SOLBIATE ARNO CALCIO PROMOZIONE SOLBIATESE VS. UNION VILLA CASSANO FESTA FINALE PER LA PROMOZIONE IN ECCELLENZA NELLA FOTO

Finisce 1-0 la sfida tra Solbiatese e Union Villa Cassano, quanto basta per sancire il trionfo dei nerazzurri che vale vittoria del campionato di promozione e passaggio in eccellenza. Ecco le pagelle dei protagonisti.

SOLBIATESE

Catanese 6.5: non viene mai veramente chiamato in causa, è quasi tutta ordinaria amministrazione, freme dalla voglia di poter festeggiare e si scioglie solo al gol di Scapinello, un po’ come un bambino che per la prima volta assaggia la Nutella. Il campionato vinto in prima categoria non ha potuto festeggiarlo sul campo, questa volta, se potesse, si sdraierebbe sul manto del Chinetti per godersi, a quasi 30 anni, il suo secondo titolo. Capitano.
Lonardi D. 6.5: parte un po’ timido poi prende le misure ed inizia a spingere sull’acceleratore con più foga alla ricerca di un cross, di una giocata di supporto alla fase offensiva. Ad inizio secondo tempo perde un pallone che spiana la strada a Briancesco, per sua fortuna l’attaccante lo grazia.
Mezzotero 7: ovunque, ma proprio ovunque. Con il passare dei minuti salgono i giri, e lui fa impennare l’adrenalina, un’adrenalina che lo porta in giro per il campo e ad un passo dal gol, ci vuole il grande intervento di Assamou per dirgli di no. Esce stremato ma in realtà ne avrebbe ancora a grappoli pur di aiutare i suoi compagni. Onnipresente. (38′ st Gomez 6.5: entra un po’ lezioso ma l’azione che porta al gol nasce dai suoi piedi)
Pellini S. 7: la qualità di Pellini S. è qualcosa che tocchi con mano non appena ti intrufoli al Chinetti, è un faro che illuminerebbe lo stadio anche in piena notte, puoi dargli qualsiasi pallone (anche se la maggior parte li recupera da solo), lui lo lucida a dovere e lo gioca nel miglior modo possibile. Chapeau.
Lonardi L. 6.5: non corre rischi, non ne ha corsi molti durante l’anno ed oggi è rimasto nella media di 0,1 o quasi. Altro perno della formazione di mister Gennari.
Zecchini 6: forse il meno evidente in questo sabato di festa, ma uno dei più presenti nell’arco di tutto l’anno. Prestazione di sostanza.
De Vincenzi 7: lotta su ogni pallone e ha anche qualche buona chance per lasciare il segno, non si tira mai indietro ma la scena più bella, concedetecelo, è quando lascia il posto a Torraca, si mette al fianco di mister Gennari e lo “sovrasta” in voce e consigli. Inarrestabile. (34′ st Torraca 6.5: il suo stato di forma tocca si e no il 50% ma quando entra ha talmente tanta “Cazzimma” addosso che potrebbe giocare bendato e con una gamba sola)
Minuzzi 7.5: forse il più grande orgoglio nerazzurro passa da qui, da quel 2004 tutto tecnica che giganteggia fra i grandi, dalla consapevolezza che se madre natura non ti ha dato “la stazza”, c’è qualcosa di più forte a cui affidarsi per trovare la tua strada: il talento. Anche oggi, solo applausi.
Amelotti 6: non è dentro al gioco come al solito, ad inizio ripresa si divora un gol da due passi calciando malamente a lato, ma la sua esperienza è comunque un bene prezioso per la squadra. (44′ st Pellini D. sv)
Scapinello 9: ci sono due momenti impressi nella mia mente quando penso a Scapinello e alla gara di oggi: uno è, inevitabilmente, quando si traveste da Zinedine Zidane e confeziona un gol che mi ha tanto ricordato quella volè mancina di Zizou in finale di Champions League contro il Bayern Leverkusen, l’altro è quando al triplice fischio, esplosa la festa, un ragazzino che avrà avuto non più di nove anni, si avvicina e dice: “Scapi possiamo fare un selfie insieme?”. Ecco, io credo non ci sia altro da aggiugere. Tu chiamale, se vuoi, emozioni… Standing ovation. (45′ st Grosso sv)
Anzano 7: è una gara complicata e le palle pulite dalle sue parti non fioccano, ma questo Anzano lo sa bene fin da subito, e allora si prodiga a recuperare palloni, a fare sponde, a scambiare con i compagni, a lottare per la causa. La carta d’identità è finta in soffitta anche quest’anno, il sovrano regna ancora.

Allenatore Gennari 8: forse più di altre volte qualche grattacapo gli è venuto oggi per un gol che sembrava non arrivare mai, ma la pazienza è sempre stata uno dei suoi punti forte, ed anche in una giornata come questa ha tutto sotto controllo, persino quando sfodera una seconda tuta per evitare la “broncopolmonite” da prosecco. Direttore d’orchestra.

UNION VILLA CASSANO

Assamou 7: sarebbe potuto crollare prima del minuto 42′ del secondo tempo, ed invece regge l’urto con tutta la veemenza nerazzurra regalando anche un miracolo sul piattone di Mezzotero. Bravo.
Giordano 6: fa tutto il possibile, ci mette qualche pezza con spirito propositivo
Farroni 6.5: non molla di un centimetro, lotta su tutti i palloni con grande caparbietà.
Martinoia 6: è una gara solida e non semplice da gestire, prova e riesce ad essere ordinato (44′ st Brebbia sv)
Omodei 6: con le buone o con le cattive, lui c’è e fa di tutto per ergere un muro
Vesco 6: proprio come il suo compagno di reparto si spende contro clienti scomodi e cede solo all’eurogol di Scapinello
Rizzardelli 5.5: il contorno è quello di una squadra che non demerita affatto, anzi, lui pare più spento di altri. (39′ st Gjini sv)
Shala 6: perno di centrocampo e allenatore, ovunque lo si mette lui dà l’anima e ci crede davvero fino alla fine, al di là della risultato trova risposte confortanti di una squadra in difficoltà ma viva. (38′ st Siano sv)
Briancesco 5.5: la chance d’oro al minuto 6 della ripresa su errore di Lonardi D. è un tappeto rosso steso in direzione di Catanese, l’attaccante arriva a tu per tu sparacchia sull’esterno della rete, ma non possiamo crocifiggerlo perchè nel complesso la sua è una gara complicata e la gestisce al meglio.
Ruggia 6.5: fascia al braccio e via, si lotta. Cerca di non perdere mai la lucidità e di prodigarsi in ogni zona del campo con buono spirito di iniziativa.
Gnigue 6: un po’ come Briancesco ha a che fare con una difesa difficile da scardinare, non sfrutta sempre a dovere la sua velocità ma non rinuncia di certo a provarci.

Allenatore Shala 6.5: mezzo voto in più da mister perchè nel complesso prepara una gara tostissima senza paura

Mariella Lamonica
foto Stefano Benvegnù

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