Arrivati alla metà di giugno, in casa Pallacanestro Varese le domande sono tante: da chi guiderà in panchina il nuovo corso targato Luis Scola, a chi poi in campo cercherà di tramutare tutto il lavoro della settimana in punti per la classifica, fino al nuovo settore giovanile biancorosso che si appresta ad iniziare, grazie allo storico accordo stipulato con la Robur Et Fides.

Domande però appunto, che cercano risposte nella parole del General Manager biancorosso Michael Arcieri, che traccia un quadro dei lavori in corso.

A che punto è la ricerca del prossimo allenatore di Varese?
“Siamo ormai a buon punto. In queste settimane abbiamo parlato con tanti allenatori italiani, stranieri e della NBA, riscontrando molto interesse nella possibilità di venire a lavorare in Pallacanestro Varese. Per noi questo è motivo di grande orgoglio, perché ci porta a dover e poter fare una scelta su un’ampia platea. Non so ancora se ci vorrà qualche giorno o una settimana per l’annuncio, è una scelta importantissima che non ha bisogno di fretta, anche se vogliamo avere qui il nostro nuovo coach il prima possibile per iniziare questo nuovo percorso insieme”.

In queste settimane sono uscite tante voci e anche qualche nome, ad oggi c’e un profilo che più degli altri vi sta convincendo come scelta?
“Senza dubbio l’allenatore che prenderemo sarà uno che sa molto lavorare sullo sviluppo e sulla crescita dei giocatori, che abbia un background ben definito di conoscenze ed esperienze, che possa essere una grande risorsa per tutti. Ovviamente con qualcuno di quelli in lizza i discorsi sono stati più approfonditi ma non abbiamo ancora preso una scelta”.

Con la scelta del nuovo coach c’è la possibilità che cambi qualcosa anche a livello di staff tecnico?
“Chiaramente una volta scelto il capo allenatore poi parleremo con lui per capire se vorrà portare con sé qualche persona a livello di staff e penso sia una cosa assolutamente normale. Staff di cui però posso dire che al 100% farà parte Alberto Seravalli, che consideriamo un elemento di assoluta affidabilità”.

Dalla panchina al campo, il mercato ha già portato via un pilastro della passata stagione come Sorokas. Quanto le é dispiaciuto e se questo cambia i vostri piani sul mercato?
“Parto dalla seconda parte della domanda e dico che non cambierà molto nella strategia di costruzione della squadra. Detto questo, mi dispiace moltissimo che Paulius sia andato via, è un ragazzo stupendo con cui ho un ottimo rapporto. La sera prima di accettare l’offerta di Treviso ci siamo parlati e abbiamo capito che quella poteva però essere la scelta migliore per tutti. Questi sono i momenti più brutti quando fai il mio lavoro, vorresti tenere tutti ma sai che è impossibile. Certe persone diventano parte di una famiglia ma ad un certo punto devono andare via. Come per Sorokas lo stesso discorso vale per Beane, Vene, Keene, vorremmo tenere ognuno di loro ma purtroppo questo non è possibile”.

Da Sorokas a De Nicolao, che ha una possibilità di uscita dal contratto entro il 30 giugno. Volete confermarlo nel roster del prossimo anno?
“Assolutamente sì. Giovanni come Paulius, oltre che essere un ottimo giocatore in campo, cresciuto in maniera costante negli ultimi anni, è una persona eccezionale e senza ombra di dubbio vogliamo tenerlo. È chiaro che fino al 30 giugno lui ha questa opzione, deve pensarci, però abbiamo 13 giorni, dobbiamo aspettare e mi auguro che la risposta da parte sua sia positiva e che rimanga con noi per molti anni”.

Quanta fiducia c’è di poter partecipare alla Champions League anche se non dipende da voi e questo cambierà qualcosa nello schema di costruzione della squadra?
“Noi abbiamo fatto tutto quello che dovevamo e potevamo fare, ora aspettiamo ma se c’e l’opportunità, noi vogliamo giocare in Europa. Nel caso di risposta positiva dalla FIBA, a quel punto è normale che se devi affrontare una stagione con due competizioni molto dispendiose la squadra andrà costruita con il 6+6, viceversa nel caso in cui dovessimo giocare solo in campionato, opteremmo per un 5+5 molto più verosimilmente”.

Si può dire che parte della costruzione della nuova squadra passerà dal viaggio in America per le tappe della Summer League che lei farà a luglio?
“Assistere alle tappe della Summer League è importante anche se hai già firmato tutti i giocatori della nuova squadra. E’ un’esperienza che ti permette di mantenere e creare rapporti con agenti, giocatori ed allenatori. Puoi parlare con loro e capire quali prospetti possono essere subito pronti per venire in Italia o chi ha bisogno di ancora qualche anno di crescita. Detto questo, aggiungo però che dei 4-5 giocatori che andremo ad inserire nel roster, per i rapporti che abbiamo in America, pensiamo non valga la pena riempire tutto il roster ora e penso e spero proprio che almeno uno o due nuovi acquisti arriveranno dalle Summer League di Las Vegas, San Francisco o Salt Lake City”.

Infine le chiedo se davvero è ormai tutto fatto per il nuovo accordo con la Robur Et Fides per il settore giovanile e se si sta aspettano solo il 30 giugno per poterlo annunciare?
“Si sappiamo che c’è questa deadline del 30 giugno, ad oggi però abbiamo fatto e stiamo facendo, tutto quello che dovevamo per poter partire dal primo di luglio con il nuovo progetto con la Robur Et Fides. Ora attendiamo di definire gli ultimi dettagli, però siamo pronti con lo staff e la strategia per iniziare con il nuovo settore giovanile sotto il nome di Pallacanestro Varese. So che questo è un passo che genera entusiasmo in tutta la città, nei genitori e nei ragazzi con cui abbiamo parlato e siamo molto felici di ciò”.

Alessandro Burin

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