Continua il nostro viaggi nei settori giovanili del basket provinciale. Dopo essere andati a trovare coach Giulio Besio al BasketBall Gallaratese, stavolta è il turno di coach Stefano Bizzozi, assistente di Frank Vitucci nell’anno degli Indimenticabili, che ora è il Responsabile del Settore Giovanile di Pallacanestro Varese Academy.

Una responsabilità importantissima per quello che dovrebbe essere il bacino da cui attingere per vedere crescere nuovi campioni in salsa biancorossa. Con lui abbiamo fatto il punto della situazione fino ad oggi, tra stop, ripresa, ed incertezza causa covid.

Come sono andati questi primi mesi per tutta Varese Academy?
“Tutti i gruppi hanno lavorato con buon impegno e profitto, poi un po’ sul più bello abbiamo rallentato. Purtroppo questo non è stato a causa delle vacanze natalizie, ma bensì è il covid-19 ha bloccato tutto. Ora ci siamo fermati, abbiamo lavorato in questo primo periodo del nuovo anno solo con i ragazzi che sono in foresteria, abbiamo ripreso lunedì scorso con i ragazzi dell’under 19 e 17, siamo ripartiti questa settimana con gli altri gruppi e piano piano cerchiamo di tornare a regime. Per quanto concerne i campionati invece siamo nelle mani di come si svilupperà la situazione covid-19”.

Come si gestisce a livello di programmazione una situazione del genere?
“Sicuramente non perdiamo per quanto concerne la tecnica individuale. L’attenzione di non avere troppo contatto negli allenamenti ti fa lavorare molto sui fondamentali e da questo punto di vista i gruppi stanno crescendo, soprattutto nella manualità. E’ ovvio che ogni volta dover ricominciare con il gioco penalizza; mi verrebbe da dire che ci sono 5 buone individualità ma un gioco corale farraginoso”.

A livello psicologico, cosa nota in questi ragazzi?
“Si vede una gran voglia di fare sport e giocare. Siamo subissati di richieste su quando si riparte. Dall’altro punto di vista si è un po’ smarriti e soprattutto demoralizzati da questa situazione. Il fatto di essere chiusi spesso in casa, di non uscire, di abbandonare l’attività vera e propria, sportiva e sociale, a volte fa chiudere i ragazzi in sé stessi e gli fa perdere motivazione ed emozione. Credo che intanto il covid-19 lo abbiamo conosciuto e lo stiamo combattendo, si vuole continuare e riportare i ragazzi in palestra, nella speranza che ripartano i campionati e non si fermino più”.

Parlando dell’under 17, gruppo che lei segue in prima persona. Avete fatto un ultimo mese/mese e mezzo di partite strabiliane, con anche lo stage di Sopron in mezzo. Dove può arrivare questo gruppo?
“E’ una squadra che lavora da tanto tempo insieme a cui abbiamo sempre aggiunto uno o due giocatori per alzare la qualità. Come tutti i gruppi che lavorano da molto tempo insieme c’è conoscenza, affiatamento ma la vera domanda è quanto margine di sviluppo ha la squadra nel suo complesso e nei suoi singoli. In questo, come si sa, ci sono componenti non solo tecniche ma anche fisiche che entrano in gioco. E’ un gruppo solido, che si diverte, si impegna e questo si vede in campo. A livello italiano ce la giochiamo anche se ci sono realtà molto forti. L’unica cosa che possiamo controllare è quella del miglioramento individuale. Come in questo gruppo, abbiamo tanti giocatori futuribili in tutto il settore giovanile e questa è la cosa che fa più ben sperare”.

Ad aprile ci saranno i 2004 che parteciperanno alla tappa di Eurolega qui a Varese. Come vi state preparando per questo bellissimo evento?
“Ci continuiamo ad allenare come sempre sinceramente. Come tutti i gruppi che fanno questa manifestazione, cercheremo di rinforzarci, avendo la possibilità di tesserare tre atleti: una cosa che fanno tutte le squadre ed è normale sia così vista la richiesta di livello molto alto. Se il covid ci darà un po’ di tregua penso arriveremo pronti. Speriamo ora che con questo nuovo Return to play si possa lavorare con maggior continuità”.

Andando invece sul gruppo che fa la CGold, come sta andando il percorso di crescita della squadra?
“Fatto salvo qualche problema che abbiamo avuto e molte partite da recuperare, io direi che dobbiamo essere molto soddisfatti di quello che facendo la squadra. Rispetto allo scorso anno non abbiamo Librizzi, Virginio e Jokic e qualche altro giocatore che si è spostato per fare esperienza. Non voglio soffermarmi sul mero risultato, anche perché tante gare le abbiamo perse con uno scarto minimo contro realtà costruite per vincere il campionato. Ciò a cui voglio guardare è la crescita di questi ragazzi. Ci sono miglioramenti giornalieri, anche con ragazzi come Valdo del 2005. Ragazzi molto giovani che affrontano un livello senior allenandosi come un settore giovanile”.

Alessandro Burin

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