Periodo grigio per il Città di Varese. In un mondo in cui tutto sembra essere o bianco o nero ci si è dimenticati che le vie di mezzo esistono e attraversare un periodo di flessione è perfettamente normale all’interno di una stagione lunga e difficile come può essere quella di Serie D.

Se i colori biancorossi fino a qualche settimana erano ben nitidi e brillanti, è oggettivo e doveroso riconoscere come ad oggi appaiano offuscati. Dai sorrisi e dalla rabbia agonistica positiva post-Fossano si è passati ai volti tirati e alla rabbia, intesa come frustrazione, palpabile nel pomeriggio genovese dopo la bruciante sconfitta firmata dal Ligorna: nel mezzo sette partite (due vittorie, due pareggi e tre sconfitte) per un magro bottino di otto punti sui 21 a disposizione. Da -8 a -15 rispetto al Novara capolista e secondo posto soffiato dalla Sanremese che naviga a +9. Se analizziamo i numeri è possibile capire il perché i tifosi vedano quasi tutto nero.

Questione di momenti. Così come prima della sfida all’Ossola contro il Novara dalle parti di Varese non si respirava altro che ottimismo, oggi si percepisce solo negativismo e disfattismo. Dal bianco al nero, senza considerare il grigio. Chiaramente subentra a questo punto il gioco delle parti: se i tifosi pretendono un’immediata scossa sotto tutti i punti di vista, Ezio Rossi è più propenso ad individuare le zone chiare, ovvero quegli aspetti su cui imbastire la rinascita del Varese. A conti fatti, però, la situazione non è così nera come la si dipinge. Un grazie, in tal senso, va riposto a tutte le avversarie che, a turno, sono inciampate proprio come i biancorossi: Derthona, Borgosesia, Chieri e Casale (possiamo aggiungere anche Bra e Vado) sono ben lontane dalla perfezione e, proprio come il Varese, hanno avuto i loro periodi neri, ben più bui rispetto a quello che i biancorossi stanno attraversando ora.

La reazione del tifoso, a questo punto, sarà un secco: “Chi se ne importa?“. Comprensibile. Ad un cuore biancorosso poco importa di cosa succede a Tortona, a Borgosesia, a Chieri, a Casale, a Bra o a Vado Ligure. Eppure l’analisi di una stagione non può prescindere dalla relazione con le avversarie. Il Città di Varese si è trovato per lungo tempo a competere (più o meno) direttamente con Novara e Sanremese, due società che hanno speso un ingente capitale ad inizio stagione (così come il Casale) dichiarando apertamente di voler ambire alla Serie C: per quanto faccia male, a maggior ragione se la piazza si chiama Varese, è normale e onorevole ammettere di essere al momento un gradino sotto. Chi sta sotto, invece, Casale a parte, gioca senza le pressioni che derivano dal rappresentare una società con un passato del genere.

Inoltre, per quanto si rischi di entrare nel campo dell’utopia, i giochi sono tecnicamente ancora aperti. Finché non subentrerà la matematica a condannare i biancorossi, il Città di Varese ha il dovere di credere ad una rimonta apparentemente impossibile: vincendo il recupero e lo scontro diretto con la Sanremese, il gap con la seconda piazza si ridurrebbe a sole tre lunghezze con tutto il rush finale da vivere. E poi, così come una squadra non può vincere sempre (anche il Novara ha fatto quattro partite senza raccogliere i tre punti), non si può sempre non vincere. Il periodo negativo del Città di Varese finirà presto e se proprio bisogna perdere è meglio farlo ora piuttosto che ai playoff; vincere la post-season in Serie D non equivale ad ottenere un passaggio diretto, eppure…

Al netto di questi discorsi, è però doveroso aspettarsi una reazione da parte del Città di Varese a cominciare già dal recupero in programma domenica 20 marzo al “Franco Ossola” contro il Pont Donnaz (a proposito di momenti neri, se consideriamo il livello della scorsa stagione aostana). Dopo il lunedì di riposo per smaltire la delusione ligure, i biancorossi si ritroveranno oggi pomeriggio per la prima sessione di allenamento settimanale che inaugurerà la serie quotidiana alle Bustecche in vista della rifinitura del sabato mattina. Una lunga corsa per arrivare pronti alla sfida contro il Pont Donnaz.

In previsione di domenica, le buone notizie sono date dal rientro in gruppo dalla squalifica di Disabato e Mapelli (out ancora per un turno D’Orazio), due con la personalità adatta per risollevare il Varese, mentre destano particolare preoccupazione le condizioni di Parpinel. Il difensore classe ’01 è stato costretto a lasciare il campo poco prima dell’intervallo per un problema al ginocchio destro: dalle prime indiscrezioni dovrebbe essere scongiurato l’interessamento del legamento (Parpinel aveva già vissuto il calvario del legamento con il ginocchi sinistro), ma sembra improbabile la sua presenza domenica prossima. In attesa di notizie certe spetterà a mister Rossi studiare alternative valide per riportare il Città di Varese a vincere, illuminare ancora una volta i colori biancorossi e riportare i tifosi a credere in questa squadra.

Matteo Carraro

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