Parlare di oggetto del mistero sarebbe una terminologia impropria: i numeri sono già di per sé esplicativi (27 punti tra gol e assist in 27 partite alla prima esperienza europea con lo Strasburgo nella Division 1 francese), i commenti più che positivi di coach Devèze (che lo ha affrontato e superato da avversario) e di un certo Jim Corsi lo sono ancor di più.

Eppure, per i tifosi dell’HCMV Varese Hockey, Mathieu Desautels è un giocatore tutto da scoprire partita dopo partita nella speranza che il difensore classe ’95 con passaporto canadese ripaghi le, inutile negarlo, alte aspettative. Se Francis Drolet ha già giocato a Varese ed è un “uomo fidato” di Claude Devèze, per Desatuels i Mastini sono un mondo nuovo e toccherà proprio al canadese conquistarsi in fretta il pubblico guidando la difesa giallonera con la sicurezza che lo contraddistingue.

Fisico, qualità, capacità difensiva, ottima propensione offensiva e spirito di squadra. Sono queste le carte messe in tavola da Mathieu Desautels che si presenta raccontando com’è nato il suo trasferimento a Varese: “L’Italia era nei miei radar fin dal mio primo viaggio a Cortina D’Ampezzo, motivo per cui sapevo che prima o poi ci avrei giocato. Quando ho scoperto che Claude aveva firmato per Varese e che i Mastini stavano cercando un difensore straniero ho subito contattato Jim Corsi, nostro coach dei portieri alla Concordia University, e lui mi ha solo parlato bene della città e dell’organizzazione della squadra. Non ho avuto dubbi e mi sono immediatamente messo in contatto con Claude e con Matteo Malfatti per trovare un’intesa che è arrivata in fretta”.

Conoscevi già i Mastini?
“Non conoscevo la squadra in sé, ma sapevo qualcosa del campionato. In realtà, tra i vari contatti che ho avuto prima di firmare, mi sono sentito anche con Shane e Adam (McGrath e Capannelli, ndr) che, dopo avermi raccontato della loro esperienza, mi hanno vivamente consigliato di accettare”.

Cosa ti aspetti dunque dalla tua prima esperienza in Italia?
“Mi aspetto di essere accompagnato da una grande città e da un grande gruppo. In Italia ho incontrato finora persone molto gentili, amichevoli e accoglienti; sono quindi davvero emozionato e spero di imparare molto da questa esperienza. Quando arriverò a Varese? Alla fine di agosto, credo intorno al 23”.

Cosa ti incuriosisce di più in vista della tua prossima avventura?
“Sono molto curioso di scoprire e di vivere in prima persona lo stile di vita italiano: avete il cibo migliore, il caffè per eccellenza e tante altre piccole attività quotidiane che rendono l’Italia unica. Anche per questo non vedo l’ora di iniziare a vivere a Varese e, in particolare, voglio vedere una partita di hockey su prato perché non ne ho mai vista una. A livello di sport, poi, amo il ciclismo e so che a Varese ci sono davvero tante opportunità sulle due ruote”.

Parlaci di te: che tipo di giocatore sei?
“Credo di essere un buon pattinatore, uno che vede bene il ghiaccio e non rinuncia affatto a partecipare alla fase offensiva. Amo vincere e, soprattutto, amo quando l’intesa di squadra è di buon livello; a tal proposito credo anche di riuscire a svolgere un ruolo importante nella chimica all’interno dello spogliatoio perché sono una persona amichevole e divertente, uno alla mano”.

Qual è il tuo punto di forza?
“Il pattinaggio e la fase di passaggio sono sicuramente tra le mie migliori caratteristiche, ma diciamo che il vizietto del gol non mi manca e, soprattutto, sono un ottimo assist-man. In cosa devo migliorare? Talvolta dovrei giocare in maniera più fisica e usare meglio la mia corporatura in certe situazioni”.

Che bilancio puoi dare della tua prima esperienza europea in Francia?
“Tra sfortuna e Covid non giocavo da due anni e mezzo. È stato difficile, soprattutto all’inizio, tornare a fare hockey e prendere confidenza con il ghiaccio, ma mi è davvero piaciuta la mia stagione; Strasburgo è una bella città e in squadra si era formato un gran bel gruppo. Peccato per l’eliminazione ai playoff”.

A proposito di playoff, hai già avuto modo di affrontare Dèveze e Drolet: che impressione ti hanno fatto?
“Durante la stagione li ho affrontati parecchie volte, per cui mi sono fatto un’idea ben precisa. Drolet è un ottimo giocatore offensivo che sa pattinare alla grande ed è uno che vede bene il ghiaccio. Devèze non ha bisogno di presentazioni e credo che la sua più grande forza sia la capacità di entrare in contatto con i suoi giocatori e di calmare la squadra nelle situazioni difficili; il fatto che abbia vinto la coppa dopo aver perso due partite al primo turno lo dimostra. Cosa mi ha detto Devèze? Ci ho parlato velocemente prima di firmare e l’ottima impressione che mi ha fatto ha contribuito a portarmi qui”.

Hai già conosciuto qualcuno dei tuoi compagni di squadra?
“Non ancora, ma sono impaziente di conoscerli e di cominciare la stagione. Numero di maglia? Non l’ho ancora scelto”.

Quale dovrà essere la chiave per riuscire a vincere fin da subito?
“Dovremo partire forte ed assicurarci subito di essere sulla stessa linea di pensiero sia sul ghiaccio sia fuori: allenamento costante e coesione di gruppo sono fondamentali per vincere quante più partite possibili. Obiettivo personale? In primis imparare l’italiano (ride, ndr), ma soprattutto essere un buon compagno di squadra, un ottimo amico per tutti e aiutare i Mastini a vincere la Coppa e l’IHL”.

A livello di tifoseria cosa ti aspetti?
“Immagino che i tifosi siano entusiasti di riavere la propria squadra del cuore di nuovo a casa e per di più in un impianto ristrutturato e moderno. Ci supporteranno per tutto l’anno e ci aiuteranno a portare i trofei a Varese”.

Chiudiamo dunque con un saluto al popolo giallonero?
“Certamente. Voglio solo dire che sono davvero grato ed emozionato nel poter far parte dei Mastini Varese: vi aspetto tutti al PalAlbani per vincere insieme!”.

Matteo Carraro

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