L’inizio di stagione aveva presentato qualche difficoltà alla Vergiatese, squadra giovane, quasi completamente rinnovata rispetto all’anno scorso. La classifica, dopo le prime sei giornate, vedeva i granata nelle ultime posizioni con un magro bottino di 4 punti. Poi la svolta repentina, inaugurata dal 2-1 in campionato contro la Virtus Binasco. Era il 9 ottobre e da allora la truppa di Galeazzi ha dato prova di una concretezza e intensità tali da fermare avversari più quotati sulla carta. Prima, qualificazione ai quarti di Coppa Italia eliminando la Solbiatese; poi, pareggio a reti inviolate contro il Magenta e qualche giorno fa vittoria netta contro la Sestese.

Ad aver lasciato la propria firma in tutte e tre le partite è Juan Ignacio Moretti, che con il numero 10 sulle spalle sta regalando non poco spettacolo ai propri tifosi. Attaccante argentino classe 1997, ha iniziato la sua avventura nel calcio italiano tre stagioni fa, con la maglia del Castelluccio, nell’Eccellenza della Basilicata, per poi passare nella medesima categoria in Puglia, al Toma Maglie. Ora, la sua prima esperienza nella nostra regione, in un gruppo che quest’anno vanta una forte componente latinoamericana.

Partiamo dalle tue origini calcistiche. Qual è stato il tuo percorso in Argentina? Cosa ti ha spinto, poi, a scegliere l’Italia?
“In Argentina ho giocato sempre nella squadra della mia città, la Unión de Sunchales, che partecipa alla Federal A, l’equivalente della Serie C italiana. Qualche anno fa stavo per passare a un’altra società nel mio Paese, ma per una serie di motivi non mi è stato possibile e così ho deciso di venire qui in Italia per richiedere la cittadinanza, con l’idea, una volta ottenuta, di trovare una squadra in cui giocare. Inizialmente sono stato per qualche mese a Torino, poi sono tornato in Argentina per un periodo e alla fine mi ha chiamato il Castelluccio, in Basilicata, ed è anche grazie a loro se sono riuscito a portare a termine le pratiche”.

Come sono andate le tue prime esperienze nel nostro Paese?
“Al Castelluccio mi sono trovato benissimo. Oltre a me, c’erano altri sette argentini che stavano facendo richiesta di cittadinanza e altri che erano in Italia già da tanti anni e che non avevano mai giocato in una Prima Squadra argentina. Il gruppo era stupendo ed eravamo partiti alla grande. Eravamo secondi, ma poi ci siamo fermati per il Covid e siccome in Basilicata non si è ripreso con il mini campionato, in quei mesi sono andato in prestito al Maglie, in Puglia, con altri tre ragazzi argentini. Abbiamo fatto un bel campionato e anche personalmente è andata bene, visto che sono riuscito a fare un gol e qualche assist. È stata un’esperienza positiva che mi è piaciuta molto, sia per la competitività del girone, sia per il calore della tifoseria”.

Com’è stato il tuo primo impatto nella Vergiatese? Che gruppo hai trovato?
“Mi sto trovando benissimo. Siamo una squadra di ragazzi giovani ma validi, di cui alcuni alla prima esperienza in Eccellenza, e abbiamo tutti tanta voglia di crescere e imparare. In questo il mister ci aiuta molto, perché è un grande allenatore che conosce bene la categoria ed è stato un giocatore di calcio vero”.

Dopo le difficoltà iniziali, state ottenendo risultati molto positivi. Cosa è cambiato?
“Eravamo partiti con un po’ di alti e bassi perché non eravamo al completo e non riuscivamo a mettere in pratica le idee di gioco del mister. Poi sono arrivati altri ragazzi con esperienza, come Ivan (Moran, ndr), anche lui argentino, e il nostro portiere Samuele (Guddo, ndr) e abbiamo anche iniziato a capire meglio quello che ci veniva chiesto. Adesso stiamo facendo buone prestazioni e arriviamo in area più facilmente, ma dobbiamo ancora migliorare dal punto di vista della lucidità sotto porta. Creiamo tante occasioni, a volte anche sette o otto a partita, ma non riusciamo sempre a fare gol. Anche domenica abbiamo sprecato qualcosa nel primo tempo, ma comunque siamo molto contenti che sia andata bene, perché era un derby e abbiamo fatto di tutto per vincerlo”.

Nelle ultime gare hai messo a segno gol pesanti e tecnicamente importanti. Premesso che segnare è sempre bello, forse con dei colpi così lo è ancora di più?
“Ci si allena sempre per avere occasioni del genere e quando il gol arriva è normale tenerci molto. Giocando come mezzala, è un momento in cui sto riuscendo a segnare e sono contento che siano stati dei bei gol. Ma se anche mi capitasse di segnare di petto, andrebbe bene lo stesso (ride, ndr). L’importante è che la squadra vinca le partite, con i gol di tutti noi”.

Sabato vi aspetta la corazzata Oltrepò. I punti di distacco sono tanti, ma voi avete dalla vostra questa sferzata di entusiasmo. Si dice che sognare non costi nulla… Sei d’accordo?
“Sarà una partita difficile. Loro hanno molti punti in più di noi e sono una squadra forte. Personalmente non li conosco, ma tutti ne parlano molto bene. Noi dovremo pensare a fare il nostro gioco e sfruttare ogni occasione. I ragazzi sono pronti, stiamo anche recuperando qualche under e queste ultime vittorie sono un forte stimolo per affrontare le prossime partite nel miglior modo possibile”.

C’è un giocatore a cui ti ispiri?
“Tra gli italiani, mi piace molto Marco Verratti, che seguo sempre in televisione. Ma da argentino vado pazzo per Messi”.

Che obiettivi ti sei prefissato per questa stagione?
“In generale, con la squadra, spero di arrivare il più in alto possibile. Vincere aiuta a vincere e in settimana ci alleniamo duramente per raggiungere i nostri obiettivi. A livello personale, voglio impegnarmi al massimo e continuare a segnare, che è sempre qualcosa di positivo”.

Silvia Alabardi

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