Il suo idolo è Totti, anche se tifa Milan, ed il suo numero preferito è il numero dieci, ma rispetto a qualche anno fa ha dovuto fare qualche passo indietro e sistemarsi sulla schiena un numero molto più simile al numero otto: questo è Marco Bosio, centrocampista classe ’98 della Valceresio.
La prima regola per capirlo è non farsi ingannare dalla giovane età: a 17 anni mister Casaroli lo buttò nella mischia nelle prime due giornate di campionato per una serie di esigenze, da lì la prima squadra è diventata casa sua, non l’ha più abbandonata ed è cresciuto insieme ad un gruppo di ragazzi che oggi formano lo zoccolo duro di questa formazione.
Diciamo che sono un giovane – vecchio per l’esperienza che ho già accumulato, l’esordio in prima squadra così giovane mi ha lanciato in fretta nel mondo dei grandi, poi devo dire che io alla Valceresio ci sono da sempre, dai giovanissimi in poi non ho perso una categoria, questo è un orgoglio per me e per la società”.

Partiamo allora proprio da questo. Vedere tanti giovani alla corte di mister D’Onofrio cresciuti con questi colori addosso significa che il lavoro sotto paga…
“È proprio così, ad Arcisate si lavora bene fin dai piccolini, la società è seria, ha un’ottima organizzazione e grandi obiettivi, chi semina bene poi raccoglie i frutti”.

Il settore giovanile della Valceresio lo hai vissuto in prima persona da giocatore ma ad oggi lo vivi in prima persona anche da allenatore, qual è il bello di poter allenare i bambini?
Io sto studiando scienze motorie e se tutto va bene a giugno mi laureo, mi piacerebbe insegnare educazione fisica e continuare la mia carriera di allenatore, vivere di sport, stare sul campo sempre, allenare qui i pulcini è innanzitutto una grande opportunità, allenare i bambini è un’occasione di crescita sia dal punto di vista calcistico che personale, i bambini dicono quello che pensano, non conoscono bugie”.

E tu dici le bugie a mister D’Onofrio?
Nooo non potrei mai” (ride ndr).

Che rapporto hai con lui?
Un bellissimo rapporto, davvero, è un mister giovane ma preparato, è con noi da 4 anni e già questo vuol dire molto, ha le idee chiare ma ascolta tutti, dialoga con tutti, fa tanto gruppo ed anche questo è molto importante soprattutto a questi livelli, e poi è pacato, riflessivo, difficilmente sbotta, sai quando uno fa un errore lo sa benissimo anche da solo, lui ti incoraggia, ti aiuta a non commetterlo di nuovo, ma lo fa sempre con il massimo della serenità, personalmente mi chiede anche di parlare molto invece io sono una persona piuttosto sulle sue, sono anche abbastanza timido, su questa cosa devo migliorare”.

Se sei un timido devo ritenermi privilegiata per questa intervista…
Eh un po’ sì” (ride ndr)

Lo sai a chi devi dare la “colpa” di tutto questo? Al più scaramantico dei tuoi compagni…
Di Carluccio, sicuro. È maniacale, fa sempre le stesse cose dal martedì alla domenica, si scalda allo stesso identico modo, è pazzesco”.

E degli altri tuoi compagni che mi dici?
Qui il gruppo è bellissimo e siamo molto uniti, con i giovani ci conosciamo bene i senatori invece non ti fanno pesare di esserlo, anzi. Di Carluccio è un senatore, Carini è il capitano e lui ci incoraggia sempre, ci chiede di non mollare mai, Teseo un valore aggiunto ma anche Dicara è senatore, poi c’è Ippolito che ha ancora la testa e la voglia di un ventenne ed è bello così, non posso però non citare Basaglia, è vero gioca poco ma dimostra un attaccamento incredibile, fa i turni, talvolta si allena e poi va a lavoro, è uomo spogliatoio a tutti gli effetti”.

Tuffiamoci in questo campionato tanto avvincente: te lo aspettavi così? E pensavi che la Valceresio a questo punto della stagione potesse essere in questa posizione? (2^ ad un punto dall’Ispra capolista ndr)
È un campionato molto combattuto con tante squadre forti, onestamente non ho immaginato a che punto potessimo essere in questo momento della stagione, però credo sinceramente che sulla carta, a nomi, ci fossero squadre più forti della nostra, oggi però loro stanno dietro e noi abbiamo dimostrato sul campo di potercela giocare con tutte, il minimo che possiamo fare è crederci, e dobbiamo crederci anche e soprattutto per una società che da tempo ci chiede la promozione e che sta facendo il massimo per ottenere questo traguardo”.

Quale è stato il momento più difficile ed invece dove vi siete resi conto di poter fare qualcosa d’importante?
La ripartenza dopo la sosta è il nostro neo, nel senso che abbiamo perso due partite di fila dopo aver chiuso da primi in classifica l’andata, non ce lo aspettavamo, forse ci siamo un po’ adagiati, ma siamo anche stati bravi nel rimanere compatti e lucidi, la svolta direi contro il Bosto,altra squadra tosta,  vittoria per 4-2, dopo che all’andata avevamo pagato dazio”.

E tu sei soddisfatto della tua stagione?
Non sono partito benissimo a dire il vero, però poi mi sono ripreso, avrei voluto fare qualche gol in più, il mio record è di 8 ottenuto nella stagione che poi è stata interrotta a febbraio causa covid, quest’anno sono fermo a quota 3, è vero che gioco un po’ più lontano dalla porta…in generale, comunque, posso dire che la mia annata sia positiva”. 

Antoniana, Tradate, Faloppiese, San Marco, questo è il vostro cammino in quest’ultimo mese: facile o difficile?
Quest’anno in Prima Categoria di facile non c’è nulla, ogni squadra lotta per i propri obiettivi e queste formazioni hanno i loro così come noi i nostri, oltretutto stiamo rincorrendo una squadra come l’Ispra che è una corazzata, sorpassarli vuol dire fare filotto ma sperare anche in qualche loro errore, la pressione poi si fa sentire e per noi giovani ha un peso maggiore rispetto a giocatori che sono abituati, invece, a questo tipo di sfide, quello che garantisco e che ci giocheremo tutto fino alla fine senza rimpianti”.

Mariella Lamonica

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