Oggi la Serie A è motivo di orgoglio per tutti gli italiani, ma è anche uno dei campionati europei più seguiti dagli appassionati di calcio. Del resto sarebbe abbastanza difficile immaginare il pubblico italiano senza questo sport, nato in Inghilterra nella seconda metà del’800.
Quante cose sono cambiate da allora: in Italia il calcio si è affermato dopo 30 anni dalla nascita della Football Association in Inghilterra. Il merito? Fu del ragioniere Edoardo Bosio che venne stregato dal gioco mentre si trovava in terra inglese. E una volta rientrato in Italia decise di fondare 3 società: parliamo rispettivamente della Torinese, l’Internazionale Torino e la Torino Football and Cricket Club.
Continua a leggere il nostro approfondimento per scoprire come si è arrivati alla fondazione della Serie A, campionato che occupa un posto importante anche all’interno dei palinsesti dei migliori siti scommesse con deposito minimo 2 euro o bookmakers con altri importi minimi senza e con licenza AAMS (ADM).
Il primo campionato e la nascita della Serie A
Nel 1896 la Federazione Ginnastica Nazionale Italiana (FGNI) decise di organizzare una specie di “campionato” di calcio fino al 1913, prevedendo una serie di regole che non hanno nulla a che vedere con questo sport. Il primo vero campionato viene giocato in una sola giornata nel 1898, con 4 squadre, due semifinali e una finale. E fu proprio Bosio a segnare il primo gol in assoluto, ma il titolo venne vinto dal Genoa di Spensley.
Nascono in seguito molte altre società, tra le quali spiccano la Juventus nel 1897 e il Milan nel 1899. E negli anni successivi le cose iniziano a prendere forma: nel 1905, con l’iscrizione della FIF alla FIFA, il campionato italiano diventa “Prima Categoria” e si prevede una formula di campionato con andata e ritorno.
E tutto ciò ci conduce direttamente al 1929, anno in cui finalmente il Campionato Italiano professionale di calcio cambiò nome in Serie A, e da allora il regolamento non ha subito mai modifiche, tranne per il numero di partecipanti.
Gli anni difficili e il decennio d’oro tra ‘80 e ‘90
Subito dopo la sua fondazione e l’iscrizione alla FIFA, la Serie A non ha vissuto un periodo così fortunato, anche se fin da subito il calcio era diventato lo sport più seguito. Il cosiddetto periodo di “anonimato” europeo resta fino agli anni ‘70, quando termina questa fase decadente del campionato.
Poi arriva la grande svolta: non solo perché la Nazionale italiana vinse il Mondiale del 1982, ma anche perché tra gli anni ‘80 e ‘90 cambia il modo di vivere e vedere il calcio e la Serie A. Il motivo del grande successo? Ottimi allenatori, tanti nuovi giocatori ricchi di talento e alcuni nomi che ancora oggi fanno battere i nostri cuori.
Pensa infatti che quello era il periodo di Bruno Conti e Falcao alla Roma, di Maradona al Napoli, di Platini, Scirea e Paolo Rossi alla Juventus e come non citare il Milan di Sacchi. Non a caso la stagione 1989-1990 terminò con uno dei migliori risultati assoluti per 3 club italiani in Europa: ci fu la vincita della Champions League per il Milan, della Coppa Uefa per la Juventus e la Coppa delle Coppe andò alla Sampdoria di Boskov. Risultati che hanno portato la Serie A al primo posto nel ranking UEFA!
I giorni nostri
Gli ultimi sprazzi di gioia sono arrivati nel 2000 con la crescita e l’affermazione di Roma e Lazio, pronte a contrastare la supremazia di Milan e Juve. Poi arrivò il momento dello scandalo di Calciopoli e la vittoria del tutto inaspettata di un Mondiale nel 2006 della Nazionale italiana.
Da quel momento si registrò un nuovo crollo della Serie A, proprio come quella che ci fu negli anni ‘70, ma questo ha sempre fatto ben sperare sul da farsi. Le uniche gioie ricevute negli anni sono state un titolo europeo per l’Inter e la possibilità di rivedere 4 italiane in Champions League nel 2017-2018.
Prima del Covid-19, la Serie A era al 4º posto nel Ranking Uefa dei campionati europei e chissà se la vittoria dell’Europeo della Nazionale italiana potrà ridare un po’ di lustro anche al nostro campionato!
Redazione