Miglior marcatore del Girone A di Serie B con 17.9 punti di media, terzo per miglior media assist del girone con 4.3, leader tecnico della squadra. Tutto questo a soli 18 anni ancora da compiere.

Ecco a voi il biglietto da visita di Wei Lun Zhao, talento cristallino di Varese BasketBall e più in generale patrimonio della Pallacanestro Varese che, in quest’annata da senior, sta tracciando un solco importantissimo per la propria carriera.

Wei, parto con il chiederle se ad inizio stagione si sarebbe mai aspettato di arrivare ad una gara dal termine dell’andata come miglior marcatore del girone?
“Assolutamente no. Sono partito in questa stagione con l’obiettivo di dare il massimo ma prima di tutto di aiutare al meglio la mia squadra e fare, in primis, quello che più sarebbe servito ai miei compagni. Poi è chiaro che statistiche così mi rendono molto felice, però l’obiettivo rimane quello collettivo di vincere le partite, non di pensare al titolo o meno di capocannoniere del girone. Se questo arriva di conseguenza, tanto meglio”.

Per arrivare a questo risultato la sta aiutando anche il contesto di gioco nel quale si esprime, fatto di tanti possessi e tiri veloci in attacco?
“Sì, senza dubbio. Siamo la squadra più giovane del girone e siamo portati a puntare tanto sulla corsa e l’intensità. Cerchiamo poi di seguire il solco della Prima Squadra in Serie A a livello tattico e di filosofia, cercando di alzare tanto il numero dei possessi e di colpire nei primi secondi dell’azione. Pecchiamo ancora un po’ troppo in difesa, che è la fase dove dobbiamo crescere di più, ma questo penso sia solo frutto della nostra giovane età di squadra”.

L’anno scorso in CGold non aveva così tanto spazio. Quest’anno invece fin dall’inizio è stato il leader tecnico di questo gruppo. Dove ha fatto il passaggio di crescita più importante finora?
“L’anno scorso in CGold non ero chiamato ad essere il trascinatore del gruppo, c’era un’impostazione di squadra diversa, mentre quest’anno fin da subito ho sentito la responsabilità del ruolo. Il fatto di dover essere uno dei leader del gruppo è una grande cose per me, perché mi permette di crescere non solo tecnicamente ma anche e soprattutto mentalmente e carismaticamente. E’ chiaro che non è semplice ma è una grande opportunità”.

Da qui al termine della stagione, in cosa vorrebbe migliorare ancora di più?
“Il mio problema rimane sicuramente il fisico. Il fatto di essere “piccolo” mi limita molto soprattutto in fase difensiva, che è il punto su cui sto lavorando maggiormente per migliorare. Sono cosciente che solo con il duro lavoro e l’abnegazione potrò crescere sempre di più anche sotto questo punto di vista, al di là poi delle mie caratteristiche fisiche. Ho tanto ancora da migliorare e voglio continuare a crescere”.

Tra un paio di settimane andrà a giocare in Next Gen con la selezione Adidas. Quanto è felice di ciò?
“E’ un onore per me poter far parte di questo gruppo. Già la chiamata di per sé è un riconoscimento che fa molto piacere. Andrò lì per fare il massimo, avrò la possibilità di conoscere tanti compagni e di confrontarmi con i più forti giovani d’Europa. Sarà sicuramente un bel banco di prova”.

Negli ultimi anni ormai ha sempre più le luci della ribalta addosso, nonostante la sua giovane età. Come riesce a mantenere i piedi per terra, nonostante tutto?
“Quest’anno sto sentendo un po’ più di attenzione rispetto a qualche tempo fa, è vero, però penso che io non abbia ancora fatto nulla, debba ancora crescere e dimostrare davvero qualcosa. Devo ancora far vedere e scoprire chi è davvero il Wei Zhao giocatore e questo è il pensiero che mi tiene con i piedi per terra”.

Andando sull’extra campo, mi hanno detto che è un abilissimo pianista, è vero?
“Abilissimo è un parolone (ride, ndr). Ho studiato per molti anni pianoforte, adesso purtroppo ho dovuto interrompere per i tanti impegni tra scuola e basket, però sicuramente suonare è un qualcosa di davvero speciale per me. Ringrazio i miei genitori che mi hanno fatto iniziare a studiare e scoprire questo strumento, che mi permette di trovare calma e serenità in tanti momenti. Io credo che la musica sia qualcosa si davvero potente e riuscire a ritagliarmi degli spazi nella giornata per poter suonare è fondamentale”.

Alessandro Burin
(Foto Camilla Bettoni Varese BasketBall)

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