Oops!…I did it again. Con il Comando Provinciale della Finanza di Napoli nel ruolo che fu di Britney Spears. Già perché le Fiamme Gialle del capoluogo campano hanno disposto un nuovo maxi sequestro di 83 mln di euro a carico del Consorzio Sgai nell’ambito di un’inchiesta sui crediti fittizi relativi al Superbonus 110%. Ne dà notizia l’edizione di ieri de Il Fatto Quotidiano che riferisce anche di 16 indagati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, all’evasione fiscale e al falso. Insomma, un quadro davvero poco commendevole (per quanto ancora tutto da dimostrare in sede di giudizio), che pone l’attuale proprietà della Pro Patria in imbarazzante evidenza nelle pagine della cronaca giudiziaria quando te l’aspetteresti in quelle della sportiva. Tutto a meno di 2 mesi dall’annuncio del precedente sequestro di circa 110 mln disposto a gennaio in relazione a vicende che avevano il loro epicentro nel trevigiano.                      

Sequestro è un uomo. Solo mercoledì scorso in risposta al comunicato di Patrizia Testa, la proprietà consortile aveva seccamente replicato: “…il perdurare di tali infondate affermazioni sono lesive principalmente degli interessi della squadra e dei tifosi, oltre che irrispettoso dell’intelligenza di chi legge, essendo palese il tentativo di attribuire a terzi le proprie responsabilità. Naturalmente il perdurare di dichiarazioni capziose e strumentali ci costringerà a tutelare gli interessi del Consorzio e la stessa Aurora Pro Patria in tutte le opportune sedi”. Legittimo, ci mancherebbe. Ma per beffardo contrappasso la domanda oggi è più che mai un’altra: chi tutelerà ora la Pro Patria dalle vicende giudiziarie di Sgai?

Giovanni Castiglioni

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