Sono giorni di felicità e serenità in casa Pallacanestro Varese, dopo aver conquistato la matematica salvezza grazie alla vittoria sulla Fortitudo Bologna per 103-92 domenica sera all’Enerxenia Arena.

Due punti che hanno così consegnato il tanto agognato obiettivo stagionale ai biancorossi, ora sospesi tra la rincorsa di un sogno playoff veramente complicato da raggiungere e soprattutto la programmazione di una nuova annata, quella 2022-2023, che dovrà rappresentare definitivamente un nuovo e duraturo inizio, dopo le ultime due a dir poco travagliate stagioni.

Un nuovo percorso che non potrà prescindere dalla sempre più importante figura di Luis Scola come figura centrale nella società biancorossa e contestualmente del CDA biancorosso, che ha gestito ancora una volta con sapienza ed efficacia anche le situazioni più difficili e imprevedibili di un’annata davvero particolare.

Della stagione appena conclusa e dei piani futuri ce ne parla il Consigliere biancorosso, nonché Delegato all’area Marketing, Thomas Valentino, che fa un quadro completo di tutto quello che è stato l’ultimo periodo in casa biancorossa e di ciò che potrà essere.

Partiamo dalla vittoria contro la Fortitudo, come ha vissuto la serata e il successo finale?
“Molto bene. Diciamo che tutti ci siamo tolti di dosso una grande tensione e pressione dovuta dal momento di capitale importanza per la nostra stagione. Non è stata una vittoria facile, perché la Fortitudo che ho visto in campo domenica ha secondo me molte più possibilità di salvarsi rispetto a Napoli. Credo che la Effe abbia lasciato molto sul campo prima rispetto a quanto sta facendo vedere adesso. Noi ci siamo trovati spalle al muro a causa delle sconfitte con Trento e Trieste, che un po’ di apprensione ce l’hanno portata. Domenica è la prima volta che sono andato al palazzetto quest’anno con l’idea di non essere così in forma da poter reggere il confronto. Poi i ragazzi invece sono stati bravissimi a sfoderare una prestazione balistica devastante che ci ha permesso di vincere e molto bene così”.

Facciamo un piccolo passo indietro, come avete vissuto a livello di CDA tutta la vicenda Roijakkers?
“Le persone non si conoscono mai fino in fondo. Noi abbiamo accolto Roijakkers a braccia aperte offrendogli una possibilità di rilancio. Lui, oltre a fare un ottimo e grandissimo lavoro sul campo per cui lo ringrazieremo sempre, ha preso scelte importanti, come l’allontanamento di Gentile o la scelta di puntare sui giovani in un momento chiave della stagione, il tutto assecondato e sostenuto dalla società. Poi da un momento all’altro, quando tutto sembrava un idillio, qualcosa si è spezzato e cambia tutto repentinamente. Iniziano a vedersi atteggiamenti non conformi alle regole morali del club, arrivando fino al punto di insultare pesantemente ed in maniera assolutamente inaccettabile un giocatore. A quel punto non potevamo che prendere la via dell’esonero. Non potevamo accettare tutto quello che è successo, un exploit arrivato dopo una settimana già molto tormentata, in cui atteggiamenti al di sopra delle righe si erano già manifestati da prima di Treviso, con istigazioni inaccettabili. In questi giorni ho letto e sentito tante frasi di scherno nei confronti della società per la scelta fatta, con il tipico slogan: “chi se ne frega della salvezza basta l’integrità morale“. Io vorrei dire a chi si è espresso così che Varese oggi è salva proprio grazie a questa integrità, al rispetto dei valori della nostra società, che passano da persone come il Toto Bulgheroni, come il CDA, come Luis Scola e Michael Arcieri. Che passano da tutta la gente della Pallacanestro Varese e che vanno salvaguardati sopra e prima di tutto”.

Tornando sulle questioni di campo, proviamo a guardare anche al futuro. Questa squadra ha dimostrato una volta di più di essere un gruppo di veri uomini ancor prima che di giocatori di un certo valore tecnico. Questa caratteristica conterà in fase di valutazioni di mercato, per un gruppo che ha dimostrato di saper fare davvero bene insieme?
“Questo è stato un anno che ci ha insegnato una volta di più come non siano le figurine a fare poi il vero valore di una squadra. E’ meglio avere un gruppo unito che lotta con il coltello fra i denti, piuttosto che tante prime donne che poi non si integrano tra di loro. Abbiamo capito che il basket sta cambiando, che si può vincere e giocare bene anche senza ruoli fissi e definiti, vedasi il caso di Sorokas che con la sua atipicità nel ruolo di pivot ha sbaragliato mezza Serie A, o Vene che contro Groselle non gli ha fatto capire più nulla l’altra sera per fare un esempio. Sicuramente ci serviranno delle figure cardine in determinate posizioni, partendo però sicuramente dalla volontà di non puntare più solo su nomi e curriculum. Il tutto chiaramente verrà fatto poi in concerto con il nuovo allenatore, che dovrà essere incline ad esprimere la nostra idea di pallacanestro”.

Che tipo di pallacanestro?
“Una pallacanestro che si basa prima di tutto sulla difesa e poi sulla coralità del gruppo, un po’ com’è stata questa seconda parte di stagione. Se è vero infatti che da un lato molte delle nostre fortune sono passate dalle mani di Keene, che è il giocatore più talentuoso che abbiamo in squadra, è altrettanto vero che il singolo non ha mai potuto prescindere dal gruppo, come i 7 giocatori in doppia cifra dell’altra sera dimostrano. E’ chiaro che un leader servirà ma questo non deve voler dire essere dipendenti da lui”.

Andando sul futuro societario. Scola da quest’estate avrà la possibilità di acquisire un primo pacchetto di quote societarie del 10%, anche se si rincorrono le voci che possa subito puntare al 51% societario. A livello di CDA avete avuto modo di fare chiarezza in merito?
“Scola prenderà in mano le redini della Pallacanestro Varese. Questo è stato solo il primo anno del suo progetto quinquennale che ha sostenuto e sotto firmato. Luis finisce il suo primo anno secondo me nel migliore dei modi. Ha saputo scoprire a 360 gradi il mondo della Pallacanestro Varese, gestendo al meglio anche le situazioni più complicate con freddezza, avendo poi ragione su tutto alla fine. Ha capito che qui a Varese la gente esplode per la pallacanestro, cosa si deve fare e la città vuole. Ha tutto un suo giro di conoscenze importanti con cui può fare grande Varese. Il suo corso penso sia la giusta prosecuzione di quello che il CDA ha fatto finora con persone stupende come Boggio, Castelli, Argieri. Scola può alzare davvero l’asticella, non solo in termini meramente economici, quanto di cultura e organizzazione. Basti guardare oggi come si presenta la lounge biancorossa, o lo show del palazzetto. Ma non solo, anche a livello di organizzazione societaria, con persone che vedano la Pallacanestro Varese come il loro primo ed unico pensiero e non come un dopo lavoro. Quindi per rispondere alla domanda, Scola arriverà ad acquisire la maggioranza, non si sa se domani o dopo domani, o a metà magari tra il secondo ed il terzo anno, però l’obiettivo finale è quello”.

Altro step fondamentale di crescita della società è il progetto sul settore giovanile. Ad oggi i discorsi avviati con la Robur Et Fides come stanno procedendo?
“Ci sono discorsi e progetti che per essere sviluppati hanno bisogno di passare dalla fine delle annate sportive. C’è un contatto tra le due parti ed è anche ben avviato. Ad oggi però nulla di più. Noi siamo stati impegnati fino a poche ore fa con mente e corpo solo sul raggiungimento della salvezza. Dall’altra parte c’è una squadra che sta lottando per la permanenza in Serie B, in più entrambe le società hanno i propri settori giovanili impegnati nei rispettivi campionati e tornei. Quindi si saprà di più solo tra qualche settimana, a giugno, quando i campionati saranno finiti e tutti i discorsi burocratici e non potranno svilupparsi al meglio”.

Le chiedo se infine vuole dedicare in particolare questa salvezza a qualcuno?
“In tutta sincerità mi sento di ringraziare davvero con tutto il cuore e dedicare questo traguardo raggiunto a tutto il CDA biancorosso, perché abbiamo lottato tutti insieme per gestire una situazione quanto mai complicata. Abbiamo dovuto prendere decisioni importanti e rischiose in momenti cruciali della stagione, il tutto solo per il bene e l’amore per la Pallacanestro Varese. Da fuori non si può sapere quanta pressione tensione abbiamo dovuto gestire e superare, però alla fine ce l’abbiamo fatta e sono davvero fiero del gruppo di lavoro”.

Alessandro Burin

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