Prima dell’inizio della stagione grazie alla nuova società e i tanti volti nuovi tra campo e panchina a Saronno si respirava un grande entusiasmo. Il campo non ha dato però i frutti desiderati: l’uscita dalla coppa e qualche sconfitta di troppo in campionato sembravano aver ridimensionato i ragazzi di Taroni e le loro aspirazioni di vittoria.

Poi la svolta, il cambio modulo e 7 vittorie di fila, che hanno permesso al Saronno di recuperare i punti persi e di laurearsi come campioni d’inverno. Passare al 4-4-2 è stato molto importante soprattutto per Manuel Brighenti: il numero 9 ritornato a giocare da prima punta, da quel momento ha segnato ben 10 gol. Bomber di peso, di nome e di fatto, ha segnato 9 reti delle sue 12 totali contro le prime cinque in classifica. L’obiettivo di Brighenti è di continuare ad aiutare la squadra a provare a vincere il campionato. Come? Ovviamente a suon di gol.

Riviviamo insieme la tua carriera.
“Il mio esordio in una prima squadra è avvenuto al Seregno, con cui ho vinto un campionato di Eccellenza. Dopo di che sono andato al Desio, poi al Base sempre in Eccellenza. Dopo quest’ultima esperienza sono andato per un anno in Australia e al mio ritorno mi è stato offerto di andare al Vis Nova: con questa maglia sono partito dalla Prima Categoria per poi arrivare, dopo una lunga cavalcata, addirittura in Serie D. Si pensava in grande ma poi i piani non sono andati come previsto e quindi ho deciso di cambiare. Sono andato quindi al Muggiò, in Promozione e poi l’anno scorso alla Pontelambrese in Eccellenza. Da questa stagione sono approdato al Saronno, società molto ambiziosa che punta davvero in alto”.

Quali sono i tuoi obiettivi personali?
“Io voglio essere sempre il protagonista delle squadre in cui gioco, non necessariamente il giocatore più forte ma comunque uno dei più importanti. Sono una punta quindi il mio scopo primario è quello di segnare. Cerco di arrivare sempre sopra i 20 gol a stagione perché voglio che i miei compagni sappiano di poter contare su di me. L’obiettivo personale è quello di vincere il titolo di capocannoniere”. 

Quali sono invece i vostri obiettivi stagionali? Sono in linea con  quello che avevate previsto a inizio stagione?
“Noi siamo partiti con l’obiettivo di vincere il campionato. Prima dell’inizio della stagione c’era molta euforia: società, giocatori e allenatore, era tutto nuovo. Poi siamo scesi in campo e i risultati non sono stati degni delle aspettative: l’uscita dalla coppa e qualche sconfitta di troppo ci hanno riportato con i piedi per terra. Fortunatamente abbiamo trovato una quadra e dimostrato il nostro vero valore”:

Come detto non siete partiti benissimo e ora avete conquistato 7 vittorie in fila; cosa è cambiato?
“I giocatori più esperti in squadra sono molto seri e professionali: tutti sono sempre stati concentrati sulla vittoria. I problemi erano principalmente di natura tattica. Da quando siamo passati al 4-4-2, con tutti i giocatori nella propria posizione ideale, abbiamo cambiato marcia. Abbiamo adottato questo schema contro l’Universal Solaro la prima volta e quella vittoria ci ha dato fiducia e carattere. Inoltre è stato importante far capire ai più giovani che erano arrivati in una squadra con grande ambizione: sono ragazzi intelligenti e hanno saputo adattarsi al nuovo contesto”. 

Il tuo inizio difficile dal punto di vista realizzativo in campionato è stato legato alle difficoltà della squadra?
“All’inizio giocavo come seconda punta o addirittura come esterno e mi venivano richiesti molti ripiegamenti in difesa. Essendo fuori ruolo e più lontano dalla porta è stato più difficile segnare. Sono stato preso per fare gol e quando mi hanno riportato vicino alla porta ho ripagato la fiducia di mister e società”.

Dei 12 gol segnati in campionato 9 sono arrivati contro le prime cinque in classifica; cosa serve ad un attaccante per segnare gol così pesanti? 
“Segnare è sempre bello: indifferentemente dal tipo di partita. Ovviamente contro le squadre più forti c’è uno stimolo in più e cioè dimostrare di essere i più forti. Per me è importante che segni la squadra. Sono la prima punta e di conseguenza è normale che sia io il terminale offensivo delle azioni: è il mio compito”.

Ora arriva la sosta, che vivrete da campioni d’inverno; considerando il filotto di vittorie consecutive, avreste preferito continuare?
“Qualche partita in più ci avrebbe dato più possibilità di allungare sulle inseguitrici. Certamente la sosta arriva in un periodo in cui stavamo facendo molto bene e credo possa aiutare di più squadre come Meda e Base che hanno perso l’ultima partita. Considerando però il nostro inizio e la rimonta che abbiamo dovuto compiere, abbiamo speso molte energie: la sosta ci permetterà di riposare e prepararci al meglio alla seconda parte di stagione”.

Giovanni Enrico Civelli

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