Un punto (e zero gol fatti) in 3 partite. Se il dato politico ci consegna una Pro Patria viva sul piano tecnico, focalizzata sull’obiettivo dal punto di vista mentale, non certamente favorita (eufemismo) dagli episodi (anche arbitrali), quello aritmetico (inutile menarla, purtroppo) è di chiaro segno opposto.

La vittoria di Verona ottenuta con un cinismo ed una concretezza sconosciuti in larga parte della stagione biancoblu è stata ripagata con la stessa moneta (Bolzano esclusa) nelle tappe successive del Salvation Tour tigrotto. Anche ieri con la Juventus U23. Match al termine del quale già il punto sarebbe stato accolto con qualche sopracciglio alzato. Figuriamoci la sconfitta. A maggior titolo per come (iniquamente), è maturata. “Siamo sul pezzo. So che quando manca il risultato è difficile dirlo”. Impossibile dare torto a Prina. Tanto nella premessa quanto nella solo apparentemente ovvia conclusione. Perché il risultato è l’unica cosa che conta. E la prestazione (piaccia o meno), non può sempre essere estranea alla sua estrema sintesi numerica. Soprattutto a 10 giornate dalla fine.

Detto questo, la classifica è meno drammatica di quanto scritto nelle righe precedenti potrebbe far supporre. Pro Patria ancora salva. Seppur solo grazie a scontro diretto e migliore differenza reti rispetto alla Pergolettese. Con cui alla 38^ è previsto un incrocio che già oggi assume i contorni dello spareggio. Un passo alla volta però. A partire da domenica contro il Legnago (ore 17.30, stadio “Speroni”). Comunque la si voglia mettere, è complicato pensare che la permanenza in categoria non debba passare necessariamente da 3 punti contro i veneti.

Pensavo fosse rigore… invece era un calesse. Se si può obiettare sul rigore negato ai biancoblu (questione di metro adottato), su quello assegnato ai bianconeri non ci sono invece dubbi. Non c’era. Punto. Sia per l’entità (lievissima) del contatto su Cudrig, che per l’evidente intervento sul pallone di Molinari. Circostanza meritevole di un naturale non fischio. Per molti, ma non per tutti. Tra i quali l’arbitro Simone Taricone di Perugia, direttore di gara da 12 penalty in 18 presenze in C (10 su 10 la stagione passata). Insomma, una certa passionaccia per gli undici metri aveva già fatto curriculum da un pezzo. E (si sa) dall’hobby al vizio è davvero un attimo.  

La rappresentante di lista. Con il rientro dai rispettivi turni di squalifica di Sportelli, Boffelli e Brignoli, la lista di assenti potrebbe domenica assestarsi ai soli (si fa per dire) Lombardoni, Pizzul, Banfi (tutti con tempi di recupero ancora da formalizzare) e Bertoni (prossimo al reintegro). Cui sommare (per squalifica), Pesenti in campo, Prina e Redaelli in panca. Da qui alla chiusura della regular season del 24 aprile, la Pro Patria giocherà 10 partite in 57 giorni con un unico infrasettimanale (mercoledì 16 marzo a Fiorenzuola). Alle spalle (incrociando le dita), l’emergenza e con un calendario più lineare (ed umano), il lavoro continuativo dovrebbe finalmente fare esprimere al gruppo il proprio potenziale.

Mai dire gol. Tre gare consecutive senza andare a segno (mai occorso prima), 272’ a secco di reti (erano stati al massimo 271 tra 16^ e 19^). Il problema c’è. Inutile nasconderlo. Con il solo Castelli (tra gli attaccanti) ad aver segnato nel girone di ritorno (e nel 2022). E con le 6 punte in rosa ferme ad un complessivo di 9 gol realizzati. Eppure, anche ad Alessandria le opportunità per interrompere l’astinenza non sono mancate (quella doppia capitata a Pesenti la più recriminatoria). Asciugare le polveri il target da qui in avanti. 

Ho fatto crack! Un banalissimo body check con Molinari, una rotazione anomala del ginocchio, un lungo stop. Il pomeriggio in prestito dalla prima squadra di Kaio Jorge ha seguito il sillogismo di cui sopra. Già operato in giornata, l’ex santista dovrà stare fermo 8 mesi. Nel frattempo, gli auguri di un pronto recupero sono arrivati anche attraverso un post della società di via Cà Bianca. Da parte nostra, buona guarigione al pernambucano!

Lui è peggio di me. Questo almeno è l’auspicio perché tornando all’oroscopo tigrotto, delle 10 mancanti, 5 saranno proprio con le 5 ultime (ed inseguitrici) del campionato. Cioè, Legnago e Giana (in casa), Seregno, Fiorenzuola e Pergolettese (fuori). Un mini playout da sommare alle sfide con FeralpiSalò, Renate, Triestina, Pro Vercelli e Mantova. A seguire, scontri diretti ancora da giocare delle ultime 8 in graduatoria (in neretto le gare casalinghe).

29 Virtus Verona  (29^ Seregno, 30^ Fiorenzuola, 37^ Pro Sesto)
29 Pro Sesto  (31^ Seregno, 36^ Legnago, 37^ Virtus Verona)
28 Pro Patria  (29^ Legnago, 31^ Giana Erminio, 32^ Fiorenzuola, 34^ Seregno, 38^ Pergolettese)   
28 Pergolettese  (29^ Fiorenzuola, 33^ Giana Erminio, 38^ Pro Patria)
27 Fiorenzuola  (29^ Pergolettese, 30^ Virtus Verona, 32^ Pro Patria, 35^ Legnago, 38^ Giana Erminio)
26 Seregno  (29^ Virtus Verona, 31^ Pro Sesto, 32^ Legnago, 34^ Pro Patria, 35^ Giana Erminio)
24 Giana Erminio  (31^ Pro Patria, 33^ Pergolettese, 35^ Seregno, 38^ Fiorenzuola)
22 Legnago  (29^ Pro Patria, 32^ Seregno, 35^ Fiorenzuola, 36^ Pro Sesto)

Game, Set and Javorcic. Con la sconfitta della Reggiana a Gubbio, il SudTirol di Ivan Javorcic è rimasto l’unico invitto dell’intero professionismo tricolore. Soprattutto, lo 0-1 Rotweiss al “Briamasco” contro il Trento sposato con l’1-1 del Padova contro la lanterna Legnago ha portato in doppia cifra (10 punti), il vantaggio della capolista sulla prima inseguitrice. “Cosa ci può dire dei 10 punti di vantaggio a 10 giornate dalla fine?”, la sollecitazione di un cronista. “Niente”, il commento (come sempre) spiazzante e lapidario dello spalatino.

Giovanni Castiglioni    

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