La nostra finestra settimanale sul girone N di Prima Categoria, dopo l’intervista al ds dell’Accademia Bmv Luca Michele, si sposta su un’altra realtà che qualche stagione fa è stata protagonista nel varesotto arrivando persino a disputare un playoff, la Folgore Legnano. 
Al momento i punti in classifica sono 3, conquistati grazie al successo in rimonta sul Quinto Romano, mentre in Coppa Lombardia ci si giocherà tutto la prossima settimana nel big match con l’Accademia Bmv. A raccontare le prime sensazioni di questa annata è lo storico direttore sportivo Paolo Ferrario.
Pensavamo di fare più fatica in questa ripartenza visto che abbiamo cambiato tanto, ed invece devo dire che i ragazzi sembrano già essere molto più in sintonia di quanto si potesse immaginare”.

Un’estate di cambiamenti, appunto, partiamo da qui: via mister Colombo ed ecco mister Amendolara, e poi via tanti giocatori che erano un perno di questa squadra.
Era opportuno un cambio di rotta, era opportuno ringiovanire la rosa e puntare su qualcosa di diverso, la scorsa stagione è stata difficile, troppo, ci siamo accorti di essere giunti alla fine di un ciclo e così abbiamo fatto delle scelte; il nuovo allenatore è uno che punta tanto sui giovani e li conosce bene, abbiamo preso quella direzione, fermo restando che i rapporti bellissimi e tutto quello di buono fatto nel passato non cambiano: con Beppe (Colombo ndr) sono state annate fantastiche, ma anche con giocatori come Gazzardi, Lo Piccolo, Bigoni, solo per citarne alcuni, resta un rapporto di stima infinita”. 

Alla luce di questi cambiamenti quali sono i vostri obiettivi stagionali?
Il primo era ed è quello di assemblare al meglio la squadra, trovare i giusti equilibri, la sintonia, inserire i nuovi arrivati in un gruppo che resta solido ma che sta anche affrontando il ricambio generazionale, l’ossatura della Folgore è la stessa bisogna trasmettere il nostro dna ai nuovi ma per questo so che posso contare sui “vecchi”, fatto questo passo vediamo che succede, noi non siamo quelli dei grandi proclami ma l’idea è stare in alto, poi ogni stagione è storia a sé, a Varese abbiamo fatto i playoff quando credevamo di salvarci, lo scorso campionato volevamo essere ai vertici ed invece ci siamo ritrovati a combattere per non retrocedere”. 

Addentriamoci un po’ di più in questo girone N: quali sono le squadre da battere? E quali sono le differenze con il girone del varesotto che anche tu conosci da vicino?
Sulla carta posso dire che le più attrezzate mi sembrano Accademia Bmv, che già da qualche anno punta a salire, e Triestina, che fra gli altri vanta anche Caruso, poi non troppo lontano ci piazzo la Folgore, il campo come sempre dirà la sua, il segreto sta nel farsi trovare pronti qualsiasi cosa accada, io sono fiducioso anche perché non vedo una squadra “ammazzacampionato” come il Pontevecchio un anno fa, ma vedo un gruppo livellato, saranno episodi e dettagli a deciderla; più in generale penso che in questa fetta di calcio dilettanti ci sia più intensità, ed uno spirito battagliero, però anche la qualità è in crescita, basti vedere i nomi che circolano fra le varie squadre, nel gruppo A probabilmente il tasso tecnico resta più elevato, quello che è certo è che è il più raccontato, ed più facile seguirlo”. 

Quest’anno, fra le altre, a farvi compagnia c’è anche la San Marco, una gara sempre particolarmente sentita.
Più che una gara, un derby! Sicuramente quando ci giocavamo il campionato era diverso, c’era un ardore intorno a questa sfida differente, oggi sono cambiati tanti interpreti ma resta quella sensazione di rivalità tipica tra Busto – Legnano e per fortuna in Coppa lo abbiamo già affrontato e lo abbiamo anche vinto”. 

Venendo a te: un direttore sportivo come si muove quando deve costruire una squadra per l’uno o l’altro girone?
Un direttore sportivo si muove per budget (ride ndr), a parte gli scherzi, che poi è la realtà, in primis si pesca basandosi sulla zona, vuoi per vicinanza territoriale, vuoi perché se vai a pescare lontano cambiano i rimborsi, vuoi anche per conoscenze, io personalmente mi sono sempre mosso partendo da Legnano e spostandomi un po’ più in là da una parte o dall’altra, il giro di contatti è quello anche se attingere a nuove realtà magari ti dà una mano, ti aiuta ad avere qualche indicazione e qualche spunto in più”.

Per chiudere vorrei dedicare un pensiero ad un altro cambiamento che c’è stato in Folgore, ovvero il passaggio di consegne fra il presidente Mocchetti, e Maurizio Ferrario, il tuo papà.
È stata la più naturale delle conseguenze, avvenuta in maniera semplice, il pres Mocchetti arrivato a 30 anni di presidenza ha deciso, proprio nell’anno del nostro 60esimo compleanno, di chiudere un cerchio, Maurizio, mio papà, vive per la Folgore, è grigiorosso dentro, chi più di lui poteva andare a ricoprire questo ruolo?

Mariella Lamonica

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