Nella foto una 'panchina' del Varese Calcio di inizi anni '80. Da destra: Astori, Brambilla, Rigamonti, Mauti, Salvadè, Tresoldi, Marotta e il Dott. Frattini

Un martedì cupo a Varese, perché una delle stelle luminose della Città Giardino si è spenta: all’età di 84 anni è morto Veglio Astori, leggendario massaggiatore bosino che ha legato il suo nome a storiche imprese nel ciclismo nello sci e nel calcio.

Dalle ore di lavoro in fabbrica agli studi delle tecniche di massaggio: è così che è nata la sua brillante carriera inizialmente al seguito dei grandi del ciclismo, su tutti il Cannibale Eddy Mercks, lavorando sulle loro gambe per spingerli ad andare ancora più forte.

Dalle salite su strada alle discese sulla neve, ma il risultato non cambia: dove arrivavano le sue sapienti mani, arrivava anche la vittoria. Se ne sono accorti, tra gli altri, gli sciatori azzurri Gustav Thöni e Piero Gros, medagliati olimpici a Innsbruck ’76.

Nella carriera del grande massaggiatore non poteva poi mancare la lunga parentesi calcistica. Vecchio e caldo cuore biancorosso, Astori si è legato al Varese Calcio di Guido Borghi prendendosi cura dei giocatori per vent’anni, dal ’76 al ’96, restando sempre al fianco della squadra. Il Varese di Maroso e di Ricky Sogliano, il Varese di Colantuoni e Marotta per chiudere con il Varese di Orrigoni e Milanese.

Veglio Astori se n’è andato quest’oggi dopo una malattia con la quale stava facendo i conti dallo scorso anno, ma il suo contributo al mondo sportivo (italiano e non) resterà per sempre scolpito nella storia. Domani, mercoledì 26 gennaio alle ore 14.45, l’ultimo saluto a Veglio con il rosario alla Sala del Commiato di via Mulini Grassi 10.

Redazione

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