Sembrava impossibile ma ce l’hanno fatta. Finalmente sta per tornare il torneo che da anni ormai colora di basket, di amicizia e di passione pr la pallacanestro la provincia di Varese nel corso delle vacanze pasquali, ovvero il Garbosi. Dopo due anni di stop a causa del covid, in cui l’aggregazione, caratteristica principale della manifestazione, era vietata, oggi tutto è apparecchiato per poter ripartire.

Una ripartenza chiaramente ancora condizionata da limitazioni e da regole perché, sia ben chiaro, la pandemia non è ancora finita, però quanto meno si torneranno a vedere le palestre piene di ragazzi accomunati dall’infinita passione per la pallacanestro e per il prestigio del torneo giovanile più rappresentativo ed importante d’Italia.

Di come si stia ultimando la preparazione e di come si svolgerà il torneo ne abbiamo parlato con uno dei due organizzatori, Gianni Chiapparo, che spiega così come sarà il ritorno del Garbosi.

Finalmente ci siamo, torna il Garbosi. E’ un po’ la stessa sensazione di quando uno si prende due anni sabbatici e poi prova a ricominciare a studiare?
“In un certo senso purtroppo sì, diciamo che noi di questi due anni sabbatici ne avremmo fatto molto volentieri a meno. Finalmente, nonostante la pandemia ci sia ancora, quest’anno tutto è pronto per ripartire con il torneo. Nella preparazione della manifestazione abbiamo ragionato con le regole che c’erano fino al primo di aprile, non tenendo conto dell’allentamento di alcune restrizioni. Di conseguenza, la grossa novità e dispiacere è quella che non ci sarà ospitalità da parte delle squadre. Questa era la caratteristica con cui è nato il Garbosi. Era anche abbastanza naturale in questo contesto una scelta del genere. Mettere in casa bambini o famiglie che non si conoscono poteva creare dei disagi, anche se molte famiglie erano disposte ad accogliere ragazzi da fuori. Chi arriva da fuori quindi dovrà fare tutto a proprie spese negli alberghi. Abbiamo una buona presenza, pur tenendo conto che non ci saranno le squadre slave. Dovevano venire anche delle rappresentative francesi che hanno deciso di declinare l’invito a causa della guerra, preoccupati e spaventati dall’imprevedibilità della situazione. Ci saranno i vicini svizzeri dall’estero, mentre a livello italiano ci saranno squadre di tutto lo stivale: da Trieste a Roseto, da Vicenza a Spinea, passando per Empoli e tante altre”.

Quante squadre saranno quindi presenti?
“Il torneo sarà diviso in tre categorie: l’under 14, ovvero i più grandi, con 16 squadre che saranno divise in 4 gironi da 4, da cui poi verrà strutturata la fase finale. La categoria under 13 invece sarà composta da 22 squadre, con una prima fase ad eliminazione, seguita da ripescaggi e anche loro faranno 4 partite e la finalista 5. L’under 12 invece, composta anch’essa da 16 squadre, farà 4 gironcini e la finale terzo/quarto posto e primo/secondo che si giocheranno a Gallarate, nella palestra di via Sottocosta a Crenna la domenica di Pasqua. Le altre due finali si giocheranno invece a Malnate”.

Quindi non ci sarà la consueta sfilata finale all’Enerxenia Arena?
“No, non era il caso di farla visto il momento. Aveva senso negli anni passati anche perché i ragazzi che venivano da fuori arrivavano con la famiglia, la sera di Pasqua si festeggiava tutti insieme e il giorno di pasquetta la sfilata e le premiazioni al palazzetto sublimavano tutto. Non ci sentiamo di farla quest’anno vista la grande presenza che si sarebbe creata. In più ho fatto un ragionamento economico, nel senso che le squadre che arrivano da fuori, chi non fa le finali, può ripartire la domenica di Pasqua e spendono meno, alloggiando un giorno in meno a Varese. Struttureremo le premiazioni in modo diverso”.

Cosa si aspetta da un Garbosi organizzato in mezzo a mille incertezze ma che finalmente torna dopo due anni ed è la cosa più importante di tutte?
“Mi aspetto quello che è già avvenuto, ovvero una grandissima risposta da parte di tutte le squadre coinvolte, che ci ha fatto capire quanto ci fosse bisogno di ripartire con questa manifestazione ed è questa la più grossa soddisfazione, sperando che tutto come sempre vada bene. Mi sento però di citare e ringraziare le società che ci ospitano per i concentramenti, quindi Malnate, Gallarate, la Robur, il Campus, Gorla, Venegono, Legnano, Induno con Arcisate senza voler dimenticare nessuno, perché senza il loro supporto non si sarebbe potuto fare nulla. Infine ringrazio anche gli arbitri che saranno meno degli altri anni e che si spenderanno per far giocare i ragazzi invece di andare in vacanza. Come sempre tutto questo testimonia un grande gioco di squadra che è poi alla base dello spirito del torneo”.

Alessandro Burin

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