Analizzando i valori in gioco alla vigilia, secondo molti addetti ai lavori, il campionato di Promozione avrebbe tranquillamente potuto non giocarsi. Almeno per quel che riguarda la lotta al primo posto. Tatticismi? Indubbiamente, ma mai come quest’anno era chiaro che una squadra partisse nettamente avanti rispetto alle altre: al netto di tutto ciò, la Solbiatese non ha mai peccato di superbia e ha condotto un campionato quasi perfetto conquistando l’Eccellenza con cinque giornate di anticipo.
23 vittorie e sette pareggi in trenta partite, 76 gol fatti a fronte degli appena 13 subìti (con tanto di record per Jacopo Catanese che ha superato il periodo di imbattibilità di un certo Gianluigi Buffon) e 14 punti di vantaggio sulla seconda classificata. Numeri che certificano lo strapotere nerazzurro e che gratificano la società per il lavoro svolto in questi anni.
“Credo che ripetere una stagione del genere sia difficile sotto tutti i punti di vista – esordisce il direttore generale Carmine Gorrasi –. Abbiamo vinto un campionato senza sconfitte, la Juniores ha vinto il Regionale B approdando al Regionale A, agli Allievi 2005 mancano quattro punti per vincere il campionato, i 2006 Regionali sono arrivati primi senza mai perdere, i 2007 si sono salvati senza problemi nel campionato Élite, la Juniores Regionale Femminile ha concluso al terzo posto e la Prima Squadra femminile è seconda in Serie C. Credo proprio che sia difficile far meglio”.
Il merito di chi è?
“Di tutti, e non è una frase fatta. Raccogliamo i frutti del duro lavoro svolto da ogni componente della famiglia Solbiatese: dal nostro patron Claudio Milanese alla nostra presidente Silvia Gatti passando per il ds Mirko Barban, senza dimenticarci di Stefano Milanta, Luciano Pozzolini e Alberto Sottocasa che con il settore giovanile hanno realizzato qualcosa di eccezionale. Infine, anche se direi che è abbastanza scontato, un grande grazie va a tutti i giocatori che vestono la maglia nerazzurra. Una cosa che mi preme sottolineare è che, dopo due anni condizionati dal Covid, questa è stata la prima vera e propria stagione della Solbiatese; abbiamo vissuto come tutti un periodo difficile, ma direi che ne è valsa la pena”.
Come avete affrontato la stagione sapendo che tutti vi davano per favoriti?
“Era complicato mantenere le aspettative che c’erano su di noi, ma abbiamo gestito bene la pressione. In ogni girone c’erano squadre importanti che sulla carta avrebbero dovuto stravincere; noi abbiamo fatto il nostro nonostante la presenza di squadre importanti. La continuità di rendimento che abbiamo mantenuto ha fatto la differenza e, al di là del valore, staff e ragazzi hanno lavorato più duramente degli altri per tenere alta la concentrazione. Se avessimo bivaccato o affrontato le partite sicuri di aver già vinto non saremmo qui”.
Se vogliamo proprio trovare il pelo nell’uovo, l’eliminazione in Coppa Italia può essere considerata una macchia?
“Mi assumo tutte le responsabilità: da quando faccio il direttore non ho mai passato il primo turno di Coppa (ride, ndr)! Battute a parte, è chiaro che il nostro vero obiettivo fosse il campionato; dispiace comunque essere usciti subito, anche se abbiamo incontrato la nostra bestia nera che risponde al nome di Morazzone”.
Alla luce del campionato che hanno disputato, sono stati proprio i rossoblù gli avversari che vi hanno impressionato di più?
“Direi proprio di sì e colgo l’occasione per far loro i miei complimenti: si meritano il secondo posto per ciò che hanno dimostrato sul campo, guidati da uno dei migliori allenatori della zona che risponde al nome di Giorgio Dossena. Oltretutto, Marco Dallo è un amico e anche quest’anno ha ripetuto il lavoro straordinario che compie ogni anno. Personalmente ammiro davvero tanto il Morazzone del presidente Maurizio Compri: sono un’unica grande famiglia e, con le risorse a loro disposizione, ottengono il massimo raggiungendo sempre ottimi risultati. Gli auguro di poter giocare contro di noi anche l’anno prossimo”.
Tornando a voi, quale sarà il futuro della Solbiatese?
“Strutture in primis. Sappiamo che per crescere una società ha sempre bisogno di migliorare da questo punto di vista e per il Chinetti c’è qualche novità in arrivo. Poi, dal punto di vista sportivo, vogliamo che la squadra e il settore giovanile continuino a crescere di pari passo: la cantera della Solbiatese deve tornare ad essere, come sta già facendo, un punto di riferimento per tutti mentre la Prima Squadra non potrà certo limitarsi a fare la comparsa in Eccellenza. I giocatori devono sentire il peso della maglia: lo sento io che non scendo in campo, figuriamoci che deve riportare in alto questi colori. Un calciatore che vede la maglia nerazzurra come una maglia qualsiasi non viene nemmeno preso in considerazione qui. La Solbiatese un tempo era conosciuta e temuta anche oltre i confini della Lombardia: vogliamo tornare a quei livelli”.
A livello societario, invece, quali sono i margini di crescita?
“Per il lavoro svolto fin qui è giusto dar fiducia a chi ha reso possibile tutto questo. Danilo Agrelli sarà il nuovo direttore tecnico, ma tutto il resto dell’organigramma sarà confermato per dar seguito ad un progetto orientato sul lungo termine. Come già sottolineato, vogliamo lavorare in particolar modo sul settore giovanile perché vedere un classe ’04 come Tommaso Minuzzi giocare da titolare inamovibile in una squadra del genere è la nostra vittoria più grande”.
Una parola sulla guida tecnica di Pierluigi Gennari coadiuvato da Davide Giubilini?
“Superfluo dire che hanno svolto anche loro un lavoro importantissimo. Mi piace davvero tanto il modo che di allenare che ha mister Gennari perché sa come porsi con i ragazzi. Lo stesso vale per Giubilini e per lo staff molto giovane che lavora con un entusiasmo incredibile. Non ho molto altro da aggiungere perché il loro livello è sotto gli occhi di tutti: mi auguro di continuare insieme”.
La sensazione, per concludere, è che molti giocatori possano essere riconfermati per l’Eccellenza; dico bene?
“L’Eccellenza è sicuramente un campionato più difficile della Promozione e ci saranno valutazioni delicate soprattutto per quel che riguarda il numero di under imposti dal regolamento, a maggior ragione se consideriamo che, tolto quest’anno, i settori giovanili erano fermi da un paio di stagioni. Di sicuro partiremo presto con la preparazione, credo dopo la prima settimana di agosto, e faremo un ritiro di una settimana. Adesso, però, vogliamo goderci ancora questa stagione straordinaria. Ci ritroveremo a tempo debito per prendere tutte le decisioni del caso, fermo restando che il requisito unico sul mercato deve essere lo stesso di primi: chi viene alla Solbiatese deve capire il peso della maglia nerazzurra”.
Matteo Carraro