Mai dire raduno. Perché chissà cosa ti aspetti dallo starter stagionale e poi alla fine cacciare un titolo è un’impresa mica da ridere. Cinque cose che abbiamo capito (o meglio, che pensiamo di aver capito) dall’incipit biancoblu 2022/23 celebrato ieri, lunedì 18 luglio, allo “Speroni”. Passano gli anni e alla Pro Patria lo scenario sembra assolutamente uguale a sé stesso. O forse no.

Uno, due, tre alza il volume nella Testa

Il battesimo della temporada entrante ci ha consegnato una Patrizia Testa carica a pallettoni e con tutta l’intenzione di far valere (nei fatti e nel credito), lo sforzo fatto per produrre il secondo episodio della sua esperienza al vertice del club. La Pres tigrotta tira dritto pretendendo più supporto di quanto ricevuto nel settennato pre parentesi Sgai. Piaccia o meno, il tono alla stagione è stato dato. 

Travaso di Cile

Tranquilo, hombre. Jorge Vargas predica aggressività, possesso palla e linea alta con quella faccia un po’ così di chi sa benissimo che le parole contano solo se confortate dai fatti. E allora eloquio flemmatico, pochi concetti e idee che paiono chiarissime. Fuori da ogni ipocrisia l’autentica scommessa del prossimo Campionato è El Tractor in panca. Ma se c’è una squadra dove questa può essere vinta, beh, quella è la Pro Patria.  

Non ci resta che spingere

La regola aurea in via Cà Bianca è sempre quella dei 5 under in campo. Non avendone uno in porta causa cambio strategia tra i pali, il 3-5-2 tigrotto ne vedrà ragionevolmente 2 sugli esterni, uno in mediana nel ruolo di mezzala, più uno in difesa e uno in attacco. O 2 in difesa dato che l’unica punta eleggibile è al momento Stanzani. Quindi (considerazione banalissima), occhio alle sostituzioni. Con i 5 cambi da incastrare con le contingenze anagrafiche.

Il mio grosso grasso patrimonio tigrotto

Ad eccezione di Del Favero (e di Vezzoni una volta formalizzato il rinnovo del prestito dall’Inter), oltre che degli under non a contratto professionistico (Cassano, Caluschi e Piran), la Pro Patria dispone di soli giocatori di proprietà (16). Sei dei quali (Mangano, Lombardoni, Bertoni, Ferri, Ndrecka e Castelli), con rapporto pluriennale in scadenza il 30 giugno 2024. Turotti non vuole menate. Cioè, niente esuberi, valorizzare per gli altri poco (o il giusto), patrimonializzare per il club invece parecchio. Tutte cose che si trovano nel dizionario della lingua italiana alla voce programmazione.      

San Marzano ora pro nobis

Non c’entra nulla (o quasi) con il raduno ma entrare allo “Speroni” senza farsi un giro nell’orto del Giuseppe (storico custode del sacro suolo pallonaro), è davvero un’occasione persa. A dispetto di canicola e siccità il pomodoro bustocco cerca un po’ d’Africa in giardino dando il suo meglio con Ciliegino, San Marzano e Cuore di Bue in fregola ortofrutticola. Quando si dice braccia prestate all’agricoltura.                     

Giovanni Castiglioni  

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui