Una settimana fa, ieri, oggi, domani, dopodomani, la settimana prossima. A furia di dai e dai prima o poi ci si azzecca ma, al momento, dei gironi di Serie D non c’è neanche l’ombra. Voci e indiscrezioni s’inseguono ormai da tempo, ognuno dice la sua, ognuno ha la soffiata giusta, eppure al momento di certo c’è solo il silenzio della LND che preoccupa.

Sul sito della Federazione, l’ultima news dal Dipartimento Interregionale è datata 15 luglio e riguarda le 168 domande d’iscrizione; fronte Comunicati Ufficiali (escluso l’ultimo relativo agli svincoli) si sale invece al 22 luglio con la definizione delle graduatorie dei ripescaggi (23 le squadre che hanno formalizzato la richiesta).

Facciamo ordine

L’organico attuale della prossima Serie D è di 166 squadre, sei in meno rispetto alle 172 dello scorso anno. Oltre all’esclusione dell’FC Messina, infatti, Delta Porto Tolle e Lornano Badesse hanno presentato la rinuncia formale, mentre il Rieti non ha fatto pervenire alcuna domanda al Dipartimento Interregionale. Delle 168 rimanenti, poi, Fermana e Torres sono state ripescate in Serie C. Il Giarre ha invece ricevuto la bocciatura della CovisoD e, viceversa (si sapeva), il Catania ha ottenuto l’iscrizione in sovrannumero al prossimo campionato. Risultato? 166 squadre. Tutto risolto? Assolutamente no.

(In)Giustizia Sportiva

Come ogni estate a farla da padrone è la Giustizia (il termine è giusto?) Sportiva che conduce di conseguenza ad un corto circuito assolutamente evitabile. Il problema, di certo, non riguarda solo il mondo dilettantistico ma si estende ai piani alti del calcio (e non solo) italiano. Se da una parte la querelle Serie C continua a tener banco dall’altra si è aggiunta ora anche la Serie D.

SERIE C
Fermana e Torres hanno trovato un posto tra i professionisti a seguito della bocciatura della CovisoC di Campobasso e Teramo; le due società respinte hanno immediatamente presentato il ricorso al Tar, ricevendo però riscontro negativo. Il passaggio successivo è quindi stato quello di ricorrere al Consiglio di Stato che, al momento, non si è ancora sbilanciato in merito ma ha disposto la sospensione cautelare della loro esclusione in attesa del pronunciamento (25 agosto) sulla possibile riammissione (che disegnerebbe una Lega Pro a 61 o a 62 squadre). Di conseguenza l’inizio del campionato di Serie C è già stato posticipato al 4 settembre e, quindi, non è ancora dato sapere quale sarà il calendario.

SERIE D
Per non farsi mancare nulla, anche la categoria regina del dilettantismo si è tuffata nel caos burocratico. Il Giarre, ricevuto il “no” della CovisoD, si è rivolto al Tar del Lazio e, in questo caso (un passaggio in meno “per fortuna“), si è subito passati alla sospensione del precedente provvedimento disciplinare fissando l’udienza per discutere il ricorso al 7 settembre. Corto circuito totale se consideriamo che il campionato dovrebbe partire il 4 settembre e la Coppa Italia scattare con il primo turno preliminare il 21 agosto. Con l’eventuale riammissione dei siciliani bisognerebbe poi procedere ad un ripescaggio (i veneti del Giorgione sono primi nella graduatoria ripescaggio di Eccellenza) arrivando così a disegnare una Serie D a 168 squadre (tre gironi da 20 e sei da 18). Chiaro è che il tempo stringe.

Dulcis in fundo

Difficile pensare che la LND aspetti fino al 7 settembre per prendere una decisione in merito ai gironi e al calendario. Si vocifera (torniamo alle indiscrezioni) che già domani possano essere ufficializzati, ma non è da escludere che si vada a dopo Ferragosto. Il 7 settembre del 2021, casualità, furono definiti i gironi della passata stagione: in quell’occasione mancava la Sambenedettese, poi ammessa in un secondo momento, che (a proposito di tempistiche) dopo aver ricevuto in extremis risposta positiva dal Tar aveva ottenuto una proroga di 48 ore dalla FIGC per formalizzare l’iscrizione.

Corsi e ricorsi storici accomunati dalla costante burocratica che tiene da sempre in giogo il calcio italiano. La certezza, al momento, è una sola: per conoscere il futuro della Serie C e della Serie D non si può far altro che aspettare. E aspettare ancora.

Matteo Carraro

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