Sorriso genuino, forse fin troppo buono (ed è ben consapevole che un po’ di cattiveria in più non farebbe male), ma proprio la semplicità è la sua più grande forza: Miriam Laino è entrata in punta di piedi nel mondo del calcio e del Città di Varese, ma non ha intenzione di uscirne tanto presto.

Idee chiare per la classe ’04 che paradossalmente pensa già al futuro al di fuori del rettangolo verde e, non a caso, ha già ben in mente un futuro accademico che possa portarla a realizzare i propri sogni. Nel frattempo, però, parola ancora al campo: se l’anno scorso poteva essere considerata uno dei punti fermi della squadra in Promozione, quest’anno in Eccellenza sta trovando meno spazi ma ha sempre risposto presente quando chiamata in causa.

“Promozione ed Eccellenza – riconosce il terzino – sono due campionati completamente diversi: dal mio punto di vista è cambiato tutto e non è un caso se non gioco più con la continuità di prima. L’Eccellenza è più fisica e intensa: sono ben consapevole delle mie possibilità e so che mi manca sia la velocità sia la grinta per poter risultare determinate. L’anno scorso, in un campionato meno impegnativo, riuscivo a mascherare le mie debolezze. Come ho intenzione di lavorarci su? Non ne ho idea! (ride, ndr) Di sicuro continuerò ad allenarmi al massimo per riuscire a dare il miglior contributo possibile alla squadra”.

Domenica scorsa è arrivato un pareggio che, classifica alla mano, non può soddisfarvi: giudizi?
“Non sono soddisfatta di come ho giocato. Detto questo, sulla carta poteva sembrare una partita facile ma, visti i precedenti, covavamo tanta, troppa, voglia di rivincita e questo è stato paradossalmente un freno. Siamo dispiaciute per il 2-2, ma non ci faremo certo abbattere. La sfida alla Doverese? Passiamo da un opposto all’altro della classifica e la sfida sembra apparentemente impossibile: dal canto nostro sappiamo di potercela giocare con chiunque e di certo non partiremo sconfitte. Non so se giocherò titolare, ma se entrerò darò il massimo”.

Facciamo qualche passo indietro: da dove è nata la passione per il calcio?
“Banalmente giocando alla playstation con mio cugino. Da lì la mia passione per il calcio è aumentata sempre più finché, a 13 anni, ho chiesto a mio papà di prendermi degli scarpini e lui è andato oltre, iscrivendomi nella squadra a 7 del Varese. Da lì non ha mai smesso di seguirmi e tutt’oggi è il primo a dirmi in cosa sbaglio: so che non lo fa con cattiveria, ma solo per aiutarmi a migliorare”.

Com’è avvenuto il salto a undici?
“Premetto che al Varese, per quanto all’inizio fossi intimorita dal fatto che non conoscevo letteralmente nessuno, sono stata subito accolta bene e ho imparato cosa significhi vivere uno spogliatoio. Di conseguenza è stato anche più semplice, nel 2019, passare a undici al Ceresium Bisustum dove ho trovato molte di quelle che sono tutt’ora le mie compagne di squadra. Non a caso qui al Varese mi trovo davvero bene: se ho un problema, calcistico o personale che sia, vengo ascoltata e aiutata”.

Cosa ne pensi del calcio femminile in generale?
“Penso che stia acquisendo sempre più consapevolezza e visibilità, il che è solo un bene. Fino a qualche anno fa non seguivo solo il calcio maschile, sono una gran tifosa della Juventus, ma la scintilla è scoccata ai Mondiali: lì mi sono innamorata sportivamente di Alex Morgan e mi sono avvicinata tantissimo al calcio femminile. Mi sono quindi interessata anche alla Serie A femminile e, da juventina, non posso che essermi goduta le ultime stagioni”.

Come concili lo sport con lo studio?
“Senza problemi, considerando che frequento il Liceo Scientifico Sportivo di Gavirate. Oltre a non andare a scuola il sabato mattina, siamo avvantaggiati dal fatto di avere le interrogazioni programmate e i prof sono davvero flessibili nell’adattarsi ai nostri impegni sportivi. In classe abbiamo ragazzi che spaziano tra varie discipline, dal calcio al basket passando per ciclismo, pattinaggio e pallavolo, il che ha portato ad un bel clima tra gli studenti; il lunedì non manca mai il resoconto dettagliato dei nostri weekend. Idee per il futuro? Voglio studiare Economia e Management. A livello sportivo non ho la fissa di dover eccellere a qualsiasi costo, ma preferirei lavorare dietro le quinte; mi piacerebbe lavorare in una società a livello dirigenziale”.

Vista però la tua giovane età, è doveroso chiederti: qual è il tuo obiettivo sportivo?
“Vorrei tornare a giocare titolare, questo è sicuro, ma ripeto: non ho la fissa di eccellere. Sicuramente giocare e vincere fa piacere, anche se il divertimento è la mia vittoria più grande. In questo sono aiutata dalle mie compagne e dal mister che sa sempre darmi i giusti consigli. Serie C? So che la società è ambiziosa e vorrebbe tentare il salto nelle prossime stagioni: ad oggi non posso essere pronta, ma se riuscissi a fare quello switch mentale acquisendo velocità, resistenza e grinta potrei provare a giocarmi le mie chance”.

Cosa provi a giocare nel Varese e a rappresentare i colori biancorossi?
“In realtà, anche quando giocavo a 7 ho sempre detto con orgoglio di giocare nel Varese femminile (sorride, ndr). Ora che ci gioco davvero sono doppiamente orgogliosa perché è quello che ho sempre voluto. Ai tempi del Varese in Serie B sono andata con mio papà a vedere qualche partita all’Ossola e già all’epoca avevo detto che il mio sogno sarebbe stato giocare lì: l’anno scorso l’ho realizzato (quest’anno contro il Lecco non ha giocato) e spero di poterci presto rigiocare”.

A chi dedicherai il prossimo gol?
“Oddio, non lo so (ride, ndr)! Diciamo che non sono abituata a segnare, anche se l’anno scorso ne ho segnati un paio, ma se dovesse ricapitare lo dedicherei a Marghe e ad Ali (Margherita Fava e Alice Meloni, ndr) che oltre ad essere compagne di squadra sono compagne di avventura”.

Matteo Carraro

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui