Venerdì 8 luglio Mario Favini si è fatto trovare pronto al suo debutto nell’Ultracycling Dolomitica, manifestazione considerata tra le più dure al mondo che attraversa tutti i 20 passi che hanno scritto la storia del ciclismo, classificandosi ottavo.

Un mese dopo il secondo posto alla 24 ore del Montello, l’atleta sestese è di nuovo salito sulle due ruote dove ha iniziato venerdì mattina alle 10.06 con il gruppo dei self supported, affrontando la gara in totale autonomia e in solitaria, come da regolamento per questo tipo di competizioni.

È stata davvero una sfida durissima, molto al di là di tutte quelle che ho affrontato finora. L’alta montagna sa essere davvero brutale e pedalare a oltre 2000 metri di notte senza aver dormito è un’esperienza forte. Correndo tra i self supported in più avevo la bici parecchio carica e il peso si è fatto sentire su tutte quelle salite

L’atleta ha completato i 694 km e 17000m di dislivello in 44 ore, arrivando poco dopo le 6 del mattino di domenica. A salire sul gradino più alto del podio è stato Robert Muller, ciclista tedesco che ha compiuto un’assoluta impresa fermando il cronometro sotto le 30 ore, quasi 7 ore in meno del primo classificato con auto al seguito, l’italiano Pierfrancesco Santin.

Al di là del risultato sono estremamente soddisfatto di come ho gestito la gara: sapevo che difficilmente sarei riuscito ad arrivare al traguardo prima dall’inizio della seconda notte, quindi ho preferito una tattica prudente, con parecchie pause e un ritmo conservativo. Sono stato costretto a fare una lunga sosta per un problema meccanico dopo pochi km e ho deciso di fermarmi tre volte per dormire almeno qualche minuto: in totale quasi 8 ore giù dalla bici, di cui un’ora e mezza dedicata al sonno. Sicuramente avrei potuto fermarmi di meno ma questa è stata la gara più lunga di sempre per me e volevo affrontarla in sicurezza, senza rischiare di colpi di sonno e con la certezza di arrivare al traguardo“.

Sono stati 20 gli atleti che sono riusciti a varcare l’arrivo entro il tempo limite, indicato non oltre le 57 ore per i self supported e 52 per quelli con auto al seguito. Tra loro anche due donne, la professionista tedesca Kerstin Pohl e l’italiana Lucia Minervino.

Questa della Dolomitica è stata un’esperienza davvero incredibile: la seconda notte sveglio è stata quasi mistica. Tutti gli sport di ultraendurance vanno molto oltre alla semplice prestanza fisica: al di là della soddisfazione per il traguardo raggiunto superare prove come questa mi permette ogni volta di scoprire qualcosa in più su me stesso, di superare i miei limiti e in definitiva di evolvermi come persona oltre che come atleta“.

Prossima tappa di Favini per l’Ultracycling Italia Cup sarà la 24 Ore del Feletto in programma a fine settembre. La classifica lo vede secondo alle spalle di Daniele Rellini, ritirato alla Dolomitica, e l’atleta non vede l’ora di ripartire come detto da lui stesso. “Non vedo l’ora di tornare a gareggiare in circuito, e spero di fare bene sui saliscendi del percorso. Intanto mi godo una settimana senza tabelle e allenamenti specifici e, dopo la Dolomitica, almeno un mese senza salite!”.

Redazione

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