Qualità, tecnica, carisma, grinta e sacrificio. Daniele Odoni racchiude in sé tutto questo e molto di più, un “Mastino doc” che, dopo quasi due anni di inattività per motivi lavorativi, non ha esitato nel rimettersi i pattini e sposare il progetto dell’HCMV Varese Hockey.

“Accettare è stato facile – spiega l’attaccante classe ’92 – anche perché, per quanto non abbia giocato nell’ultimo biennio, sono sempre stato in contatto con tutti; è come se non fossi mai uscito dallo spogliatoio. Un grazie particolare va a Marcello Borghi, Andrea Vanetti e Carlo Bino che mi hanno convinto a ripartire per questa battaglia con ancor più determinazione”.

Dopo due anni praticamente fermo come stai?
“Le sensazioni sono positive, anche perché ho già cominciato ad allenarmi e sono abbastanza in forma. In questo periodo di inattività ho scoperto il golf e diciamo che non ho perso l’abilità di colpire una pallina o un disco (sorride, ndr); è uno sport affascinante che ti aiuta a stare concentrato sull’obiettivo. Inoltre ho sempre giocato a golf con Borghi e Marco Andreoni per cui, anche se mi sono allontanato fisicamente dall’hockey, a livello mentale è come se non me ne fossi mai andato. In particolar modo Andreoni per me è un fratello: so che è praticamente impossibile, ma mi piacerebbe davvero tanto vederlo firmare per i Mastini perché giocare di nuovo con lui sarebbe qualcosa di fantastico”.

Al netto di questo, cosa ti è mancato di più?
“Il gruppo. Sono sempre stato un uomo spogliatoio e vivere quei momenti con i compagni mi è veramente mancato tantissimo. Ho sempre detto che appena avrei avuto la possibilità di tornare a giocare a cassa l’avrei colta ed eccomi qui. Sensazioni? La società ha creato un’ottima squadra inserendo anche tasselli storici, per cui le sensazioni non possono che essere positive. Con il nuovo Palaghiaccio e il supporto dei tifosi ci saranno grandi possibilità di fare un campionato di livello”.

Se gli obiettivi di squadra li conosciamo tutti, quali sono i tuoi personali?
“Come ogni anno voglio riuscire a dare più del 100% e so bene che, dopo il periodo di stop, sarà ancor più importante farlo. Di sicuro sul ghiaccio aiuterò la squadra a difendere nel migliore dei modi e, in attacco, dovrò essere bravo a segnare qualche gol. Nessuna pressione comunque: dovrò semplicemente stare concentrato e andare al massimo in ogni allenamento e partita. Devèze? Ho avuto modo di conoscerlo l’anno del Covid, quando ho dovuto lasciare l’hockey per lavoro, ed è un tecnico davvero in gamba anche a livello umano: ti stimola e ti aiuta a capire esattamente ciò che devi fare”.

Che effetto fa per un comasco essere una bandiera di Varese?
“Diciamo che arrivando da Como è una domanda che mi hanno fatto spesso. Nella stagione 2014/15 ho preso la decisione, sportiva e di vita, di trasferirmi a Varese e non mi pento assolutamente: il gruppo che ho avuto la fortuna di vivere qui non l’ho mai trovato da nessuna parte e i legami di amicizia nati fin da subito sono indissolubili. Il derby è il derby e io lo vivo con molta tranquillità da giallonero, non da biancoblu”.

Chi saranno le rivali più agguerrite per il campionato?
“Credo che le trentine siano sempre le più temibili: Pergine e Valdifiemme hanno sempre costruito squadre competitive e quest’anno non saranno da meno. Lo stesso discorso vale per il Caldaro, mentre le altre mi sembrano qualche gradino sotto; di sicuro, però, nessuno va sottovalutato”.

Una delle armi in più del Varese sarà sicuramente il pubblico: riviviamo la serata di martedì 26 luglio al Madera Pub?
“Avere alle spalle una tifoseria del genere è fantastico perché il gruppo che ci sostiene dà il 100% dentro e fuori dal Palazzetto, organizzando trasferte e serate. Sono gesti che indicano quanto i tifosi tengano a noi e tutto questo non può che essere positivo. Il numero dei nostri supporter aumenta sempre più e vedere un Palaghiaccio gremito fa sicuramente un certo effetto; l’unione fa la forza e la nostra forza è il pubblico che ci segue e ci dà carica”.

Chiudiamo con un augurio per la prossima stagione?
“Il mio augurio è di fare bene e il discorso si lega a strettissimo contatto con la questione tifosi. Molti gialloneri hanno vissuto i tempi d’oro dei Mastini, una squadra che faceva paura a tutti, e so che non è stato facile vivere annate così complicate. Quest’anno torniamo a casa nostra e loro sono ancora qui perché non ci hanno mai abbandonato: il nostro sogno è contribuire a riportare i Mastini ai tempi d’oro”.

Matteo Carraro
Foto Raissa Fontana

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