È stato uno dei grandi colpi di mercato invernale della Vergiatese: dopo una prima parte di stagione al Pavia, Lucas García ha iniziato il girone di ritorno in maglia granata, esordendo negli starting eleven del derby contro il Gavirate, deciso dal rigore di Moretti. Per l’attaccante classe 1995 si tratta della seconda esperienza nella nostra provincia, dato che solo nove mesi fa festeggiava la vittoria del campionato di Eccellenza con gli allora compagni della Varesina. Veterano in un gruppo piuttosto giovane – ma che ha visto alzarsi leggermente l’età media con le operazioni di dicembre –, l’ex San Severo è pronto a trascinare la squadra verso l’obiettivo della salvezza, con la sua esperienza, il suo carisma e quello spiccato spirito argentino che ha ormai pervaso lo spogliatoio.

Visto il cambiamento, ti chiediamo: cosa non è andato bene a Pavia e cosa ti porta a Vergiate?
“Quando si cambia squadra nel mercato di dicembre solitamente è perché qualcosa va un po’ storto. Quella di andare via è stata una scelta fatta da entrambe le parti: penso che non siamo riusciti ad accontentarci a vicenda, anche a livello economico, e così si è deciso di comune accordo di terminare il contratto e cercare un’altra sistemazione. La Vergiatese si è resa subito disponibile, grazie al direttore generale Tosca, e sinceramente non ho avuto dubbi nel venire qui. L’esperienza di Pavia, comunque, non è stata negativa: a inizio stagione avevo avuto qualche acciacco, ma poi ho trovato una certa continuità. Chiaro che la rosa era molto ampia e si faceva spesso turnover; a volte giocava come punta Principe, a volte io e lui andava sull’esterno, e altre volte il mister sceglieva soluzioni diverse, ma a parte quattro/cinque partite in cui ero dovuto stare fuori, per il resto ho giocato quasi sempre”.

Che gruppo hai trovato al Landoni?
“Ho trovato una squadra giovane e disponibile che mi ha fatto integrare subito. Sono tutti dei bravissimi ragazzi, e anche dei bravi giocatori, e qualcuno lo conoscevo già per averci giocato contro, come Dal Santo e Okaingni. Siamo un gruppo fantastico e se lavoriamo bene insieme penso che potremo raggiungere il nostro obiettivo”.

Dalla lotta per il titolo alla lotta per la salvezza… Sotto l’aspetto mentale, cambia qualcosa?
“Sono due obiettivi completamente diversi, ma entrambi importanti, e la mentalità e l’approccio sono sempre gli stessi. Se una squadra perde anche solo per un attimo la concentrazione e scende in campo con l’atteggiamento sbagliato, può rischiare sia di perdere il campionato sia di finire in zona playout o retrocessione. Sotto quell’aspetto, quindi, non è cambiato nulla, perché bisogna sempre mantenere alto il livello di attenzione”.

In granata hai trovato altri tre connazionali. Questa forte componente argentina, con il vostro modo di vivere e amare il calcio, può essere un vantaggio per tutta la squadra?
“Sì, certo, anche per il fatto che siamo tra i più vecchi del gruppo. Pescara è il più grande, dopo ci sono io, ed essendo quelli con più esperienza dobbiamo cercare di trascinare il gruppo. Poi c’è Nacho (Moretti, ndr), che giocava in Puglia come me, e Julián (Miranda, ndr), che ho conosciuto qui: ci siamo trovati subito bene e condividendo l’appartamento siamo quasi una famiglia”.

Come valuti il tuo debutto col Gavirate? Collettivamente, come ti è sembrata la partita?
“È stata una gara tosta tra due squadre di bassa classifica che devono lottare a tutti i costi, e il primo di tanti scontri diretti per restare nella categoria. Per le occasioni avute, è stata una partita che avrebbero potuto vincere tanto loro come noi e alla fine si è conclusa a nostro favore. Abbiamo portato a casa tre punti importantissimi e ora dobbiamo farci trovare pronti per domenica prossima, perché sarà un’altra battaglia”.

Parlando appunto delle prossime gare, da qui a due settimane vi aspettano Calvairate e Pontelambrese, due squadre altrettanto bisognose di punti, ma tranquillamente alla vostra portata. In attesa di incontrare avversari più quotati, quanto sarà decisivo sfruttare al meglio questo inizio “più soft” dal punto di vista del calendario?
“Saranno due finali da preparare al meglio, soprattutto a livello mentale, perché è anche lì che si fa la differenza. Il girone di ritorno è sempre un altro campionato e possono cambiare tante cose. Vedendo come sta la squadra, e confrontando ad esempio l’organico del Pavia con il nostro, in realtà non trovo così tante differenze. Ovviamente ogni partita sarà dura, ma penso che potremo giocarcela con chiunque”.

Il mercato invernale, infatti, è stato decisivo in tal senso…
“Oltre a me, sono arrivati dei giocatori importanti che ci daranno una grossa mano, insieme a quelli che c’erano già e al mister che sta lavorando in modo eccezionale. Penso che siamo sulla buona strada”.

Negli ultimi due anni hai cambiato squadra a stagione in corso. Cosa ti auguri da questi mesi a Vergiate?
“L’obiettivo principale sarà di salvarsi; gli obiettivi individuali sono secondari, ma ovviamente mi piacerebbe trovare continuità e fare qualche gol, che per un attaccante è sempre importante”.

Silvia Alabardi

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