Un weekend lungo, intenso, estenuante, preceduto da settimane altrettanto stressanti: tutto per portare l’Audi RS 3 oltre la bandiera a scacchi e laurearsi campione. Paolo Palanti ce l’ha fatta, coronando una stagione da sogno con i punti conquistati a Misano che legittimano il pilota di Rescaldina classe ’69 come vincitore della Coppa Italia Turismo TCR sia in classe DSG sia della Seconda Divisione.

“Dall’ultima volta che ci eravamo sentiti racconta un sorridente ed emozionato Palanti – è passato un mese e mezzo davvero intenso perché la posta in palio era altissima: per la prima volta avevo la possibilità di vincere un campionato e la tensione cresceva giorno dopo giorno. Non è stato facile, ma ce l’ho fatta! Solo adesso riesco a stemperare la tensione”.

Riviviamo l’ultimo weekend: che giornate hai vissuto in quel di Misano?
“Durante la settimana ho cercato di trovare la serenità e la concentrazione necessarie per affrontare il weekend e, a tal proposito, ho deciso di lasciare la mia famiglia a casa per focalizzarmi solo ed esclusivamente sulla pista. Pertanto, ho vissuto una full immersion di tre giorni con tutto il team passando ore interminabili a lavorare affinché tutto fosse perfetto. Così è stato, ma poi ci sono le gare da affrontare…”.

Diciamo che il doppio impegno sul circuito romagnolo non è stato certo facile, a cominciare dalle qualifiche…
“Esattamente. Le qualifiche si sono svolte su pista umida che però si asciugava in fretta: è stata un po’ una lotteria perché, inevitabilmente, chi girava a ridosso della bandiera a scacchi era favorito. I miei avversari hanno trovato un ottimo giro alla fine, facendo molto meglio del precedente, mentre io ho fatto due giri non buoni, ma molto simili. Pertanto, sono partito 14esimo in Gara1 e decimo in Gara2: per diventare campione in DSG dovevo arrivare secondo in entrambe le corse. Diciamo che l’inizio non è stato dei migliori”.

Riviviamo Gara1?
“Riviviamola. Si correva in notturna, per cui le condizioni della pista non erano quelle cui noi piloti siamo abituati di solito, ma la confidenza con il tracciato è arrivata presto. In realtà su Gara1 c’è poco da dire perché si è svolta in maniera lineare: ho trovato subito un buon passo e ho centrato l’obiettivo che mi ero prefisso rimontando fino alla seconda posizione in DSG, ottavo assoluto della Seconda Divisione”.

Gara2 è invece stata un po’ più traumatica…
“No, Gara2 è stata un incubo! (ride, ndr) Alla prima curva c’è stato un incidente e, per evitare di restare coinvolto, sono finito nella ghiaia rientrando sedicesimo. La macchina non aveva subito danni ma, inevitabilmente, aveva bisogno di un paio di giri per pulirsi e ho perso altre due posizioni. Ci sono poi stati un paio di giri dietro la Safety Car e lì mi è caduto il mondo addosso: avevo davanti 17 macchine, praticamente tutte della DSG e ho realmente pensato che non ce l’avrei mai fatta”.

Non è stato così: com’è stata la rimonta?
“Ripresa la gara regolare ho iniziato a girare sempre più forte superando uno dopo l’altro chi mi precedeva; in questo caso una Safety mi ha aiutato a recuperare un gap e, a due giri dalla fine, ero in quarta posizione tra i DSG. Sapevo di aver bisogno di due sorpassi e ho dato il tutto per tutto effettuandoli in tre curve: mai più nella vita una roba del genere (ride, ndr). Arrivare al traguardo è stata una vera e propria liberazione perché, ancor più della Seconda Divisione, volevo vincere nella classe DSG. Quel doppio sorpasso è stato il momento più importante e gratificante di tutto il weekend”.

Guardandoti indietro, che stagione è stata?
“Sicuramente in salita perché non avevo mai guidavo senza ABS e le prime due gare sono state davvero difficili, anche solo per il fatto di abituarsi alla nuova tipologia di frenata. C’è però stata una crescita costante e importante che mi ha portato a vincere a Vallelunga: lì è stato il momento più alto della stagione, perché ho capito di aver trovato un grande team, un’ottima macchina e la giusta consapevolezza. Su 12 gare ho commesso solo un errore in Gara2 a Misano lo scorso giugno: andare a punti per undici volte non è scontato, per cui direi che la costanza è stata la chiave della mia stagione”.  

Domanda a questo punto scontatissima: a chi va la dedica?
“Dedico questa vittoria in primis a me stesso, perché ci ho creduto fino in fondo e ho speso tanto dal punto di vista mentale, fisico ed economico. Ho investito molto per questo risultato e me lo godo appieno, ma ovviamente la dedica va alla mia famiglia perché sono le persone sempre presenti, i primi tifosi. Poi non voglio dimenticarmi di tutte le persone che mi hanno aiutato, a cominciare da Maurizio Jeropoli di ASD Living Kart che mi ha sempre dato ottimi consigli spronandomi a dare il massimo. Un enorme ringraziamento va a tutto il team Elite Motorsport: la macchina non ha mai avuto un problema tecnico e l’affidabilità è sicuramente stato il nostro punto di forza”.

Inevitabile guardare già avanti: cosa ti riserverà il futuro?
“Intanto mi godo il successo perché ci metterò un bel po’ a smaltire questa sbornia di emozioni. È però ovvio che lo sguardo si sia già spostato in avanti e, parlando con Maurizio, ho deciso di mettere in piedi una presentazione basata sui risultati di questa stagione per trovare un appoggio importante che possa garantirmi di vivere la prossima serenamente dal punto di vista economico. Non sono certo un ragazzino per cui non ho chissà quali ambizioni: l’obiettivo per l’anno prossimo sarà rimettersi in gioco per consolidarmi, confermarmi e, soprattutto, divertirmi in questa categoria”.

Matteo Carraro

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