Voglio una vita spericolata, voglio una vita come quelle dei film. Voglio una vita esagerata, che se ne frega di tutto si.
Una vita, una stagione, pazza, ricca di emozioni, forti, fortissime, in positivo, come la vittoria al cardiopalma ieri sera contro la Nutribullet Treviso, in negativo come la sconfitta beffa contro Trento.

È questo il nuovo corso della Pallacanestro Varese, una squadra non banale e per nulla improvvisata o scontata. Un gruppo che propone un’idea di basket diversa che viaggia su binari e a ritmi ai quali ancora dobbiamo abituarci. Una realtà che vive perennemente ai 100km/h e non può fare a meno di andare così, perché finirebbe per snaturarsi.

I biancorossi hanno infilato la terza vittoria stagionale, lo scorso anno ci vollero 5 mesi per contarne lo stesso numero, superando l’ennesimo esame di questo inizio di stagione. Uno step di maturità importante perché per la prima volta, i due punti sono arrivati dopo una partita in cui Varese è stata costretta dalle ottime medie di Treviso, soprattutto dall’arco, ad inseguire senza riuscire ad imporsi nel punteggio e nel predominio nel gioco dal primo all’ultimo minuto, com’era successo invece nelle altre partite finora disputate, ultimi 15′ di Brescia esclusi.

Una prova di crescita mentale, di consapevolezza ed anche di gestione del momento, importante. Perché al di là poi di tutti gli errori che ancora ci sono e sui quali il gruppo deve lavorare, sminuire oggi un percorso che sta correndo sulla via giusta sarebbe sbagliato e pericoloso. La verità è che la nuova Pallacanestro Varese è una realtà spericolata, capace di esaltarsi ed esaltare tutto il contesto circostante, come i più di 4500 tifosi biancorossi ieri presenti a Masnago, proprio per la capacità di mettere sempre in campo quell’esplosività, istintività e a volte anche sana follia che alzano l’adrenalina di tutti quanti.

Adrenalina che è il sale della difesa biancorossa che ha in De Nicolao e Brown i suoi totem e che raggiunge livelli elevatissimi nelle giocate di quel fenomeno che porta il nome di Jaron Johnson, senza voler rischiare di esagerare, assolutamente fuori categoria per le ultime squadre viste al Lino Oldrini nei mesi passati. Adrenalina e spericolatezza che permettono a Varese di sopperire alla mancanza di Reyes, ago della bilancia biancorossa in una partita dove proprio sullo scontro con i 4 trevigiani si sono giocate le sorti del match e che sa anche mascherare l’assenza ingiustificata di un Woldetensae ancora alla ricerca di se stesso.

Insomma, la risposta che tutti volevano e che non era affatto scontata, che è arrivata con il cuore in gola e i battuiti a mille come solo una vera passione sa far provare, come la Pallacanestro Varese ha deciso di vivere questa stagione: matta, folle, sregolata, stupendamente spericolata e siamo sicuri che anche il buon Vasco approverebbe l’accostamento.

Alessandro Burin

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