busto arsizio pro patria vs mantova

Operazione San Gennaro. Il parallelo è tra la pellicola di Dino Risi e il drama societario biancoblu. In entrambi i casi la location catartica è rappresentata dallo scalo napoletano di Capodichino. Da una parte le curve di Senta Berger spogliate pudicamente del Tesoro del Santo, dall’altra i primi contatti tra il Consorzio Sgai e il rappresentante del panel di imprenditori che intende rilevare il 90% consortile della proprietà della Pro Patria. Cosa accadrà oggi all’aeroporto di Napoli? Nulla di definitivo. Molto di interlocutorio. Come già scritto qui venerdì scorso, lo stato dell’arte è chiarissimo. Ci sono un venditore, un compratore e un prezzo della transazione (più o meno) definito. Restano da incastrare modalità di gestione del passaggio di consegne (economiche e operative), e ruolo di Patrizia Testa. Già perché l’attuale socio di minoranza del club di via Cà Bianca oltre che depositario del 10% delle quote è anche collettore e garante dell’auspicato nuovo corso tigrotto. Ma i rapporti con Sgai sono quelli che sono e il nodo andrà in qualche modo sciolto. 

Io so che tu sai che io so. Nessun tatticismo. Le due parti sanno benissimo che non ci sarà tempo per annusarsi. Toccherà piacersi così, al primo appuntamento. Perché i tempi sono strettissimi e perché le alternative non ci sono. O (se ci sono), rasentano il vago o (peggio ancora), l’avventuroso. Sia come sia, il prossimo 22 giugno la Pro Patria verrà iscritta alla Lega Pro 2022/23. Nessun differente scenario. Altro paio di maniche è in quale assetto societario si arriverà a quella scadenza. Perché una volta si può anche mettere una toppa, ma prima o poi il vestito bisognerà pure cambiarlo.                      

Giovanni Castiglioni  

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