Pausa di campionato ormai in archivio per la Pallacanestro Varese che sabato sera affronterà la Reyer Venezia in quello che è il derby degli sponsor, vista la comune attitudine al lavoro interinale tra Umana e Openjobmetis.

Stavolta la pausa è giunta quanto mai inappropriata nel fermare il cammino di una Openjobmetis in piena fiducia che occupa il quarto posto in classifica in coabitazione con Trento e, appunto, Venezia.  Reduci da tre successi consecutivi, i ragazzi di coach Brase guidano anche alcune voci statistiche dell’intera lega come punti segnati (89,3 di media con un punto in più della seconda che è Pesaro), assist (19,3 punti di media) e nel tiro da 2 punti (59,4%), mentre sono secondi per valutazione, stoppate e terzi per falli subiti.

Tutte voci che denotano la pericolosità offensiva della squadra varesina tranne una, le stoppate, dove Varese eccelle pur non essendo dotata di centimetri. Una rosa mediamente ottimamente dotata a livello di atletismo che sa incidere in questa voce statistica. Di contraltare vi è solo l’undicesimo posto a rimbalzo: evidentemente un fondamentale su cui lavorare in casa biancorossa. I secondi e, spesso, i terzi tiri sono già una costante delle uscite della OJM: se Varese riuscirà a lavorare su questo difetto limitandolo, allora sarà dura per tutti contenere una squadra che è dotata di una salda anima e che crede fermamente in sé stessa e nel proprio modo di giocare, così diverso rispetto a quello delle altre contendenti.

L’occasione è propizia, dato che nemmeno la Reyer eccelle nella lotta sotto i cristalli, essendo attualmente quattordicesima in questa voce statistica. Dato che appare quantomeno insolito vista la qualità sotto i tabelloni per Venezia. In ogni caso sarà una gara altamente difficile per Varese proprio per il tonnellaggio della Reyer che ha ben 4 giocatori sopra i 206 centimetri e, considerando Chillo e Brooks, 6 sopra i 203 centimetri. Tanti i mismatch fisici che si verranno a creare nei 40’ di Masnago, dove sarà fondamentale l’apporto dei due lunghi veri varesini con Owens che dovrà saper gestire i falli e il suo minutaggio, dimostrando di aver imparato da quanto successo in quel di Scafati.

Venezia è una squadra forte e completa, allestita per disputare un’ottima Eurocup e cercare di insinuarsi nel duopolio Milano-Bologna per la lotta al vertice in Italia. In cabina di regia troviamo una vecchia conoscenza biancorossa (ma ha preso casa sotto il Sacro Monte) come Andrea De Nicolao. Il fratello di Giovanni è elemento di sicuro rendimento anche se in questo inizio d’anno i suoi spazi si sono ridotti a meno di 10′ di media. Causa ed effetto, certamente, sono da vedere nell’ingaggio di Spissu e di Granger. Il nazionale azzurro, visto anche con Georgia e Spagna nella finestra europea appena chiusasi, torna in Italia dopo la parentesi russa ed è diventato un tiratore micidiale dall’arco mentre Granger è giocatore di elevata caratura. Il 33enne di passaporto italiano è cresciuto cestisticamente in Spagna all’Estudiantes, poi ha frequentato l’Eurolega a Malaga, a Istanbul (sponda Efes), a Vitoria, a Berlino (dove ha vinto scudetto e titolo di Mvp): insomma un vincente. In guardia c’è il nostro Riccardo Moraschini, tornato disponibile a ottobre dopo l’intricata vicenda di doping che lo ha coinvolto, e l’altro neo arrivato Allerik Freeman, uno degli innesti più importanti del mercato veneziano e una guardia con ottime capacità di far canestro, specialmente dall’arco.

In ala piccola tutto il talento di Bramos e il recuperato Jordan Parks che ha saltato tutto il mese di ottobre per un problema alla caviglia e alla sua quinta maglia italiana dopo Trieste, Capo d’Orlando, Treviso e Napoli. In ala forte si parte con Jeff Brooks, giocatore ormai conosciutissimo in Italia e capace di dare minuti anche da ala piccola o da centro, Derek Willis, lungo dalla doppia dimensione interna ed esterna che dopo Brindisi ha fatto bene anche lo scorso anno a Badalona e Matteo Chillo che finora è ai margini delle rotazioni. Sotto canestro altro tris importante con lo spagnolo Yankuba Sima che è il meno utilizzato finora mentre l’azzurro Tessitori produce punti in pochissimo tempo: 7,4 punti in 13′ di utilizzo medio. La stella del reparto è Mitchell Watt, 208 centimetri che vanno per i 33 anni, ma una mano morbidissima nel pitturato e una capacità di far male alle difese avversarie da non sottovalutare.

Occhio a….Michael Bramos

Passano gli anni, ma la trentacinquenne ala greco americana non ne vuol sapere di smettere di deliziare i palati più raffinati della platea del basket. Tiratore eccelso, tecnicamente perfetto e molto intelligente sul campo da basket, Bramos è da sempre uno dei segreti del ciclo vincente di Venezia. Alla sua ottava stagione in Laguna, Bramos ha vinto 2 scudetti, 1 Coppa italia ed 1 Fiba Europe Cup con la Reyer cui vanno aggiunti due scudetti e due coppe di Grecia col Panathinaikos. Cresciuto nei Miami Redhawks, Bramos arriva in Europa nel 2009 nelle fila del Peristeri. Poi, due anni a Gran Canaria cui fanno seguito altri due anni al Panathinaikos con cui vince tutto in Grecia. Quando la sua carriera sembra pronta per essere un top player europeo, arriva un brutto infortunio alle Summer League del 2014: perde tutta la stagione e l’anno successivo Venezia è disposta a scommettere su di lui. Ne nasce un matrimonio che non conosce fine: anche quest’anno Bramos viaggia col 40% da 3 come in media carriera.

Matteo Gallo  

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui