Quale miglior modo per approcciare ed avvicinarsi al Campionato Italiano Assoluto Estivo di Nuoto Sincronizzato, in vasca da oggi fino a domenica a Savona, se non parlando con un’atleta che sarà grande protagonista di questa manifestazione con la Busto Nuoto Sincronizzato?

Ci rispondiamo da soli, miglior modo non c’è ed allora abbiamo deciso di fare due chiacchere con Beatrice Amadei, draghetta che scende in vasca in questi campionati per coronare una lunga carriera, 20 anni, guidati da una passione infinita ed un sacrificio enorme, che vuole concludere con un grande trionfo, prima di dedicarsi solo all’insegnamento.

Mi racconta qual è stato il suo primo rapporto con l’acqua?
“E’ stato in piscina con mio papà. Fin da piccolissima lui mi ha portato a nuotare in piscina e così è iniziato tutto. Ho incominciato con i classici corsi di nuoto fino ad un giorno quando la mia allenatrice di allora mi disse che avevo una buona elasticità e che avrei dovuto provare con il nuoto sincronizzato. Mi ricordo ancora che andai a vedere un allenamento ma sbagliai giorno e in piscina trovai le ragazze più grandi. I miei mi hanno raccontato che sono rimasta seduta in silenzio per tutto l’allenamento, tipo due ore e poi gli dissi che non volevo fare quello sport. Per fortuna pochi giorni dopo andai all’allenamento giusto con le bambine della mia età, provai e non da lì non ho più smesso”.

Per fare nuoto sincronizzato è più importante la testa o il fisico?
“Parliamo di uno sport che richiede un grandissimo sforzo, sia mentale che fisico. Io credo che uno non possa prescindere dall’altro, chiaramente però penso che il fattore che incida di più sia la forza mentale che un atleta riesce a sviluppare. Questo perché gli allenamenti sono pesanti, ci sono periodi di allenamento solo di tecnica molto intensi e stressanti. E’ molto più mentale di quanto non si possa immaginare secondo me questo sport”.

Mi racconta cosa significa per lei fare parte di una realtà come quella della Busto Nuoto Sincronizzato?
“Parto con una premessa, io non nasco draghetta. Mi allenavo a Varedo ed ho fatto 11 anni lì. Sono arrivata a Busto nel 2013 e per me arrivare qui è stato come rinascere. Qui si punta molto sulla squadra, si tende a portare avanti il gruppo e non solo il singolo. Il lavoro è diverso, dove ero primo mi allenavo tutti giorni 4 ore al giorno, invece mi ricordo ancora che qui a Busto il mio primo allenamento è durato un’ora e mezza. Questo perché qui si punta molto più sulla qualità dell’allenamento che sulla quantità. Mi trovo benissimo, sia con Stefania che con tutto l’ambiente e le compagne, venire a Busto mi ha fatto tornare la voglia di fare questo sport”.

Quali sono state le tappe fondamentali del suo percorso di crescita?
“Sicuramente mi ricordo un anno in cui volevo smettere, ero già piccola ma a Busto. Poi però arrivò la convocazione in Nazionale, intorno al 2015/2016, andai a fare gli Europei giovanili a Baku e quello mi diede la spinta per proseguire. Il secondo momento cruciale per la mia carriera è stato il 2020, durante il covid, quando ho avuto un momento di crisi molto forte intorno a giugno. Ho parlato con la mia allenatrice Stefania Speroni perché sentivo il bisogno di fermarmi, di fare una pausa. Lei me lo ha concesso e questo mi ha permesso di fare mente locale, riallacciare il filo che si stava spezzando e ripartire più forte di prima”.

Ha parlato di Nazionale prima, che esperienza è stata la sua in azzurro?
“La mia esperienza in Nazionale inizia nel 2012 con la squadra Ragazze. Ho fatto due anni in questa categoria, partecipando alla Coppa Comen. Poi ho fatto tutti e tre gli anni Junior in Nazionale, dove ho fatto gli Europei, i Mondiali e le Olimpiadi di questa categoria ed infine ho fatto un paio di anni in Nazionale B. E’ un’esperienza che auguro di provare almeno una volta nella vita a qualsiasi atleta. Il lavoro è diverso, vedi una realtà completamente al di fuori di quella che è la normalità, soprattutto per le piccole società. Noi a Busto siamo una società forte che va in gara per vincere, quindi certe cose sono molto affini poi a quello che è il modus operandi della Nazionale, mentre magari per le atlete delle società più piccole la Nazionale fa aprire più gli occhi. All’interno dello stesso gruppo ci sono allenamenti diversi, sei lontano da casa, dagli amici, da scuola, diventa tutto più complicato ma è un’esperienza che sono grata di aver fatto e che non cambierei con nulla al mondo. I sacrifici che ho fatto per questo sport, rinunciando alle uscite con le amiche o con qualche vacanza, non li cambierei con nulla al mondo”.

Atleta ma anche allenatrice..
“Sì esatto. Ormai sono 5 anni che alleno le piccoline. Quest’anno alleno le ragazze della categoria Esordienti A, quindi atlete in fascia d’età tra i 10 e gli 11 anni. L’anno prossimo rimarrò a Busto solo per allenare, queste saranno le mie ultime gare da atleta”.

Che tipo di allenatrice è?
“Sono molto esigente. Non sono un’allenatrice che fa terrorismo. Devono sapere che devono fare quello che dico io, però cerco di mantenere sempre un clima tranquillo. Quando vengono in piscina devo provare piacere nel fare questo sport, perché se perdono la passione ed il divertimento nel venire in piscina, nel faticare e nel lavorare le perdiamo”.

Ha detto che questo sarà il suo ultimo anno in acqua, perché?
“Perché credo che sia il momento giusto per smettere. Sono grande, sportivamente parlando, sento che faccio più fatica perché il fisico cambia rispetto ad una sedicenne o diciottenne e vorrei provare a fare anche altro. Sento che è il momento giusto. Non voglio continuare solo per inerzia e fare male. Voglio chiudere bene”.

Quale miglior modo allora per chiudere bene la sua carriera ventennale se non facendo ottimamente questo Campionato Assoluto. Che gara si aspetta?
“Noi ce la metteremo tutta. Abbiamo fatto il massimo per preparare questo campionato al meglio anche se non è stato facile per via di un calendario molto intasato. Alcune ragazze Junior in squadra sono tornate solo settimana scorsa dai campionati di Riccione ed abbiamo avuto solo 10 giorni per preparare questa gara ed è pochissimo. Noi abbiamo fatto però tutto il possibile per arrivare pronte e penso che, una volta ancora di più, questa gara sarà importante affrontarla con la testa giusta. Serve sempre ma in questo campionato ancora di più”.

Alessandro Burin

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