“We can be heros, just for one day”, così cantava David Bowie nel 1977, e chissà che Adriano Taverna non si sia ricordato proprio di questa canzone della sua infanzia quando si preparava per scendere in campo a più di 50 anni domenica contro la Nuova Abbiate.

Sì perché proprio domenica scorsa, un curioso scherzo del destino aveva messo fuori causa tutte le scelte di mister Antonuccio per la porta del Varano Borghi. Un problema non da poco, che è stato prontamente risolto da Taverna, che da preparatore dei portieri è tornato per una domenica ad avere il numero 1 sulle spalle, diventando così un eroe, almeno per un giorno. Una domenica indimenticabile, e che proprio lui ci ha raccontato nella nostra intervista.

Partendo proprio dalla partita di domenica, che sensazioni ti ha dato ritrovare la tensione di una partita vera?
“È stato bello, anche se non parlerei proprio di tensione, perché ormai giochi di esperienza. L’emozione comunque c’era, perché giocare ancora a 50 anni non è da poco, però diciamo che è stato tutto lì, mi sono goduto il momento e divertito molto”.

E vedendo il risultato, che dice vittoria e porta inviolata, si può dire che sia andata anche più che bene…
“Sì sì, sicuramente. Poi i miei compagni ho notato che hanno giocato anche molto sicuri, anche perché alcuni mi conoscono già come portiere avendo giocato insieme a Ternate, per cui sono contento anche per quello, oltre che naturalmente per la vittoria che era la cosa più importante.

Anche perché il timbro sulla vittoria è stato di un altro “vecchietto” come Valeriano Boaretto… (nella foto a destra)
“Eh sì, questo è molto bello; è anche uno stimolo per i giovani, per continuare a giocare, perché giocare a calcio è bello. Io ho giocato tanti anni, ed è sempre bello, anche a quest’età”.

Ritornando indietro con gli anni e provando a ripercorre la tua carriera, qual è stato il tuo momento più bello?
“Io ho sempre giocato in campi di Terza e di Seconda, oltre che un anno anche in Prima. Diciamo che ho iniziato tardi, sono arrivato a Varese dalla Calabria a 17 anni per lavoro ed all’inizio ho fatto solo qualche partitella e tornei, per poi essere chiamato da degli amici a Comabbio. Ho poi proseguito a Travedona, a Coarezza e un anno anche nella Sommese. Tuttavia, gli anni più belli li ho fatti probabilmente a Biandronno, dove abbiamo vinto i play-off di Terza con mister Paolo Griti; lì mi sono divertito davvero tanto, anche perché c’era un bellissimo gruppo”.

Mentre la decisione di appendere i guantoni al chiodo quando è arrivata?
“Ho smesso cinque anni fa, perché poi ho avuto anche dei problemi alla schiena. Ho tuttavia iniziato ad allenare, prima a Vergiate con i bambini, e poi da quest’anno sia qui a Varano che a Coarezza”.

E ti saresti mai aspettato cinque anni fa di essere qui oggi a commentare una tua partita giocata?
“No, non mi aspettavo di tornare a giocare, ma tanta gente mi ha chiamato anche perché i portieri non sono poi tantissimi. Tuttavia ti confesso che nonostante la bella partita, la mia decisione era probabilmente giusta, perché il giorno dopo ero abbastanza a pezzi. Ad ogni modo, ho avuto una bella carriera, mi sono divertito tantissimo e ho trovato tanta gente meravigliosa”.

Una di queste immagino sia proprio mister Antonuccio che ti ha voluto con lui in questa avventura a Varano…
“Sì, con il mister è già da Ternate che abbiamo un bel rapporto di amicizia. Ovunque è andato poi, mi ha sempre chiamato, e io gli ho sempre dato una mano molto volentieri”.

Per concludere, quale consiglio daresti ad un giovane per poter arrivare a giocare anche a 50 anni?
“Di allenarsi, allenarsi sempre e avere passione, perché per fare il portiere devi avere tanta passione. È un ruolo molto difficile, ci sonomomenti dove si è all’apice e momenti dove sei a terra. Allenarsi e passione, perché il ruolo del portiere è così”.

Francesco Vasco

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