È stato il colpo di mercato che ha fatto definitivamente divampare l’entusiasmo dei tifosi, già particolarmente acceso e scoppiettante dalle prime mosse della campagna acquisti. Attaccante classe 1993, con la sua esperienza sui campi di Serie D e Lega Pro, dove ha collezionato oltre duecento presenze, Daniele Grandi non vede l’ora di disputare la sua prima gara ufficiale con la maglia del Verbano. La stagione che sta per iniziare segnerà la sua prima avventura in Eccellenza, categoria in cui il suo valore tecnico e il suo fiuto per il gol possono facilmente convertirsi nel peggior incubo per gli avversari.

Venendo al Verbano, hai fatto un balzo all’indietro di due categorie. Come hai maturato questa scelta?
“Conoscevo già molto bene il mister, lo staff e il ds Giovanditti, quindi eravamo in contatto da un po’ di tempo. È stata la loro presenza, insieme a quella del presidente Barbarito, che mi ha convinto a fare questa scelta. Parallelamente, anche le richieste ricevute a livello lavorativo mi hanno permesso di fare questo ragionamento”.

Pensando a solo qualche mese fa, che voto daresti alla stagione alla Pro Sesto? E cosa porti con te da quest’altra esperienza con i professionisti?
“Dare un voto è difficile, nel senso che è stata una stagione con molte complicanze sia a livello personale che di squadra. Ci sono stati un po’ di alti e bassi, ma per quanto mi riguarda sono contento per quello che ho potuto fare quando ho avuto l’occasione di giocare. Dal punto di vista generale, si poteva fare sicuramente meglio, visto che la squadra era stata costruita per una salvezza tranquilla e invece l’abbiamo raggiunta ai playout. Diciamo, però, che la sufficienza c’è”.

Qual è stato il momento più significativo della tua carriera? E quello più difficile?
“Gli anni del professionismo sono stati importanti e allo stesso tempo difficili, perché facevo il salto in un ambiente duro e competitivo direttamente dalle giovanili. Nel complesso, comunque, è stato un periodo molto formativo. Se devo citare l’anno più significativo, che in un certo senso ha dato la svolta alla mia carriera, forse è stato il 2018 a Seregno, dove tra l’altro c’era mister Ardito che ora ritrovo qui al Verbano. È la stagione che ricordo con più gioia, non solo sotto l’aspetto personale, ma anche a livello di gruppo e delle amicizie che si sono create”.

Pensiamo al Verbano. Nelle amichevoli di queste settimane vi siete messi alla prova con avversari di un certo livello. Qual è il bilancio di queste prime uscite?
“Il bilancio è sicuramente positivo. Chiaro che quando si incontrano avversari di addirittura due categorie superiori, non dico che si pensi più che altro a difendersi, ma la partita tende a indirizzarsi maggiormente dalla loro parte. Comunque sono stati due ottimi test a livello di attenzione e organizzazione, che ci hanno fatto crescere molto sotto questo aspetto. Per quanto un gruppo possa essere costruito per stare in alto, durante il campionato incontrerà sicuramente dei momenti di difficoltà in cui dovrà mantenersi attento e organizzato. Le amichevoli, in questo senso, ci hanno dato la consapevolezza di essere una squadra con queste caratteristiche, che può giocarsela anche con avversari più forti sulla carta”.

Sabato la stagione prenderà ufficialmente il via con la Coppa Italia che vi vedrà impegnati con due partite in quattro giorni. Come vi approccerete a questi incontri?
“Dovremo avere un approccio da campionato. Come ci siamo detti in queste settimane, la Coppa Italia ha valore perché se arrivi fino in fondo e vinci, hai la possibilità di salire di categoria. Non verrà affrontata come un’amichevole o una sorta di fase di preparazione, ma con la stessa determinazione e concentrazione che riserveremo al campionato”.

Campionato che prenderà il via il weekend successivo. Pensi che le big si vedranno già dalle prime gare?
“Sarà un campionato lungo e difficile, quindi credo che almeno fino alle prime sette/otto giornate la classifica non sarà ancora ben delineata. Da parte nostra, dovremo pensare partita dopo partita e mettere in campo le nostre qualità, poi dopo qualche settimana, o alla fine del girone di andata, vedremo a che punto saremo arrivati. Secondo me ci sono tante squadre attrezzate per stare in alto; noi proveremo ad essere una di quelle, perché non vogliamo fare campionato anonimo, ma allo stesso tempo siamo consapevoli che sarà dura e che anche squadre che sulla carta sembrano più abbordabili in realtà non possono essere date per scontate”.

La rosa combina profili di notevole esperienza, come il tuo, con altri provenienti da campionati giovanili. Potrebbe essere il giusto mix?
“Ormai le rose sono costituite in gran parte dai giovani, quindi avere degli under che vengono da campionati importanti può fare sicuramente la differenza. A noi giocatori più grandi spetterà il compito non solo di aiutarli, ma anche di trascinarli”.

Personalmente che obiettivi ti sei posto per la stagione e dove vorresti arrivare con questo gruppo?
“Personalmente, ma questo è anche il pensiero di tutta la società e di tutta la squadra, vogliamo provare a lottare per fare qualcosa di importante. Chiaro che questo è il classico periodo in cui tutti possono dire di voler vincere, ma alla fine ci riuscirà solo una squadra e ad oggi non si possono fare grandi previsioni sul piazzamento finale. Sicuramente proveremo a stare davanti, poi il campo sarà il giudice”.

Silvia Alabardi

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