Essere leader, in campo e fuori. Saper gestire il momento, in campo come in spogliatoio, assumersi le responsabilità, pesanti e sempre presenti, di un ruolo, quello di playmaker della Pallacanestro Varese, in cui non mancano mai.

Questo vuol dire essere Giovanni De Nicolao. Il numero 10 biancorosso, all’inizio della sua terza stagione in maglia OJM, è ormai punto di riferimento per compagni e tifosi, in campo come all’esterno, oltre che uno tra i primi rappresentati del nuovo corso biancorosso.

Corsa biancorosso che è partito davvero nel migliore dei modi, con il gruppo diretto da coach Matt Brase che, dopo la vittoria di Reggio Emilia, vuole continuare a stupire anche contro Treviso domenica 30 ottobre alle 17:00 sul parquet del Lino Oldrini, affidandosi proprio alle sapienti mani di De Nik.

Reggio Emilia era un importante banco di prova e la squadra ha risposto presente con una bella vittoria. Quali sono le sue impressioni dopo le prime quattro giornate?
“Le impressioni sono sicuramente ottime. Stiamo giocando bene e siamo in crescita. Dopo aver sbagliato il finale della gara di Brescia e di quella interna contro Trento, siamo riusciti a fare bene a Reggio Emilia, migliorando molto nella gestione dei minuti finali”.

Un dato che balza subito all’occhio è che questa squadra nelle prime quattro giornate ha praticamente sempre condotto ritmo e punteggio. E’ un’analisi che condivide?
“Si condivido in pieno. Siamo stati sopra e abbiamo condotto il ritmo per tutte e 4 le partite quasi sempre. E’ il modo in cui vogliamo giocare questo, che a volte può funzionare ed altre meno, però nel momento in cui funziona meno, dobbiamo essere bravi a rimanere sempre uniti come squadra e come gruppo. Dobbiamo riuscire a giocare sempre allo stesso modo anche quando l’inerzia del match l’hanno in mano i nostri avversari”.

Cosa vi hanno lasciato le sconfitte finali con Brescia e Trento e soprattutto quanto vi sono servite per gestire meglio gli ultimi 15’ di Reggio Emilia?
“Sicuramente quei due finali ci hanno lasciato tanto rammarico e frustrazione ma ci hanno anche permesso di focalizzarci al meglio sugli errori commessi. Ci siamo concentrati ancora di più sul non calare il ritmo e continuare a macinare gioco e punti, cercando non di gestire il vantaggio ma di continuare ad incrementarlo, come poi abbiamo fatto ottimamente a Reggio”.

Molti dicono che questa squadra non sia capace a gestire, condivide il pensiero?
“Se gestire vuol dire rallentare il ritmo e diminuire i possessi giocati allora dico che non siamo una squadra che vuole fare questo. Secondo me è sbagliato pensare che la nostra squadra debba cambiare completamente spartito tattico se si trova sopra di 10 punti a 7-8 minuti dal termine, non è una cosa corretta perché poi di conseguenza se noi abbassiamo il ritmo lo alzano i nostri avversari. Penso sicuramente che nella gestione di alcuni possessi possiamo e dobbiamo migliorare ma questo non deve voler dire snaturare il nostro modo di fare pallacanestro”.

Andando sul suo operato personale in campo, è soddisfatto di quanto fatto nelle prime uscite stagionali?
“Sì, assolutamente sì. Sicuramente nelle ultime due potevo fare qualcosa di più in attacco ma ho saputo mettere i miei compagni in ritmo e sono contento. Penso che per fare una buona partita non sia necessario per me segnare sempre, infatti penso che sia la terza partita dove non segno o segno poco, però è stata una delle migliori, è quella in cui nessuno ha mai segnato contro di me in difesa e dove ho messo in ritmo tutti i miei compagni. E’ ovvio che poi la pericolosità offensiva deve esserci e sto lavorando su questo per migliorare sempre di più, però va gestita e alternata al lavoro per la squadra senza pressioni o frenesie”.

Anche perché questa squadra basa il suo gioco sull’intensità difensiva e lì lei è quanto mai centrale nello scacchiere tattico della squadra e penso soprattutto alla sostanza che dà nella lotta a rimbalzo..
“Io ho sempre avuto nel DNA la voglia e l’indole di andare a rimbalzo. Penso sia determinante aiutare nel pitturato i nostri lunghi perché con gli esterni sempre più fisici che ci sono in campionato e che si buttano spesso e volentieri a rimbalzo. Nelle altre stagioni serviva fare altro mentre quest’anno questo tipo di lavoro serve molto e sono felice di farlo”.

Qualcuno ha insinuato che non sia felice del minutaggio e del ruolo che le sta riservando coach Brase, è vero?
“No, sono molto contento di quello che sto facendo e dei minuti che mi sta dando il coach. E’ chiaro che un giocatore cerca sempre ogni giorno di guadagnarsi quanti più minuti possibili in campo ma questo non è assolutamente sinonimo di malcontento ma anzi, è motivo di stimolo per lavorare al massimo in settimana”.

Infine andiamo sulla partita contro Treviso, una squadra in questo momento in difficolà in cui spicca il suo ex compagno Sorokas. Che parta si aspetta?
“Mi aspetto una gara tosta, loro arriveranno molto carichi perché sono in cerca di punti e venderanno cara la pelle. Noi d’altro canto vogliamo continuare a fare quello che stiamo facendo , giocando da squadra, dimostrando che siamo in crescita. Dobbiamo imporre il nostro gioco fin da subito, dimostrando a Treviso chi siamo”.

Alessandro Burin

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