Chi facendo sport, in cameretta, correndo per strada, in una piscina o in qualsiasi altro impianto e per qualisasi tipo di disciplina, non ha mai ascoltato la canzone Eye of the Tiger, immedesimandosi in Rocky, sentendosi potente e provando a superare ogni limite per raggiungere il proprio scopo, grande o piccolo che fosse?

La risposta esatta non la sappiamo, probabilmente davvero molto pochi, ma di una cosa siamo certi, chi incarna perfettamente tutto questo ogni volta che scende in vasca è il Ringhio Team, guidato da Gemma Galli. Parliamo, per chi non lo sapesse, dell’ItalSincro, la selezione azzurra che, tra Mondiali di Budapest ed Europei di Roma, nel giro di tre mesi quest’estate, si è tolta più di una grande soddisfazione.

Merito del gruppo e della capitana, la bustocca acquisita Gemma che, nel nuovo ruolo di guida del gruppo, ha saputo tenere unite e affiatate le compagne durante tutto l’anno di collegiale e soprattutto in queste gare, che hanno lasciato alle azzurre 4 argenti continentali, un bronzo ed un oro nel trofeo Mondiale.

In particolare la manifestazione capitolina è stata un successo non solo per i risultati sportivi ma per tutta la cassa di risonanza che ha avuto, elevando finalmente un movimento che troppe poche volte viene seguito come meriterebbe.

Si sarebbe mai aspettata di raggiungere questi risultati nel giro di tre mesi?
“Sicuramente no. E’ stato il primo anno che abbiamo avuto due gare così importanti nel giro di poche settimane. Riuscire a rimanere concentrate nel mese di collegiale post Mondiale non è stato assolutamente semplice ma siamo state brave a riuscirci. A Roma è stata la gara più bella di sempre”.

Guardando le gare dalla tv è stato molto enfatizzato il valore del pubblico in questi campionati Europei. Per voi atlete ha inciso questo fattore?
“Di solito quando siamo in acqua non ci facciamo mai molto caso al tifo, anche perché il più del tempo siamo sott’acqua e abbiamo tante cose a cui pensare, non è come giocare ad esempio a calcio che performi immerso nel calore del pubblico. Devo dire però che questa volta c’era talmente tanta gente che si sentiva anche sott’acqua ed ogni gara è stata una gioia infinita per noi atlete sentire questo supporto”.

A livello tecnico, qual’è stato secondo lei il segreto della squadra per iuscire a performare così bene?
“Io penso che più che la componente tecnica, in questo Europeo soprattutto sia valsa la componente psicologica e mentale del gruppo. Il fatto, come dicevo prima, di essere riuscite a portare in acqua la stessa voglia ed entusiasmo del Mondiale, ci ha permesso di ripetere gli esercizi che avevamo già pronti da Budapest con grande qualità. Così facendo abbiamo vissuto con meno stress la gara e ce la siamo goduta”.

Questi campionati di Roma hanno dato nuova cassa di risonanza a tutto il movimento ed anche a lei in prima persona che da capitano ci ha messo la faccia in tante interviste. Come ha vissuto questa esperienza?
“Tutto questo ci ha e mi ha ripagato di tutti gli sforzi fatti. Il nuoto sincronizzato purtroppo solitamente non è uno sport che viene seguito più di tanto o a cui viene dato tanto spazio, mediaticamente parlando, mentre questa volta c’è stato tanto seguito ed è stato molto bello. Io ovviamente non posso che aver vissuto tutto questo in maniera positiva, al di là poi del risultato sportivo, perché finalmente abbiamo visto che ciò che abbiamo fatto è stato seguito e conosciuto, molto di più di altre volte quando magari abbiamo ottenuto ottimi risultati e solo in pochi sapevano davvero cosa avevamo fatto”.

Dopo tutti questi sforzi ora è tempo di vacanze..
“Sì fino a settembre vacanza, o meglio, vado ad allenare delle bambine in alcuni camp, però per me questo vale quanto fare una viaggio al mare o in montagna. Mi ricarica e mi dà la spinta per ripartire con la nuova stagione ancora più carica in vista dei Mondiali in Giappone dell’estate prossima”.

Alessandro Burin

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