La sconfitta con la Doverese era preventivabile: certo, il 5-0 subìto brucia e non è sicuramente il miglior modo per congedarsi dal 2022, ma lo sguardo del Città di Varese femminile è già orientato al 2023 con gli appuntamenti in Coppa Italia (6 e 15 gennaio contro Sedriano e Vighignolo) e il debutto nel girone di ritorno in campionato il 22 contro il Minerva.

Ora più che mai, dunque, è tempo di bilanci e Rebecca Mauro, che pur essendo una classe ’99 può considerarsi a tutti gli effetti una veterana del gruppo biancorosso, non si esime dall’analizzare le prime 15 partite stagionali: “Fino ad adesso abbiamo superato le nostre aspettative: per adesso stiamo facendo molto bene, ma a livello personale non sono pienamente soddisfatta. Ho segnato nove gol, vero, però so di dover migliorare dal punto di vista delle prestazioni di squadra; mi sto impegnando al massimo per migliorare”.

Tornando sulla sconfitta di domenica: cosa vi manca per raggiungere il livello della Doverese e delle altre top del campionato?
“Domenica ci è mancato qualcosa dal punto di vista della coesione di squadra: in un qualsiasi momento avremmo potuto cavarcela meglio. Credo che, rispetto alle primissime della classe, dobbiamo solo migliorare l’intesa in campo, allenarci duramente ed essere più incisive. A livello individuale non ho visto squadre così superiori; la differenza è che sono molto allenate e si trovano in campo ad occhi chiusi. Noi dobbiamo migliorare fino a quel punto”.

Come vivrete le prossime settimane fino alla ripartenza?
“L’obiettivo adesso è ricaricare le pile a livello fisico e mentale. L’augurio, a questo punto, è di fare ovviamente meglio rispetto al girone d’andata e focalizzarci subito sulla Coppa; lo scorso anno proprio questa competizione ci ha aiutato a rialzarci dopo l’uscita dai playoff. Quest’anno il torneo sarà più duro e tutto da scoprire: di solito si inizia prima del campionato e viene visto come un banco di prova per entrare in condizione, mentre giocandola adesso servirà più che altro per tenerci in allenamento in vista del campionato. Detto questo, il 6 gennaio vogliamo vincere anche per iniziare l’anno nel modo migliore”.

A proposito del campionato, inizio di fuoco: Minerva e Monterosso prima di una sfida decisamente più abbordabile con il Vighignolo. Quanti punti dobbiamo aspettarci?
“Minimo tre, massimo sei con il sogno di sette o nove. Diciamo che contro il Minerva all’andata abbiamo forse pagato il salto di categoria e l’emozione del debutto; il match è alla portata. La partita al Monterosso è invece stata senza se e senza ma la peggior prestazione dell’anno, ma giocando in casa l’augurio è di far meglio. Infine, con il massimo rispetto per il Vighignolo, contro di loro dobbiamo solo vincere”.

Quali sono i tuoi punti di forza?
“Di sicuro la velocità, poi senza dubbio il mai mollare che, a volte, diventa paradossalmente un difetto visto che mi innervosisco facilmente. In realtà da questo punto di vista penso di essere migliorata tanto, anche perché certe scenate non hanno senso di esistere: mister Bottarelli, il primo vero e proprio allenatore che io abbia mai avuto, mi ha aiutato molto da questo punto di vista e non posso che ringraziarlo. Ho capito che l’aspetto mentale è fondamentale a livello sportivo”.

La tua passione per il calcio, invece, da dove nasce?
“Ho sempre giocato fin dall’asilo, ma il primo passo è avvenuto a 12 anni con il Varese femminile a 7. Da lì sono passata in Serie C con il Ceresium, anche se non potevo giocare perché ero troppo piccola. Al CerBis, però, ho avuto modo di conoscere la maggior parte di quelle che sono le mie attuali compagne di squadra: erano quasi tutte più grandi di me, ma mi sono sentita subito accettata e mi hanno aiutato a crescere. Come mai non ho iniziato prima? Non saprei, forse non era il momento giusto. Con il senno di poi avrei senz’altro voluto e giocare in una squadra mista con i ragazzi perché sarebbe stato un aiuto a livello caratteriale; sono però soddisfatta di quanto fatto finora e non ho alcun problema a conciliare la passione sportiva con gli studi universitari di Economia a Milano”.

Segui il calcio femminile?
“Per nulla. In realtà non seguo assiduamente nemmeno quello maschile, ma il femminile non mi ha davvero mai preso. Non so perché, forse provo un po’ d’invidia perché vedo ragazze giocare ad un livello altissimo (ride, ndr). Idolo? Una via di mezzo tra CR7 e Neymar”.

Obiettivi Personali?
“Sinceramente non ho ancora le idee chiare come vorrei, mentre a livello sportivo mi piacerebbe riuscire magari a segnare una ventina di reti. Sarà difficile perché molto probabilmente farò più di qualche partita da terzino: avendo una buona gamba il mister sa che posso risultare importante in fase difensiva, anche se per mie caratteristiche sono più portata ad attaccare facendo l’esterno alto. Come mi trovo? Da attaccante la mia unica preoccupazione è fare gol e assist; da terzino devo cambiare mentalità stando più attenta alle letture”.

Hai solo assaporato la Serie C con il Ceresium: pronta a ritornarci con il Varese?
“Sicuramente uno dei miei sogni è quello. Rispetto al passato so che il livello della Serie C, più che alla Serie B, si è avvicinato all’Eccellenza, un campionato che è cresciuto qualitativamente; in passato c’era molto più divario e, a maggior ragione, sarebbe bello arrivarci con il Varese”.

Visto che siamo in tema, chiudiamo con una domanda inevitabile: cosa significa per te giocare con il Varese?
“La sensazione è stupenda ogni volta che indosso la maglietta biancorossa e tra le emozioni più grandi rientra sicuramente l’aver giocato all’Ossola perché non mi sarei mai aspettata di poter giocare in quello stadio. Ho poi la fortuna di trovarmi in uno spogliatoio eccezionale, visto che siamo amiche anche fuori dal campo e sappiamo stare davvero bene insieme. Una dedica? Un grande grazie va ad Alice, immancabile ad ogni partita, e ai miei nonni per tutto il supporto che mi hanno sempre dato”.

Matteo Carraro

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