Arrivato a rinforzo della rosa nella finestra di calciomercato invernale, Pietro Martinoia si è rivelato subito una risorsa preziosa nello scacchiere di mister Caon. Centrocampista classe 1999, ha calcato da giovanissimo i campi della Serie D indossando la maglia della Varesina, società con cui ha esordito anche nel campionato di Eccellenza prima del passaggio in prestito all’Alcione Milano. Poi un infortunio alla spalla che l’ha tenuto fuori dai giochi per qualche mese e una parentesi al Settimo Milanese nella prima parte dell’attuale stagione prima dell’approdo in casa Gavirate. Con due reti messe a segno nelle quattro gare finora disputate (contro Accademia Pavese San Genesio, Base 96 Seveso, Vergiatese e Calvairate), il personalissimo esordio del nuovo innesto rossoblù è stato decisamente positivo.

Sei soddisfatto di queste tue prime uscite?
“Personalmente è andata bene. A livello di squadra poteva andare meglio, visto che abbiamo vinto solo una partita su quattro, ma per fortuna domenica siamo tornati alla vittoria dopo tanto tempo ed è stato qualcosa di molto bello e importante. Ora speriamo di continuare così per le prossime partite”.

Dopo un inizio di stagione complicato a Settimo, che realtà hai trovato a Gavirate?
“A Settimo le cose non erano andate benissimo e a dicembre, appena ho ricevuto la chiamata del mister e del direttore, ho pensato subito di accettare questa offerta, anche per un motivo di vicinanza geografica, visto che abito a dieci minuti da Gavirate. Parlando con il Settimo, siamo riusciti a metterci d’accordo e a far sì che questo passaggio potesse avvenire. Qui mi sono trovato subito bene per l’organizzazione della società, che facendoci allenare di sera permette a noi ragazzi di lavorare e studiare durante il giorno, che secondo me è molto importante a questi livelli. Anche i compagni mi hanno accolto subito bene e devo dire che a Gavirate si respira un clima di famiglia, quindi sono molto felice della decisione presa”.

I gol di un centrocampista sono un grande valore aggiunto per qualsiasi squadra. Sei un giocatore che cerca spesso la porta? Considerando le tue caratteristiche, come ti definiresti?
“Diciamo che nella mia carriera non ho mai fatto tanti gol: quest’anno sono a quattro, quindi per me è già un record (ride, ndr). Analizzando le due reti con il Gavirate, il grande merito è della squadra. Contro l’Accademia Pavese ho segnato di testa su una punizione di Lercara, che aveva messo un bel pallone in mezzo, e domenica con la Calvairate non ho fatto un gol splendido in quanto a realizzazione, ma sono stato bravo a crederci e ad arrivare in quel punto per finalizzare una grande azione dei miei compagni culminata con l’assist di Tartaglione, che era solo da spingere in rete. Diciamo che per il mio ruolo provo sempre ad aiutare la squadra con la corsa e recuperando palloni; negli ultimi anni sto anche cercando di lavorare per segnare più spesso e fare qualche assist in più, in modo da dare una mano alla squadra in fase realizzativa”.

Analizziamo le prime due partite dopo la ripresa: secondo te, cosa è mancato contro la Vergiatese e cosa è cambiato domenica contro la Calvairate?
“Secondo me ci sono stati due atteggiamenti differenti. Forse con la Vergiatese siamo stati penalizzati dal fatto che non giocavamo da tanto. Loro sono partiti con molta forza nel primo tempo e noi all’inizio non abbiamo fatto una bella prestazione: ci hanno schiacciati e il gol che hanno realizzato è stato decisivo. Poi nella ripresa, sebbene non sia arrivato il pareggio, c’è stata una buona reazione da parte della squadra. Il mister dopo la partita ci ha detto che c’era stato cambiamento radicale dal primo al secondo tempo e ci ha chiesto di ripartire da lì. Con la Calvairate siamo stati bravi a riportare in campo quell’atteggiamento e, partendo subito aggressivi, siamo riusciti a portare la partita dalla nostra parte. Credo che questo sia un fattore molto importante, perché approcciare le partite in un certo modo, cercando di mettere subito sotto pressione la squadra avversaria, ti aiuta a indirizzare tutto il corso della gara; quando invece parti male e gli altri iniziano ad attaccare andando spesso alla conclusione, ne esci frastornato ed è difficile trovare la lucidità”.

Le prossime due gare saranno il derby contro la corazzata Sestese e il recupero contro la tua ex squadra Settimo Milanese. I tre punti di domenica vi hanno dato più fiducia?
“Chiaramente più partite perdi, più le tue sicurezze diminuiscono e di conseguenza quando scendi in campo hai più ansia e paura e le prestazioni di squadra ne risentono. Adesso è importante che questa paura venga meno e che si riesca a vincere più partite possibili. La posizione in classifica non è ancora bellissima, ma speriamo di migliorarla. La società era da un po’ che non vinceva, io dalla prima giornata, quindi i tre punti sono stati una bella ventata di aria fresca. Riguardo alle prossime partite, domenica sarà dura perché la Sestese è una squadra molto forte, e il primo posto lo testimonia. Con il Settimo dobbiamo vincere assolutamente perché sono punti che servono. Per loro le cose non stanno girando nel verso giusto, ma di certo non sono una squadra allo sbaraglio; anzi, sperano ancora di salvarsi e per noi non sarà partita scontata”.

Ti sei posto un obiettivo particolare per questa tua nuova avventura? Dal punto di vista collettivo, pensi che lo stimolo di mantenere la categoria possa farvi scendere in campo con una marcia in più?
“Dal punto di visto della squadra, sicuramente l’obiettivo primario è proprio quello di salvarsi e spero vivamente che da qui alla fine della stagione riusciremo a fare più punti possibili per centrarlo. La società ci tiene molto, ha conquistato la categoria pochi anni fa e per come è strutturata merita di restarci. Dal punto di vista personale non mi sono posto un obiettivo preciso; spero di stare bene, di giocare più partite possibili e di aiutare i compagni dando il mio contribuito”.

Silvia Alabardi

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