A prescindere dalla categoria sarebbe stato Marco Molluso a guidare la Castanese nella stagione 2022/23; certo è che farlo in Serie D assume tutto un altro sapore. E così il neo-tecnico neroverde si è trovato a seguire da fuori la sua nuova squadra diventandone il primo tifoso durante la cavalcata playoff che ha portato il gruppo, fino a qualche giorno fa guidato da Alfio Garavaglia (a cui vanno ovviamente i ringraziamenti della società, ndr), a vincere la finale nazionale playoff contro il Prevalle.

Allenatore giovane e rampante, Molluso ha finora collezionato un tris di esperienze in Eccellenza chiuse anzitempo per un motivo o per l’altro: con il Settimo Milanese, società in cui ha chiuso la carriera da giocatore con la fascia al braccio, la stagione è stata condizionata dal Covid, il matrimonio con la Vogherese non ha praticamente fatto tempo a nascere e con l’Accademia Pavese è arrivata la separazione lo scorso gennaio.

I rapporti con il DS della Castanese Gianfranco Garavaglia, suo direttore ai tempi del Settimo, sono sempre rimasti ottimi e, pertanto, il passaggio in neroverde è stato una naturale conseguenza della stima reciproca che intercorre fra i due. Adesso, come anticipato, la soddisfazione lascerà immediatamente spazio alla voglia di lavorare perché c’è un debutto in Serie D che si avvicina velocemente. “Le sensazioni sono molto positive – ci confida Molluso – anche se per me, per tanti giocatori e per la società stessa sarà la prima volta in questa categoria. La Castanese è stata in Serie D 33 anni fa, ma per la famiglia De Bernardi arrivarci quest’anno è stato un traguardo clamoroso e ho avuto la fortuna di viverla da tifoso sfegatato”.

Il tuo nome accostato ai colori neroverdi circolava da tempo; com’è avvenuto il matrimonio?
“Io e il direttore Garavaglia ci conosciamo da oltre 14 anni e, pur stando in realtà diverse, siamo sempre rimasti in contatto. Una dinamica tira l’altra e lui, sapendo che mister Garavaglia non sarebbe rimasto, aveva fatto alla società il mio nome inserendolo in una rosa di papabili candidati. Alla fine il tutto è andato in porto ed eccomi qui: avevo già accettato ben prima di conoscere la categoria perché il progetto che c’è qui è davvero importante ed è stato fantastico seguire la squadra durante i playoff”.

Come ti approccerai al tuo primo anno da allenatore in Serie D?
“Lavoro e aggiornamento saranno le due parole chiave. Tra i motivi che mi hanno spinto a venire qui c’è stata anche la possibilità di tornare a lavorare con il mio staff al completo, cosa che mi è mancata nelle ultime stagioni. Dopo l’esperienza al Fanfulla, Mattia Miraval sarà il preparatore atletico mentre per quanto riguarda l’altro nome preferisco non sbilanciarmi perché la firma non è ancora arrivata; di sicuro ritrovarci e poter lavorare insieme ad Andrea De Bernardi, che sarà il collante tra il passato e il futuro, è stato uno step importante. Potersi rapportare con persone della stessa generazione, che condividono le medesime idee e un unico desiderio è davvero importante. La Castanese dello scorso anno era una Ferrari guidata da un ottimo pilota che l’ha portata al traguardo, ma sappiamo che l’anno prossimo saremo noi a dover inseguire perché ci scontreremo con realtà, almeno sulla carta, fuori portata. Poi, a dirla tutta, nel calcio non esiste la logica, per cui ce la giocheremo con chiunque”.

Da allenatore, ti senti maturo al punto giusto per la categoria?
“Non posso dire di esserlo perché non ho mai allenato in Serie D. Di sicuro, però, ho imparato dai tanti errori che ho commesso e spero di non ripeterli. Credo di saper lavorare bene con i giovani, ma devo migliorare nella gestione degli over. Nel mio primo anno a Settimo le cose stavano andando bene fino all’interruzione causa Covid; a Voghera non mi è stata data la possibilità di lavorare e con l’Accademia Pavese, senza cercare scuse, è stata un’annata nera dal punto di vista della fortuna ma il gruppo costruito non ha reso come avrebbe dovuto. L’ingrediente fondamentale per la prossima stagione sarà la solidità”.

Che Castanese vedremo? Come vi muoverete sul mercato?
“Tutte le persone con cui ho parlato finora all’interno della Castanese sono persone competenti e disponibili, a cominciare da capitan Valerio Foglio: parliamo di un calciatore che ha oltre 300 presenze nel professionismo ed è lui ad insegnare calcio agli altri. Poi ci saranno delle scelte, ovvio. Io ho chiesto di confermare il gruppo intero, ma non tutti potranno rimanere: con gli allenamenti al pomeriggio è comprensibile che qualcuno scelga di dare precedenza al lavoro. Ho chiesto, però, di sostituire chi non rimarrà con gente di categoria perché la conoscenza del campionato in cui si gioca, delle metodologie di lavoro, dell’approccio e delle dinamiche fa la differenza. La nostra lista mercato è aperta e se non riusciremo ad attuare il piano A ci faremo trovare pronti con il piano B finché non arriveremo a costruire una squadra forte e bilanciata tra gioventù ed esperienza”.

Alla luce di questo quali devono essere le aspettative?
“Non ci spaventa niente, ma non siamo presuntuosi: da neopromossi il nostro obiettivo deve essere la salvezza e vogliamo raggiungerlo quanto prima”.

Quale sarà la filosofia della tua Castantese?
“La nostra filosofia sarà quella di una squadra che andrà a giocarsi le partite in tutti i campi. Non possiamo permetterci il lusso di essere arrendevoli, altrimenti abbiamo già perso in partenza: potremmo finire, per fare un esempio, ad affrontare un Legnano che magari spenderà quattro volte il nostro budget, eppure sappiamo che le partite cominciano dallo 0-0 e le porta a casa chi è più dinamico e chi ha più voglia di vincere. Giocheremo a testa alta contro tutti, prendendo senz’altro le giuste precauzioni e rispettando l’avversario, ma senza paura”.

Matteo Carraro

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