Il Lumezzane è la squadra più forte del girone? Decisamente sì, anche perché la classifica parlo chiaro. Premesso ciò, tuttavia, è inammissibile che il Città di Varese, i cui proclami di vittoria di qualche mese fa risuonano ancora, si presenti in territorio bresciano (al netto di tutti i problemi) con un atteggiamento remissivo e rinunciatario. Il 3-0 maturato sul terreno di gioco è figlio di una gestione scellerata con scelte quanto mai discutibili operate dal presidente Stefano Amirante.
E così, dopo diciassette turni di quello che doveva essere il campionato della consacrazione per il Varese (“E hanno pure provato a fare domanda per la Lega Pro” è il commento amaro di Ezio Bianchi), la squadra si ritrova al quart’ultimo posto, a -26 da quel Lumezzane che ha dimostrato come si costruisce una società vincente e come si fa calcio, a -4 dalla salvezza diretta e a +4 dal baratro della retrocessione in Eccellenza. L’umore dei tifosi? Non c’è quasi bisogno di dirlo e Andrea Catella lo riassume così: “Si conclude un girone di andata orribile per il Varese sia in campo che fuori.. CHE GRANDE DELUSIONE“.
“Complimenti a chi ha smantellato la squadra senza aspettare la pausa – comincia un infuriato Davide Tomasina –, infangando ulteriormente il nome glorioso della nostra squadra. In questo caso assolvo De Paola che potrà star pure antipatico, ma nulla in confronto alla scelleratezza della commissione tecnica che a questo punto deve spiegare queste scelte. È inaccettabile farsi calpestare da squadre di paese senza storia, comincio a dare ragione a chi diceva di continuare passo dopo passo dopo la terza categoria. Certe umiliazioni non sono accettabili e soprattutto non le meritiamo. Siamo il Varese, c****…“. Mattia Colombo bacchetta invece il tecnico: “Però De Paola la smetta. O se ne vada. È avvilente. I tifosi sostengono la squadra e lui la smonta. Dica che il Lume è la squadra più forte e stia zitto e infonda positività. La pianti, in altri termini se non sono stato chiaro“.
Il mercato (ad un giorno dalla chiusura), a prescindere dagli schieramenti pro o contro De Poala, tiene banco. Il tecnico continua a invocare rinforzi che, ad oggi, non sono arrivati: Mecca, Rossi e Rossini non bastano a sopperire gli addii di Disabato, Mapelli, Piraccini, Premoli, Cappai, Marcaletti e Goffi (aggiungiamo anche il giro a vuoto di Pinto), e i tifosi non sono certo ottimisti. “Tristezza infinita – scrive Fabrizio Andreis – e soprattutto temo per il futuro… spero di sbagliarmi…“.
“Temo che ormai non arriverà nessuno – sentenzia Enrico Bellorini –, oppure altri giocatori mediocri; anche i pochi nuovi o non stanno bene o si adeguano alla pochezza di questa squadra. Ormai non mi illudo più, questo campionato finirà male“. Fabio Mentasti è dello stesso avviso: “Abbiamo messo fuori i giocatori più pagati e abbiamo preso ragazzini… via Porro per prendere De Paola… perché??? Possibile che la società non dia spiegazioni e lasci parlare solo il mister??? Dubbi ce ne sono e anche tanti… speriamo“. Con una punta di amara ironia, Fabrizio Colombo domanda: “Ma Neto Pereira non può tornare a giocare??”. Fabrizio Penati, invece, si chiede: “Cosa possiamo aspettarci di peggio oltre a quello che abbiamo visto?“.
Posto che, come si suol dire, non c’è mai limite al peggio, una volta toccato il fondo si può solo risalire. La domanda da porsi, a questo punto, è però la seguente: il fondo è già stato toccato? Per come si sta evolvendo la stagione, l’annata ricorda molto la prima del Città di Varese in Serie D: un tecnico (allora David Sassarini) esonerato e un allenatore esperto chiamato a risollevare la nave. All’epoca Ezio Rossi riuscì, al termine di una stagione complicatissima, a salvare il Varese; ci riuscirà anche De Paola? Di certo due anni fa il clima in ambito dirigenziale era di gran lunga più sereno e gli allenatori non si erano mai scagliati apertamente contro le politiche gestionali. Non stupisce, dunque, il commento di Mauro Olivares che, al tempo stesso, sottolinea quanto soffrano i tifosi nel vedere un Varese così: “Chi ci capisce qualcosa in questa situazione è un genio. Tutti contro tutti, ma nessun colpevole. E chi pensa a noi tifosi? Che tristezza!“.
Matteo Carraro