Alessandro Barbui è legnanese al 100%: nato a Legnano il 30 ottobre del 2002, vive a Legnano e da due anni sta coronando il sogno di indossare la maglia della squadra della sua città. Un privilegio concesso a pochi nel calcio di oggi, in cui l’attaccamento alla città e alla maglia è sempre meno visibile da parte dei protagonisti. Dopo aver faticato a trovare spazio ad inizio stagione, dalla sfida con la Folgore Caratese di febbraio è diventato un perno fondamentale nello scacchiere di Sgrò giocando quasi sempre titolare. Brianzoli che rappresentano l’ostacolo da superare domenica per raggiungere la finale playoff.
Il bello comincia domenica con i playoff ma il secondo posto raggiunto è già un ottimo risultato considerando le avversarie che vi siete lasciati alle spalle. Come valuti la stagione fino a questo momento?
“È andato tutto per il verso giusto, abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati, ovvero arrivare ai playoff. Farlo arrivando secondi, quindi davanti a tutti gli altri, dev’essere motivo di orgoglio”.
Cosa prova un legnanese ad indossare la maglia lilla?
“Quando ho finito le giovanili a Novara e si sono aperte le porte della Serie D, appena ho saputo della possibilità di venire a giocare qua non ci ho pensato due volte: sono orgoglioso di rappresentare la squadra della mia città e mi spinge a dare sempre il massimo, perché so quanto vale questa maglia e quanto sia importante questa piazza che con questa categoria c’entra veramente poco”.
Eri già stato al Mari da tifoso prima che da giocatore?
“Si, anche se non molto spesso avevo già visto delle partite coi miei amici, specialmente due anni fa quando il Legnano ha conteso la promozione in Serie C alla Pro Sesto. Ricordo che l’atmosfera che si viveva era particolarmente bella e quindi speravo anch’io un giorno di giocare in uno stadio così importante”.
Ripensando all’andamento del campionato, c’è rammarico per non essere riusciti a contendere la vittoria al Sangiuliano oppure quest’anno erano inarrivabili?
“Abbiamo visto subito che il Sangiuliano era una squadra costruita per vincere e difficilmente poteva essere raggiunto. Credo che noi abbiamo fatto un grandissimo campionato dando tutto ogni partita. Tuttavia è giusto che l’obiettivo della società sia quello di tornare in Serie C perché una piazza come Legnano merita di stare nel professionismo”.
A inizio stagione hai faticato a trovare spazio e sappiamo che questo ti ha portato anche a chiedere la cessione nel mercato invernale.
“Si, a gennaio avevo intenzione di cambiare perché a questa età c’è bisogno di giocare e in quel momento lo stavo facendo molto poco. Poi però ho parlato col mister e mi ha detto che per lui potevo restare. Alla fine ho scelto di rimanere e si è rivelata la decisione giusta, perché dalla partita con la Folgore Caratese sono stato praticamente sempre titolare”.
Spesso Sgrò ha elogiato la tua duttilità visto che puoi ricoprire tutti i ruoli della difesa e del centrocampo.
“Quando ero nelle giovanili del Novara ho sempre fatto il centrocampista, poi la scorsa stagione mister Brando mi ha messo a fare il terzino e da quel momento mi sono adattato. È stata un’esperienza molto utile per quest’anno perché adesso posso essere impiegato in qualsiasi posizione di difesa e centrocampo. Nel calcio moderno credo sia importante avere giocatori in grado di ricoprire tanti ruoli. Certo, se potessi scegliere preferirei essere impiegato da mediano o mezzala perché l’ho fatto per tanti anni, però anche terzino non mi dispiace”.
Abitando a Legnano senti la pressione per i risultati della squadra? Sei mai stato fermato per strada dai tifosi?
“Si, alcune volte è capitato ed essere riconosciuto fa sempre molto piacere. Però anche gli altri ragazzi sentono l’importanza di questa maglia. Certo, essendo legnanese io la sento ancora di più e so benissimo che quando i tifosi ci riprendono per alcuni risultati lo fanno solamente perché amano il Legnano e sperano di vederlo trionfare”.
Si uò dire che manca solamente il gol per mettere la ciliegina su questo tuo inizio di carriera?
“Effettivamente non l’ho ancora trovato ma non mi preoccupa, anche perché giocando da difensore m’interessa prima di tutto che la squadra non lo prenda. Quest’anno come reparto siamo stati molto bravi. Ho sentito l’intervista di settimana scorsa a Bini e concordo con lui: è merito di tutta la squadra perché gli attaccanti si sacrificano molto, specialmente Gasparri che giocando dalla mia parte lo vedo rientrare sempre a darmi una mano. Questo è il segreto che ci ha permesso di tenere dietro squadre anche più attrezzate di noi. Speriamo che prima o poi arriverà anche il primo gol in lilla”.
Hai giocato la prima da titolare quest’anno contro la Folgore Caratese e sarà proprio lei che incontrerete domenica sulla vostra strada in semifinale playoff…
“Diciamo che si chiude un cerchio. Sappiamo che sarà una sfida molto difficile perché hanno grandissime individualità. Quest’anno non hanno mai vinto contro di noi e saranno agguerriti sapendo che sono costretti a farlo per passare il turno. Noi abbiamo due risultati su tre ma vogliamo assolutamente imporci perché portare la gara ai supplementari potrebbe essere un problema”.
Alex Scotti