Siamo solo al primo weekend di ottobre, poco meno di un mese di calcio ufficiale giocato per i dilettanti, qualcosa in più per i professionisti, quello che accomuna tutte le squadre di qualsiasi categorie è la crisi di risultati che viaggia di pari passo con il mettere in discussione l’allenatore.

Sono già diverse le panchine saltate nel mondo dei dilettanti di cui ci occupiamo: in ordine cronologico l’ultimo avvicendamento nel campionato di Eccellenza si è avuto al Verbano. Mister Ardito, a sopresa, sabato ha lasciato la squadra che deve ancora avere un nuovo allenatore. In questo caso più che di risultati si può parlare di… divergenze. Chi ha pagato di sicuro lo scotto mancanza di punti sono stati Cretaz alla Castellanzese (Serie D), sostituito da Mazzoleni, Maestroni dell’Uboldese (Promozione) e Boy degli Eagles Caronno (Seconda Categoria) che hanno scelto Simionato.
Alcuni esempi a noi vicini che vanno di pari passo con le panchine dei mister Vip già saltate: Stroppa a Monza, Mihajlovic a Bologna, Giampaolo alla Sampdoria e l’ex Varese Maran al Pisa. Inutile un elenco dettagliato, certo è che il Sud Tirol ha fatto meglio di tutti: fuori Zauli, dentro Bisoli prima ancora di inziare la stagione di Serie B.

“Penso che il cambio in panchina dopo poco tempo sia da considerarsi una sconfitta di tutti – ci racconta Mavillo Gheller ex Varese Calcio -. Un fallimento della società, del Direttore che ha fatto la squadra col mister e, ovviamente, anche dell’allenatore, senza dimenticare le responsabilità dei giocatori; sono loro che vanno in campo. Dirò delle banalità: quando le cose non vanno è più facile cambiare l’allenatore che tutta la squadra. E’ più facile prendere un nuovo allenatore e sperare di invertire la tendenza dei risultati piuttosto che fare quadrato, confermare la fiducia e proseguire nel percorso. Troppe poche volte si fa questa scelta che però in alcuni casi ha pagato”.

Nella tua florida carriera (quasi 500 presenze tra i professionisti) ti è mai capitato di vivere queste situazioni da giocatore?
“Certo, e più di una volta. Gli esempi più significativi che mi vengono in mente sono quelli di Treviso (stagione 2004-2005 in Serie B ndr) con in panchina D’Astoli. Andavamo male, è arrivato Pillon e alla fine abbiamo conquistato la storica promozione in Serie A. L’anno successivo a Pistioa (Serie C ndr) iniziammo la stagione con Bruno Tedino in panchina. La società era ambiziosa e voleva vincere, arrivò Stefano Di Chiara perchè i risultati erano mediocri, ma rimasero tali. Venne così richiamato Tedino e alla fine sfiorammo i playoff, forse in quel caso sarebbe stato meglio non cambiare”.

Under 16, Under 17 e Juniores Nazionale a Novara oltre a due stagione come allenatore in seconda sempre dei piemontesi: cosa fa oggi Mavillo Gheller?
“Ho fatto un’importante esperienza umana e formativa a Las Vegas ad inizio anno e ora sto collaborando con l’amico Cardamone a Sedriano. Un aiuto nella gestione del nuovo Centro Sportivo di Bareggio e un occhio anche alla squadra di calcio che milita nel campionato di Promozione, in attesa di…”

In attesa della giusta chiamata?
“Ho sempre confessato che da grande mi piacerebbe fare l’allenatore. Ho fatto le mie esperienze nelle giovanili e mi sono affacciato anche alla Prima Squadra, ora penso di essere pronto per inziare un nuovo percorso. Non mi interessa la categoria, mi interessa il progetto e la voglia di crescere. Il calcio è sempre stata la mia vita, ho avuto la fortuna (e la bravura ndr) di fare una carriera da calciatore soddisfacente, ora sono certo di poter dare qualcosa anche dall’altro lato della barricata: dalla panchina”.

Eccellenza e Promozione, stai vedendo diverse partite: che livello c’è in questa stagione?
“Per quello che ho visto io, buono. ci sono squadre che vogliono giocare e vincere la partita facendo calcio. Ti posso raccontare della Solbiatese che, nonostante non sia partita benissimo a livello di risultati, ha sicuramente un’ottima rosa e sono certo che sia solo questione di tempo prima di vederla nei quartieri di alta classifica. Anche la Sestese ha una buona intelaiatura ma gli manca qualcosa, chi ho visto in difficoltà è invece la Vergiatese. In Promozione mi sono piaciuti il Saronno (dove gioca il figlio Riccardo ndr) e la Besnatese mentre ritengo che ci sia molto da lavorare a Morazzone. Spesso vado anche a vedere la Sommese, ma più per l’amicizia che mi lega a bomber Andreolli e al super tifoso Ricky”.

E Varese? In panchina c’è il tuo amico Gianluca Porro che non se la sta passando benissimo…
“Non ho mai visto giocare il Varese in questa stagione, quindi non posso esprimere un parere. Posso solo dire che conosco Porro e la sua filosofia di calcio. Un gran lavoratore che ci mette sempre tutto, ha un’idea di gioco innovativa e a bisogno di tempo perchè la squadra la assimili”.

Michele Marocco

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