Era uno degli ultimi (se non l’ultimo) dei Mohicani. Espressione di una leva giornalistica superata dalla contemporaneità. Ma ineguagliato punto di riferimento per spessore, passione e cifra stilistica. Ci ha lasciato ieri a 86 anni Giorgio Romussi. Nato a Saronno il 9 luglio del 1936 aveva fatto di Busto la sua patria d’elezione. Primi passi come cronista per il periodico milanese “Continuità”, poi le collaborazioni illustri con “Tuttosport”, “Il Calcio Illustrato”, “Supersport”, “La Stampa”, “MilanInter”, “Football”, “La Gazzetta del Lunedì” di Genova, “La Prealpina” e “Calciofilm”. Nel 1969 era stato chiamato alla direzione del “Pro Patria Club”, prima di dirigere il settimanale “La Spinta”, pubblicazione dell’indimenticato patron biancoblu Peppino Mancini. Con cui aveva condiviso anche la storica avventura a Telealtomilanese. Testata del cui TG era stato direttore sino al 1978. Spesso ad ideale braccetto con un’altra icona del giornalismo bustocco, Aldo Restelli. Tifoso del Torino per eredità paterna e della Pro Patria per adozione, con “Rispuntano gli artigli…” edito nel 1975, Romussi aveva vergato una pietra miliare dello storiografia tigrotta. Ma era stato anche fondatore di “Busto Sport” e Caporedattore a “L’Informazione”. Un suo profilo autobiografico ha trovato doveroso spazio anche in “100 anni di Pro”, bouquet di racconti a celebrazione del secolo biancoblu.

Basso profilo inversamente proporzionale alla sua qualità di scrittura e maestro dell’understatement. Doti oggi rarissime. Se non del tutto scomparse nel sensazionalismo corrente. I funerali saranno celebrati domani lunedì 4 aprile a Laglio, sul Lago di Como. Prima della tumulazione presso il Cimitero di Busto Arsizio accanto alla sua amatissima moglie Fernanda. Riposa in pace Giorgio.                        

Giovanni Castiglioni  

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