Che sarà, che sarà, che sarà, che sarà degli australiani chi lo sa? Leggete queste prime parole canticchiando il famoso motivo scritto da Josè Feliciano e reintepretatelo ad hoc per il contesto del quale si sta parlando. La domanda infatti sullo stato dell’accordo tra la Pallacanestro Varese ed il Gruppo Pelligra si fa sempre più pressante anche se sembra di essere sempre al punto di partenza.

Come raccontato già in altre occasioni, quello che doveva essere l’ingresso del gruppo australiano nella società biancorossa, con l’acquisizione da parte del Pelligra Group del 44% delle quote societarie biancorosse e un piano di riqualificazione di tutta l’area sportiva di Masnago, partendo dalla zona adiacente il palazzetto fino ad arrivare allo stadio, creando tutto un indotto economico stile Juventsu Stadium, è ancora lì, ancorato, fermo, puramente teorico e decisamente lontano, oggi, dal realizzarsi.

Sì perché la trattativa sta vivendo una fase di transizione importante: l’accordo che doveva esserci dopo la conferenza stampa di questa estate è stato rimandato di mese in mese fino a gennaio, quando sembrava tutto pronto per il closing entro il 15 del mese corrente e rimandato, un’altra volta, in avanti, con nuova deadline agli inizi di febbraio, più verosimilmente intorno al 15, anche se difficilmente entro quella data si arriverà ad una conclusione delle trattative.

Questo perché nel corso dei mesi alcune carte sul tavolo sono cambiate: intanto la Pallacanestro Varese ha dimostrato di aver intrapreso la strada della sostenibilità economica come meglio non poteva, guidata dai grandi risultati sportivi che il gruppo di coach Matt Brase sta ottenendo sul campo, acquisendo grande appeal non solo a livello sportivo quanto economico. La società biancorossa, guidata dal sapiente lavoro di Michael Arcieri e di Luis Scola, sta dimostrando, infatti, come con grande professionalità ed idee si possa andare anche al di là della potenza economica, che comunque, non va dimenticato, è sempre un fattore decisivo. Il sostegno forte dei tifosi, la passione viscerale scatenata nuovamente in città, i sold out continui al palazzetto, hanno ridato ossigeno, vigore e smalto non solo alle casse biancorosse ma anche a tutta l’immagine societaria, sempre più appetibile per tanti diversi investitiori.

La Pallacanestro Varese di oggi però, rispetto a quella di qualche mese fa, è sempre più forte e sicura dei propri mezzi, ha la capacità di chiudere in pari, o comunque senza grosse perdite, il bilancio e di andare avanti con una progettualità sempre più chiara e netta, grazie al supporto di sponsor, del Consorzio Varese Nel Cuore e del lavoro del CDA, come fatto poi negli ultimi anni.

La realtà quindi oggi della Pallacanestro Varese non è quella di una società che ha un bisogno atavico di liquidità immediata, ma quello di una realtà aperta all’ingresso di chiunque voglia apportare del capitale, contribuendo al nuovo progetto targato Luis Scola, secondo le condizioni dei biancorossi.

Ecco, qui si apre un secondo tema che avrebbe rallentato finora la chiusura degli accordi con il gruppo australiano. La Pallacanestro Varese infatti, rifacendoci anche alle parole del Consigliere biancorosso Toto Bulgheroni alla trasmissione L’Ultima Contesa di Varese Noi, diretta dal collega Fabio Gandini, non è disposta a cedere la maggioranza delle quote al Gruppo Pelligra, bloccando sul nascere la volontà di acquisizione della maggioranza societaria che sarebbe stata avanzata dal gruppo australiano nelle scorse settimane. Per un accordo infatti, con gli autraliani o con chiunque altro volesse in futuro avvicinarsi ai biancorossi, la conditio sine qua non è che la proprietà societaria rimanga nelle mani di Luis Scola e del suo nuovo progetto.

Un atto di forza e responsabilità della società biancorossa, che dimostra quanto la struttura attuale di Pallacanestro Varese sia forte e coesa. Una posizione netta che però non preclude all’ingresso degli australiani, anzi, ne mette solo in chiaro basi e ordini gerarchici, per chi in questi anni ha letteralmente salvato la società ed ora non ha alcuna intenzione di cedere al buio un bene che non è solo sportivo quanto culturale, territoriale e sociale come il marchio Pallacanestro Varese.

Bisognerà capire ora se e come su queste basi si troverà un accordo oppure no, se la cordata australiana acquisirà il 44 % delle quote societarie, dopo aver superato gli ostacoli burocratici, di forma e sostanza che ne avevano rallentato la manovra negli scorsi mesi, oppure se deciderà di entrare come sponsor. Il tutto con una sola grande certezza per tutti i tifosi della Pallacanestro Varese: il nuovo progetto biancorosso non cambierà rotta e continuerà più spedito che mai, con l’intento di riportare la società in alto in Italia e in Europa.

Alessandro Burin

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