Italian Cup categoria Pitbike S2Under (2ª classificata) e Campionato Motosport categoria PitBike Stok (3ª classificata con due gare in meno dovute alla concomitanza con il Dodici Pollici). A questo si aggiunge anche la partecipazione alla Coppa Italia Velocità PreMoto3 del 2021 con il team MRT Corse, chiuso però anzitempo a causa di un brutto incidente. Nessun dramma perché nel Trofeo Inverno, a quattro mesi dalla terribile caduta, è arrivato subito il terzo posto finale che la proietterà ad un 2022 ricco di appuntamenti, a cominciare dalla prestigiosa Women’s European Cup (il calendario nella foto a destra).

Ispirata da papà Filippo (pilota a livello amatoriale su suolo nazionale), Josephine si è messa in sella a cinque anni e da lì non è più scesa. Anzi, è sempre andata più forte. “Nel momento in cui mio padre mi ha portato in pista – spiega la giovane di Cuasso al Monte – è scoccata la scintilla e mi sono innamorata del mondo delle corse”.

Cosa significa per te correre in moto?
“Passione. Stare in sella mi dà una sensazione di felicità indescrivibile; è la mia vita”.

A proposito di felicità, il tuo soprannome è “Joy”; da dove deriva?
“Mi è stato dato perché nel paddock ho sempre il sorriso sulle labbra e tutti mi dicono che porto entusiasmo a chi sta intorno. Dal mio punto di vista, questo comportamento non è altro che il segreto per correre in maniera spensierata, a mente libera. Quando si entra in pista pieni di paranoie non si va da nessuna parte; nel momento in cui si corre non bisogna pensare ad altro se non a divertirsi e a dare il massimo”.

C’è un pilota a cui ti ispiri?
“Marc Márquez. È un pilota giovane e fenomenale che in pochissimi anni ha già recuperato quanto fatto da una leggenda come Valentino Rossi. Mi appassiona il suo modo di correre e credo sia la rappresentazione perfetta dello scendere in pista per dare il massimo”.

Qual è stata fin qui la tua miglior stagione?
“L’S2 Under. È vero che nella stagione precedente avevo vinto, ma l’S2 è una categoria molto più difficile e sono riuscita ad arrivare seconda al termine di un campionato difficilissimo in cui c’è stata una bagarre infinita. Ad oggi è il campionato che ricordo con più affetto”.

La seconda parte del 2021 non è però andata come ti aspettavi  a causa dell’incidente di Misano di fine luglio. Mi racconti cosa è successo quel giorno?
“Alla curva del Carro sono stata toccata da un altro pilota e c’è stata una brutta caduta: mi sono rotta il bacino, l’osso sacro e una costola. Sono stata a letto un mese dal giorno dell’incidente prima di poter cominciare con la riabilitazione”.

Per chi, come te, vive sulle due ruote, quanto è stato difficile star lontana dalla pista?
“È stata davvero molto dura perché, a conti fatti, sono stata ferma quasi quattro mesi. In ogni caso la volontà di tornare in sella al più presto mi ha dato la forza di affrontare il percorso di riabilitazione nel migliore dei modi e, a tal proposito, voglio ringraziare il professor Cipolat (volto decisamente noto della provincia di Varese che ha partecipato anche alla spedizione olimpica di Tokyo, ndr) che continua tutt’ora a seguirmi”.

Sei però già ritornata in sella; sensazioni?
“Non è cambiato nulla. Ho avuto le stesse emozioni di sempre e ho solo riabbracciato la gioia nel poter fare ciò che amo. Il terzo posto al Trofeo Inverno è stato una bella gratificazione”.

Immagino che tu sia carica in vista del 2022: cosa significa per te partecipare, tra l’altro con un nuovo team, ad una competizione del calibro della Women’s European Cup?
“È una bella emozione. So che sarà molto impegnativa, ma voglio dare il massimo per ripagare la fiducia di GradaraCorse Racing Team. Il team di Carlo Facchini mi ha fortemente voluta e sono onorata di farne parte, anche perché avrò così la possibilità di guidare una Yamaha R3 e, inoltre, di partecipare alla R3 Cup”.

È la prima volta che prendi parte a una competizione internazionale?
“Sì. Tempo fa avevo corso una gara in Spagna, ma è stata un unicum; da adesso si comincia davvero a fare sul serio”.

Credo che ci siano circuiti nuovi per te: come ti approcci ad un tracciato che non conosci?
“Conosco solo i circuiti italiani (Misano, Vallelunga e Mugello, ndr), mentre Valencia e Rijeka sono inediti per me. Prima di gareggiare su una pista nuova studio tutte le traiettorie insieme al team e cerco di capire quale sia l’assetto migliore della moto. Tra non molto andrò a fare i primi test a Valencia e comincerò a saggiare di persona la tipologia del circuito”.

Come ti prepari ad una gara?
“Non penso a nulla se non a correre. Prima del via mi confronto con il capomeccanico e gli chiedo alcune specifiche della moto indicandogli, in base alle mie sensazioni in pista, come regolare le forcelle, il mono, il rapporto e tutto il resto. Trovare la perfetta alchimia pilota-team è fondamentale per arrivare al successo. Quanto conta l’aspetto mentale? Il 100%, è ancor più importante della preparazione fisica perché se non sei concentrato su quello che fai rischi davvero tanto”.

Ho visto che corri con il numero 8; ha un significato particolare?
“Il 2008 è l’anno della mia nascita ed è il numero che ho sempre utilizzato. Questa stagione, però, non lo potrò usare e ho quindi scelto di gareggiare con il numero 80: è quello che usava mio padre e, alla fine, l’8 c’è comunque dentro (ride, ndr)”.

Arrivata a questo punto della tua carriera, c’è qualcuno che vuoi ringraziare?
“Assolutamente sì. Ci tengo a ricordare lo sponsor Tre Valli Moto e, soprattutto, i miei genitori che hanno sempre creduto in me e mi spingono quotidianamente a migliorarmi”.

Non posso non chiedertelo: non appena prenderai la patente, che moto ti regalerà papà Filippo?
“Iniziamo con il Cinquantino non appena farò il patentino (ride insieme a suo padre, ndr), poi ci sarà spazio per la Panigale V4 R…”.

Per concludere, qual è il tuo sogno?
“Essere la prima ragazza a correre in MotoGP. E vincere il Mondiale”.

Un sogno ambizioso ma, anche da queste righe, abbiamo capito che la giovane pilota varesina ha tutte le carte in regola per poterlo concretizzare. Per lei, per la sua famiglia e per tutti coloro che la supportano ogni giorno. E chissà che un domani, molto presto, non si senta il ruggito: “Tutti in piedi sul divano, Josephine Bruno c’è!”.

Matteo Carraro

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui