Dici Fortitudo e di ricordi te ne vengono in mente a bizzeffe. Le sfide contro la Effe di Djordjevic o quella simpatica serata dell’aprile ’94 dove le due tifoserie sono venute affettuosamente alle mani all’interno del vecchio Lino Oldrini…Chissà quale ricordo scaturirà da questo incontro con la Kigili di coach Martino. Di sicuro non vi sarà Feldeine, altra vittima degli adesivi pubblicitari che si è infortunato al tendine rotuleo e, purtroppo, rimarrà lontano dai parquet per un bel po’ di tempo.

In cabina di regia troviamo Durham e Matteo Fantinelli. Il primo non ha mai convinto appieno nonostante i 5,3 assist di media, ma le percentuali dal campo lo condannano così come una leadership che si è vista a tratti. Fantinelli ha avuto una stagione tormentata da un infortunio che sembrava non risolversi mai: tornato recentemente disponibile, le sue cifre non permettono di giudicarne la stagione. Come guardia troviamo Brendan Frazier, 29enne prodotto di Fordham University la cui carriera europea è iniziata dall’Olanda nel lontano 2014. Arriva dalla Zielona Gora da cui è stato ingaggiato a cavallo di capodanno per risollevare le sorti della Fortitudo: per lui fin qui 13,3 punti col 37% da 3.

In ala troviamo il talento in rampa di lancio di Gabriele Procida, 7,1 punti col 41% da 3, ma anche tanta fisicità, e il greco in cerca di rilancio Charalampopoulos. L’ala classe ’97 era considerato uno dei maggiori talenti della sua annata tanto che nel 2012, quando era poco più che quindicenne, firmò un contratto di 6 anni col Panathinaikos. Il talento si è un po’ perso per strada e quest’anno cerca (o cercava?) il rilancio ad alto livello passando prima da Venezia, poi dalla Effe scudata. I numeri dicono 8,2 punti col 30% da 3 e 4,2 rimbalzi di media.

Passando sotto canestro, in ala forte troviamo l’eterno Mancinelli, molto limitato dai problemi fisici, e il tedesco Robin Benzing. Giocatore solido e giramondo dei parquet europei, Benzing è il secondo marcatore dei biancoblu e il suo massimo in serie A l’ha ottenuto proprio nella gara d’andata dove giustiziò l’OJM con 29 pesantissimi punti. Come pivot ci sono il nostro Jacopo Borra, poco meno di 10′ a gara per dare fiato al titolare, e il generoso Geoffrey Groselle. Più volte indiziato di taglio, aveva anche firmato un contratto con Wurzburg a metà febbraio, ma la Kigili non lo ha lasciato andare. Grande applicazione e grande cuore, giocatore di mano sinistra, ma di non elevato talento con anche un problema alla linea dei liberi dove tira con un modesto 32% su quasi 3 tentativi a gara.

Occhio a…Pietro Aradori

Chi se non Pietro da Brescia, giocatore divisivo per eccellenza – o lo ami o lo odi – può essere il simbolo di questa Fortitudo? Alla terza annata in biancoblu, Aradori sta viaggiando a 15,1 punti di media col 56% da 2 e il 42% da 3 (percentuali migliori dei suoi tre anni a Bologna) e, da pochissimo, ha ricevuto anche l’omaggio della Fossa che gli ha dedicato un coro: doveva farsi perdonare il passato virtussino… Insomma, se lo è dovuto ben guadagnare, ma qui torniamo al personaggio divisivo di cui all’incipit di questo articolo.  Giocatore con un passato da calciatore, fino ai 13 anni, ma anche discreto sciatore, Aradori esce da Casalpusterlengo dove ha frequentato le giovanili insieme a Gallinari. Si fa notare subito da Milano dove nel 2007/08 gioca, ma non sfonda finendo l’annata a Roma. A dargli fiducia l’anno successivo è la Biella di coach Bechi: due anni per esplodere e, infatti, alla fine viene chiamato da quella Siena vinci tutto degli anni ’10. Anche qui due anni vincendo due scudetti – uno, però, revocato – due Supercoppe e una Coppa Italia. Dal 2012 al 2014 va a Cantù, poi Estudiantes e Galatasaray e il ritorno in Italia con due anni a Reggio Emilia. Poi il passaggio per un altro biennio alle Vu nere prima di cambiare sponda e andare alla Fortitudo nel 2019. Il resto è storia recente…

Matteo Gallo
(Foto Fortitudo Bologna Facebook)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui