Nel settore giovanile dell’Accademia Varese la crescita personale e calcistica dei bambini viene messa al primo posto. Angelo Bruno, il responsabile del vivaio, spiega quanto sia importante avere uno staff qualificato e capace di differenziare i programmi in base alle fasce di età. Attraverso l’utilizzo di accurate schede di valutazione il lavoro viene concentrato sulle caratteristiche individuali di ogni singolo allievo.

Nonostante il periodo di stop legato al covid, gli iscritti stanno aumentando e ora sono 220; questo è dovuto anche al fatto che negli ultimi anni l’Accademia ha introdotto parecchie figure, quali il match analyst, il preparatore dei portieri e quello della tecnica individuale, che stanno portando ad un altro livello l’esperienza dei ragazzi. L’obiettivo è quello di migliorare nei dettagli e continuare il percorso di crescita.

Qual è il vostro obiettivo principale?
“Vogliamo far crescere i ragazzi sia in ambito calcistico ma soprattutto in quello umano. Insegniamo rispetto, educazione e l’importanza di seguire le regole. L’aspetto tecnico passa in secondo piano, soprattutto con i più piccoli. Il percorso degli iscritti all’Accademia viene seguito a 360°: anche la pagella influisce sulle scelte del campo”.

Quanto è importante il ruolo degli allenatori nel processo di crescita dei bambini?
“La scelta degli allenatori è fondamentale e varia in base alle fasce di età. Per quanto riguarda i più piccoli, i nostri mister devono essere qualificati, soprattutto in ambito motorio. Gli insegnamenti sono trasmessi anche attraverso giochi o storielle. L’obiettivo principale è il divertimento dei “nanerottoli”, come ci piace chiamarli. Quando si arriva alla scuola calcio, e quindi parlo delle categorie a 7 e a 9, l’istruttore è un vero e proprio educatore; deve formare il carattere dell’atleta e fare in modo che questo venga riportato poi sul campo. Il focus, dal punto di vista calcistico, è sulla tecnica individuale e sull’esecuzione in velocità. Nel settore giovanile gli atleti sono quasi al termine del processo di formazione, sia dal punto di vista agonistico che umano, quindi l’allenatore può concentrarsi più sulla tattica e sul raggiungimento degli obiettivi. Il risultato, che inizia ad assumere importanza, è il frutto del lavoro svolto in settimana e questo è il concetto che deve passare”:

Come si può coltivare il talento dei più giovani?
“Ogni ragazzo ha del talento, che sia caratteriale, tecnico o nei fondamentali; il mister deve essere in grado di riconoscerlo e puntare su quello, andando a colmare eventuali lacune. Per questo motivo utilizziamo schede tecniche che contengono ben 32 punti di valutazione e che teniamo per ognuno dei 220 atleti iscritti all’Accademia. Conoscere i punti di forza e di debolezza dei ragazzi è fondamentale per creare un lavoro su misura per ogni calciatore. Questo tipo di programma non sarebbe possibile senza la preparazione che i nostri allenatori possiedono.”.

Quanto il periodo di chiusura legato al covid ha influenzato le attività?
“I ragazzi hanno risentito del periodo di stop. I più piccoli in particolare, al di là dell’aspetto agonistico, non vedono l’ora di giocare con gli amici e questo è mancato molto durante la quarantena. Non abbiamo mai interrotto completamente l’attività: durante il primo lockdown abbiamo cercato di rimanere in contatto con gli atleti tramite videochiamate. Dopo Natale quando ci hanno comunicato che non saremmo rientrati non è stato facile ma, appena si è potuto, abbiamo ricominciato, ovviamente seguendo le regole del distanziamento. Volevamo dare la possibilità ai ragazzi di potersi sfogare il prima possibile e soprattutto di divertirsi”.

Quali sono le prospettive per il futuro?
“Ho la fortuna di lavorare con Sean Sogliano e Bruno Limido, che hanno calcato campi importanti, e con i quali è un piacere collaborare. L’obiettivo dell’Accademia è continuare a crescere. Negli ultimi anni abbiamo cercato di importare tante migliorie: abbiamo introdotto le figure del  preparatore dei portieri, dell’allenatore della tecnica individuale e del match analyst che di solito nei dilettanti non c’è e che dà la possibilità ai ragazzi di riguardare la partita. Abbiamo anche organizzato delle iniziative che permettono a chiunque di partecipare per potersi divertire (vedi foto volantino); in futuro ce ne saranno di sicuro altre. Inoltre siamo contenti di aver formato giocatori di talento; vedere ragazzi che sono cresciuti nell’Accademia venire contattati da società importanti è certamente un motivo di orgoglio”.

Giovanni Enrico Civelli

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